All New, All Different Thank God Is Wednesday torna dopo un periodo di scostanza, piagato dalle due peggiori patologie mai comparse sulla faccia della terra: la Vita e l’Università. Preparatevi ad una badilata di cazzate. Cominciamo. Buona Lettura!
By Brian Michael Bendis & Sara Pichelli
(Marvel Comics)
Secret Wars ha definitivamente catapultato Miles Morales nell’attuale Marvel Universe, denominato Prime, e il team creativo responsabile della sua nascita riparte con una nuova testata dedicata al giovane ragno ispanico. Tipico dell’ultimo Bendis, il riguardo per la continuity è pari a Zero. Eliminando questo dettaglio è però possibile godersi uno splendido debutto in salsa Parker, senza Peter Parker come protagonista.
L’autore preme immediatamente sull’acceleratore, presentandoci nella doppia splah-page una situazione terrificante per poi andare a ritroso nella narrazione, mostrando al lettore come si è arrivati al cataclisma. Lo storytelling tipicamente Bendisiano, nella migliore accezione possibile del termine, è accompagnato da una Sara Pichelli in ottima forma: un realismo condito dal tocco peculiare dell’artista Romana.
Ancora una volta non è la flagship dell’universo ragnesco a soddisfare, qualcuno ha detto #SlottM***a?
By Matteo Casali, Brian Azzarello & Giuseppe Camuncoli, Geraldo Parel
(DC Comics)
Termina senza infamia e senza lode il viaggio del Crociato Incappucciato, accompagnato dalla sua nemesi, nel vecchio continente. Infettati entrambi dallo stesso letale virus, la ricerca per la cura necessaria a salvare le loro vite si conclude nella splendida Roma dipinta dalla coppia Camuncoli&Parel.
Niente di nuovo sotto il sole: una sceneggiatura pigra, indolenzita da penne troppo ancorate a stilemi classici e terribilmente banale. Una chiusura prevedibile, una rivelazione finale da sbadigli. Quel che più irrita è la presenza di presupposti per una conclusione degna di questo nome, gettati completamente alle ortiche in virtù di un viaggio dritto nella città di Dimenticatoio. Fenomenale l’artwork, unica vera perla dell’intera miniserie: senza sbilanciarsi troppo, è possibile rivedere in alcune tavole il Dave McKean del leggendario Arkham Asylum.
Nessun guizzo, nessun salto nel vuoto. Batman: Europa è semplicemente superfluo.
By Jeff Lemire & Andrea Sorrentino
(Marvel Comics)
Il Vecchio Logan di Mark Millar e Steve McNiven passa nelle mani del dream team responsabile della meravigliosa run New52 di Green Arrow. Reduce da un mondo post-apocalittico e devastato dai villains, il protagonista ha in mano la possibilità di cambiare le carte in tavola dopo esser stato scaraventato sul tavolo verde dell’attuale Marvel Universe Prime.
Lemire costruisce le fondamenta della sua serie utilizzando la tecnica narrativa che ha caratterizzato il primo ciclo del suo All New Hawkeye: una doppia linea temporale che si destreggia tra l’arido passato e il presente nella megalopoli Newyorchese. Bastano pochissime pagine per chiarire immediatamente le intenzioni del protagonista, dettaglio di storytelling che rende questa nuova serie particolarmente New Reader Friendly.
Andrea Sorrentino è, come suo solito, magistrale: tavole degne di esser esposte in un museo del fumetto che raggiungono il loro apice nella fantastica citazione a The Dark Knight Returns. Marcelo Maiolo accompagna l’artista italiano tramite l’utilizzo di due differenti palette a seconda del setting. Comparto grafico splendido.
Nonostante un ritmo eccessivamente in crescendo nel finale, Old Man Logan #1 è un debutto solido ed interessante.
By Greg Rucka & Nicola Scott
(Image Comics)
Recensire Black Magick è ridondante. Una delle migliori pubblicazioni Image dell’ultimo periodo, una Detective/Supernatural story degna dell’appellativo “capolavoro assoluto”. Il mistero s’infittisce e le trame procedural lasciano spazio all’elemento urban fantasy.
Il dettaglio con cui Greg Rucka inserisce poco a poco gli elementi mistici nella serie è stupefacente, oltre ad esser dannatamente credibile. Tutto è al posto giusto e, come se questo non bastasse, la caratterizzazione dei personaggi e le loro interazioni raggiungono livelli qualitativi sbalorditivi persino per l’immensa abilità dell’autore. Ogni singola pagina dello script di Black Magick è da inserire di diritto nella bacheca di qualsiasi scuola di sceneggiatura. Trascendentale il comparto grafico di Nicola Scott, oramai ben lungi dall’esser considerata una semplice disegnatrice ma una divinità con in mano una matita.
L’opera targata Rucka/Scott è un capolavoro semplicemente perché è un capolavoro, sproloquiare su essa è quasi pleonastico. Compratelo, leggetelo, amatelo.
