I supereroi, sono sempre stati vincolati da alcuni principi umani, creati per dare un buon esempio ai cittadini che proteggono, e ai lettori che seguono le loro storie. Questo ha portato alcuni supereroi a riunirsi in gruppi segreti, pronti a compiere il lavoro sporco, che gli altri eroi non possono permettersi. È l’esempio degli X-men, che con la loro X-force, ci mostrano storie violente e crude, ma anche qualitativamente di ottima fattura.
I membri della X-force sono: Wolverine, Deadpool, Psylocke, Fantomex e la new entry del gruppo, il Nightcrawler di un universo parallelo.
Dopo un primo ciclo di storie, che l’autore Rick Remender ha curato alla perfezione, c’è solo da chiedersi se il secondo sia all’altezza degli standard a cui ci ha abituato. Per verificarlo, oggi voglio recensirvi la prima storia del secondo ciclo di Remender: “Altromondo”.
Durante la prima disavventura del team, Fantomex ha ucciso un bambino, destinato ad essere l’erede di Apocalisse. Questo ha provocato l’ira della Bretagna Corps, un team di “poliziotti intergalattici” che vive nel regno Altromondo, e che visto l’atto ignobile di Fantomex, è pronta a giudicare il malcapitato. Inoltre trai membri della Bretagna Corps vi è Capitan Bretagna, fratello di Psylocke, che ha abbandonato la sua vita su Altromondo, per unirsi agli X-men, e che sarà costretta a ritornare a casa.
Rick Remender, è stato chiaramente in difficoltà nell’elaborare la trama di questi numeri, dopo un primo ciclo di storie davvero impeccabile. Perciò la sceneggiatura lascia un po’ a desiderare, ma il talento dell’autore, aumenta il livello della storia. Remender, infatti, ci mostra dei dialoghi avvincenti che prendono il meglio di ogni personaggio.
L’espediente della Bretagna Corps, aiuta a capire qualcosa in più sulla vita di Psylocke, che è curiosamente tra i personaggi meno approfonditi della storia, dopo Wolverine. Essa, infatti, non trasmette alcuna emozione, e il suo scopo è soltanto narrativo. Lo stesso non si può assolutamente dire di Nightcrawler, che deve convivere con le occhiate dei compagni, che vedono in lui il tanto amato membro degli X-men.
Fantomex, il personaggio meglio riuscito della serie, si dimostra ancora innovativo, mostrandoci tutto il suo potenziale narrativo, e approfondendo il suo travagliato rapporto con Psylocke.
Il colpo di scena finale non è tanto coinvolgente, e sono convinto che la colpa non sia solo di Remender, ma anche del disegnatore Greg Tocchini, i cui disegni lasciano a desiderare. Essi sono abbozzati, poco curati in tutti i sensi, e le scene finiscono per sembrare estremamente confusionarie, togliendo molto all’intera opera. Per fortuna i colori migliorano, per quanto sia possibile, la qualità visiva.
Concludendo, il fumetto non è all’altezza delle prime storie, ma Remender è trai migliori autori della Marvel, e se in un fumetto vedete la sua firma, non esitate a comprarlo. Lo stesso vale per questo nuovo ciclo di storie, che supera gli standard dei fumetti Marvel, ma ha molti difetti non indifferenti. Sicuramente vi consiglio di recuperare le prime storie, ma se questo non vi è possibile, collezionando “Wolverine & Gli X-men”, potrete gustarvi non solo l’omonima testata di Jason Aaron, ma anche le nuove storie della X-force, e visto che parliamo di Remender, anche se questa prima storia non mi ha fatto saltare di gioia, penso che le successive possano ritornare a stupirmi.