In occasione della pubblicazione italiana del secondo ed ultimo volume della run con protagonista She-Hulk, scritta da Charles Soule e disegnata da Javier Pulido, vi propongo la mia melensa e nostalgica lettera d’amore. Buona lettura!
“Sei andata via troppo presto.
Ti ho conosciuta per caso. Era il 12 Febbraio 2014 e ho goduto della tua presenza costante nella mia vita per un anno intero. Tu per prima mi hai ridato speranza e mi hai dimostrato che la mia passione, in un periodo così nero per il mondo di cui tu stessa fai parte, può ancora essere fresca e gioiosa. Eri nel posto giusto al momento giusto. La tua vita, per quei dodici mesi, mi è sembrata una sit-com, ma non una di quelle stupide e ripetitive in cui un gruppo di amici si incontra nello stesso bar per un numero di stagioni non ben definito. Era una di quelle che passano in sordina, magari brevi e poco seguite, terminate per mancanza di ascolti ma che hanno offerto tanto in quel piccolo lasso di tempo. Divertente prima di tutto, intelligente ed arguta, diversa dagli uomini in armatura e dalle amazzoni che ti circondavano nel posto in cui ti ho trovata, ti sei fatta strada con la tua semplicità senza aver bisogno di mettere a soqquadro il multiverso. Ti sei mostrata sin da subito per quel che eri: una verde avvocatessa, intrigante e perspicace. E così come sei arrivata, semplicemente te ne sei andata.
Oh, quante cose ti ho vista fare! Vogliamo ricordarne qualcuna? Hai avuto a che fare con il figlio del Dr Destino e poi sei diventata minuscola assieme a Scott Lang ed hai difeso Steve Rogers in un aula di tribunale! Certo, dette così posson sembrare stronzate. Già sento quell’egomaniaco di Tony Stark mentre si vanta delle sue gesta… ma lui non sarà mai come te, non vivrà mai queste avventure nella stessa maniera surreale ed umana che ti ha sempre contraddistinta.
E le tue colleghe-amiche? Patsy Walker, una folle! Angie Huang, così misteriosa… aveva addirittura una scimmia da compagnia. Sino alla fine sei stata coerente con te stessa: hai chiuso il tuo ultimo caso, il più difficile, senza tradire la tua natura. Niente botte senza senso, niente Michael Bay, niente città rase al suolo da stupidi alieni in blu ma un conflitto fisico che somiglia più ad un acceso dibattito. Una riflessione sulla redenzione e su quanto sia più semplice cercare una scorciatoia piuttosto che impegnarsi e lavorare sodo. Dall’inizio alla fine, sempre la migliore.
E quanto eri bella? Tanto, così tanto da rendere stupendo tutto ciò che ti circondava. Ammirarti è stato come far un viaggio nel passato: in te ho ritrovato il fascino argenteo degli anni ’60 – ’70 ma adattato alla modernità, sensibile e raffinato. Una continua gioia per gli occhi. Grazie, a te e a coloro che ti hanno messa al mondo, crescendoti nel migliore dei modi nel corso di un anno indimenticabile.
Arrivederci Jennifer Walters.”
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