X-Files 10×02, analisi e recensione

L’episodio 10×02 di X-Files si apre con lo strano caso del Dr Sanjay. L’uomo si reca nella clinica in cui lavora e sin da subito appare chiaro che qualcosa non torna: il dottore indiano ha lo sguardo assente e gli occhi iniettati di sangue. La conferma che qualcosa stia per succedere l’abbiamo qualche istante dopo, quando il dottore, nel bel mezzo di una riunione, comincia a sentire un suono sordo nella sua testa che lo fa impazzire, tanto che subito dopo lo troviamo chiuso nella stanza del mainframe della clinica mentre, davanti allo sgomento dei colleghi, si infila un tagliacarte nell’orecchio uccidendosi. Prima di morire però era riuscito a scaricare dei dati dal computer.

Sigla

Mulder e Scully arrivano sul posto, e subito si scontrano con gli alti vertici della clinica che non hanno gran voglia di collaborare con l’FBI, negando anche l’incontro con il Fondatore della struttura, Augustus Goldman. Mulder che non ha mai perso il  vizio (e per questo lo amiamo) ruba lo smartphone del defunto dottore e grazie a questo riesce a rintracciare un amico del povero Sanjay, Gupta.

Gupta però si rivela essere l’amante segreto di Sanjay, e non sarà l’unico segreto che il medico indiano custodiva. Grazie alla gola profonda (battutaccia lo so!) e con la benedizione di Skinner, Mulder e Scully scoprono un appartamento dove il dottore archiviava i suoi casi clinici, casi che riguardavano sindromi e malattie rarissime che colpiscono i bambini. Ma mentre sono nell’appartamento, Mulder viene colpito dallo stesso rumore sordo che aveva portato alla pazzia il Dr Sanjay.

Memori delle rivelazioni dello scorso episodio, il dinamico duo con la X elabora l’equazione: e se i bambini fossero stati “trattati” con genoma alieno?

A questo punto Scully ha delle visioni di suo figlio William (dato in adozione ancora in fasce ndr), temendo che anche il ragazzo, ormai quindicenne, possa avere manifestato delle anomalie nel corso della crescita.

Grazie agli agganci di Scully all’interno dell’ospedale cattolico in cui lavorava, i due agenti riescono ad ottenere un incontro col Fondatore Augustus Goldman ma, mentre si trovano in visita, vengono fermati da una giovane ragazza incinta che li supplica di portarla via dalla struttura. La discussione viene interrotta dal sopraggiungere della Suora responsabile del nosocomio, e la ragazza si dilegua frettolosamente.

Finalmente giunti al cospetto del Dr Goldman, Mulder e Scully vedono con i propri occhi i casi clinici. Goldman dice loro che i bambini sono sottoposti a cure sperimentali, ma la puzza di balla oltrepassa i led della tv. Si scopre inoltre che la moglie del Fondatore è rinchiusa in un manicomio per aver ucciso il figlio che aspettava.

Una volta incontrata la donna, questa racconta ai due agenti dell’FBI che il figlio è vivo e come la figlia maggiore ha dei doni fuori dall’ordinario, poiché frutto di esperimenti del marito.  

Nel frattempo la ragazza che li aveva avvicinati all’ospedale muore in un incidente stradale, ma ecco la stranezza: il bimbo che portava in grembo è stato sottratto chirurgicamente.

Mulder, a cui non sfugge mai niente, nota che un addetto della ditta di pulizie è coinvolto nella morte del Dr Sanjay. Raggiunto a casa, Kyle (questo il nome dell’addetto alle pulizie) si scopre non solo essere dotato di poteri speciali ma essere in realtà il figlio dato per morto del Dr Goldman. E in maniera del tutto inspiegabile sa di avere una sorella anch’essa dotata.

Condotto dinnanzi al padre, Kyle riesce a liberare la sorella tenuta prigioniera e, nel farlo, uccide brutalmente Goldman con i suoi superpoteri.

Tutto perso e tutto distrutto, gli alti dirigenti della clinica vietano all’FBI di indagare oltre. Ma il caro vecchio Mulder, sbattendosene come sempre delle regole, riesce a sottrarre un campione di sangue di Kyle.

L’episodio si conclude con una visione di Mulder su William, su cosa poteva significare essere un padre

Il 10×02 ricalca gli episodi Monster of the week che sono diventati dei veri cult negli anni ’90, in questo caso con una strizzatina d’occhio al fenomeno Marvel. Il ritmo della narrazione è quello classico degli X-Files: causa – effetto – freak – intuizione – colpo di scena. Piace anche qualche rallentamento della trama più leggero, come ad esempio il malinteso gay di Mulder.

Ma al tempo stesso l’episodio non si può definire uno stand alone puro, poiché vengono introdotti parti della mitologia. Questo grazie al carattere miniseriale voluto da Carter che implica una maggiore concentrazione degli eventi. Su tutti spicca l’appendice William, che per la prima volta nella serie ( si lo so che nel film lo avevano accennato!) viene detto apertamente essere il figlio di Mulder.

Il secondo episodio è promosso a pieni voti, e restiamo in attesa della terza parte che si annuncia essere un fans tribute dal carattere molto giocoso.

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