By Jeff Lemire & Lewis Larosa
(Valiant Comics)
Old Man Logan, Mad Max e The Dark Knight Returns s’incontrano per dar vita a The Analog Man, nuova saga della splendida testata Valiant. Siamo trent’anni nel futuro e il mondo è deserto, terra arida e senz’acqua ed è proprio Bloodshot a prendersi cura della sua donna e del suo piccolo accampamento, foraggiandoli.
Il protagonista è introdotto in maniera originale, lontana dagli stereotipi e condita da dettagliate descrizioni in grado di delineare il mood della issue senza risultare mai noiose. Un ritmo narrativo che cresce con il passare delle pagine, sino ad arrivare all’esplosivo finale action-packed, caratterizzato da un adrenalinico inseguimento automobilistico e un faccia a faccia delle due figure più badass dell’intero Valiant Universe: Bloodshot e Ninjak.
L’artwork di Lewis Larosa è solido, funzionale alla sceneggiatura ma non per questo privo di tocchi di classe. Uno stile oscuro, desolante. Favolosa la fotografia impostata dal disegnatore, angolazioni sempre perfette che danno il meglio proprio durante la rocambolesca sequenza action sopracitata.
Crudo, violento ed intenso, Bloodshot Reborn #10 è persino un ottimo jumpin’-on point per i lettori alieni dal mondo Valiant. Non avrete più nessuna scusa per non recuperarlo.
By Charles Soule & Ron Garney
(Marvel Comics)
Una issue principalmente action per il nuovo corso targato Soule & Garney di Daredevil, quest’ultimo invischiato in una sanguinosa lotta tra La Chiesa Di Tenfingers e La Mano. La brutale battaglia mette Matt Murdock di fronte ad un’interessante riflessione sul suo ruolo da vigilante. Rapido e pieno zeppo di Splash-pages, Daredevil #3 diverte grazie alla sua candida semplicità.
A brillare in questo nuovo capitolo è il comparto grafico di Ron Garney e Matt Milla: il primo è memore del miglior JrJr, un sapore old-school coadiuvato dai colori, perfettamente adeguato allo script asciutto, sintetico ed incisivo di Charles Soule. L’autore è purtroppo ancora nebuloso nelle sue sequenze d’azione, spesso prive del giusto pathos ma comunque salvate dall’ottimo lavoro del team artistico.
La nuova ongoing dedicata al Diavolo Rosso non è ancora al top della sua forma. Per quanto piacevole come divertissement, la trama ad ampio spettro che si respira durante la lettura è ancora troppo vaga e confusa. Probabilmente sarà necessaria la fine del primo ciclo per un giudizio completo.
By Ryan K Linsday & Owen Gieni
(Dark Horse Comics)
Guy: ragazzo omosessuale, scrittore aspirante suicida coinvolto in una guerra contro gli Evorah, una razza aliena nascosta agli occhi degli umani ed in grado di sopravvivere sulla terra cibandosi delle emozioni negative provate dai suoi abitanti. La penultima issue porta Guy e il suo fido Beta, Evorah redento, a metter in atto uno stravagante piano per indebolire e sconfiggere la tremenda minaccia, attiva da tempo immemore.
Tornano i profondi monologhi del protagonista, portando cuore ed anima e donando una meravigliosa prospettiva umana in un ambiente totalmente sconosciuto. Il ritmo della narrazione si assesta dopo gli sbalzi delle prime due issue, un perfetto equilibrio privo di decompressione e descrizioni ampollose. Brillante il comparto grafico Owen Gieni, capace di insinuare nel lettore una subdola sensazione di orrore.
La cura del team creativo, il potenziale egregiamente espresso delle loro idee e le splendide caratterizzazioni rendono Negative Space una perla da non lasciarsi scappare. Consigliatissimo.
By Bryan Hitch
(DC Comics)
Prosegue il blockbuster fumettistico targato Hitch, spalmato su diverse storyline, diverse linee temporali e dalle proporzioni immense. La Justice League è divisa in piccoli gruppi, ciascuno dei quali affronta con metodiche differenti l’avvento della divinità Kryptoniana Rao.
Nonostante i numerosi ritardi della testata, l’artwork dell’autore resta sempre una buona giustificazione per l’attesa, a prescindere dalle numerose lamentele per la perdita di dettaglio maniacale. Il taglio widescreen, vero fulcro della narrazione, è portato all’estremo a tal punto da ammantare di epicità persino una issue descrittiva come questa. Quel che manca a JLA è una maggior coesione nella narrazione, sempre più frammentata e discontinua e contornata da dialoghi sin troppo densi e fondamentalmente inutili.
Justice League Of America è un insieme di idee brillanti e complesse, spesso incapaci di reggere il proprio stesso peso e narrate con una superficialità quasi irritante. Un’occasione sprecata.
Per questo appuntamento con All New, All Differente Thank God Is Wednesday è tutto, ci rileggeremo.
Prima o poi.
Hasta La Vista!
Leave a Comment