ALL NEW, ALL DIFFERENT THANK GOD IS WEDNESDAY! 37

Ritorna All New, All Different Thank God Is Wednesday dopo millenni di assenza. Ecco a voi una serie di recensioni randomiche sulle pubblicazioni Statunitensi dell’ultimo Mercoledì. Buona lettura!

X-Men: Worst X-Man Ever #1 (of 5)

By Max Bemis & Michael Walsh

(Marvel Comics)

Max Bemis, frontman dei Say Anything, torna nel mondo dei fumetti dopo una serie di talentuose prove targate BOOM!Studios. Questa volta è la Marvel a richiedere la sua esilarante e provocatoria penna con la storia di Bailey Hoskins, giovane studente dalla personalità invisibile scaraventato nel mondo mutante. Worst X-Man Ever #1 è la tragicomica introduzione nel mondo del protagonista, tanto assurda nel tono quanto umana, condita da quel pizzico di Black Humor in grado di pervadere l’intero script di questo debutto.

Bemis riesce a catturare con precisione matematica le emozioni di Bailey sino a provocare forte empatia nel lettore, genuinamente coinvolto dalla sua paradossale situazione. Il power-set del protagonista è una perla fatta di follia e crudele ironia, perfettamente coerente con l’atmosfera della issue. Favoloso Michael Walsh nel ritrarre il mondo mutante fuori continuity impostato dall’autore: coloratissimo, vibrante, drammaticamente innocente.

X-Men: Worst X-Man Ever #1 si piazza di diritto come miglior debutto targato Homo Superior dell’All New, All Different Marvel Now. Dopo Polarity, Evil Empire e il recentissimo Oh, Killstrike!, Bemis continua a soprendere.

 

Uncanny X-Men #1

By Cullen Bunn & Greg Land

(Marvel Comics)

Voce di Villain ed antieroi supereroistici, il mestierante Cullen Bunn approda sulla nuova testata di gruppo mutante portando con sé il suo approccio stilistico per ricreare quelle atmosfere tipiche della defunta X-Force. Il team capitanato da Magneto e composto da Sabertooth, Monet, Arcangelo e Psylocke non convince appieno nel suo debutto: dialoghi farraginosi, plot tremendamente lineare e prevedibile, sequenze action mal sceneggiate e, paradossalmente, una pessima caratterizzazionedei personaggi, sorprendente viste le sue ottime prove su Magneto e Sinestro.

Greg Land, artista avvezzo al mondo X, offre un artwork altalenante: se le scene d’azione riescono in qualche modo ad evocare dinamismo ed energia, è il character-designing a far acqua da tutte le parti. Un photorefering spudorato e totalmente anonimo, tremendo in numerosissimi pannelli riguardanti Monet e incredibilmente fuori luogo per un gruppo composto da feroci assassini e imponenti figure autoritarie.

Il brivido di una nuova X-Force ha percorso le schiene di ogni Marvel die-hard-fan. Inutile dire quanto Cullen Bunn abbia disatteso quelle che, personalmente, erano aspettative molto alte. Un vero peccato.

 

Swamp Thing #1 (of 6)

By Len Wein & Kelley Jones

(DC Comics)

Dopo la parentesi targata Convergence, Len Wein torna sulla sua creatura Swamp Thing con una nuova miniserie DC Comics in grado di ristabilire un feeling ultraclassico con il Mostro Verde Della Palude. Memore di tempi differenti nel mondo dei Comics, lo script di Wein è volutamente pomposo ed elaborato, descrittivo a tal punto da ricordare un romanzo gotico, capace di smuovere la fantasia del lettore quasi senza aver bisogno di immagini.

Una storia semplice quella di Swamp Thing #1, lineare e priva di fronzoli, condita da dialoghi che ristabiliscono per Alec Holland l’originale tono gravoso ed innaturale. Kelley Jones accompagna questo back-to-basics con un comparto grafico grezzo, spesso deficitario negli elementi di background, ma tremendamente efficace nel ritrarre le mostruosità che abitano nelle pagine di questa issue. La palette di Michelle Madsen accompagna coerentemente il ruvido tratto di Jones, delineando un mood mefitico con colori sporchi e decisi.

Outsider del panorama fumettistico DC, Swamp Thing #1 è una lettura leggera, piacevole e dall’aria nostalgica.

 

Sheriff Of Babylon #2 (of 8)

By Tom King & Mitch Gerards

(Vertigo Comics)

Ambientata nella Baghdad del 2003, la nuova serie di Tom King narra le vicende di Chris Henry, un ex Ufficiale di Polizia divenuto un impresario militare alle prese con l’allenamento di un piccolo gruppo della Iraqi Police Force. La morte di uno dei suoi allievi lo porta ad allearsi con Nassir, uno dei pochi uomini di legge rimasti nella capitale Irachena, per riportare il cadavere alla sua famiglia.

L’autore imbastisce una trama intricata e stratificata, in grado di stupire ad ogni pagina. La caratterizzazione di ogni singolo personaggio non presenta sbavature: ognuno di essi è ricco di sfaccettature ben delineate, ognuna di esse in grado di costruire personalità ricche, realistiche e tremendamente interessanti. Ciò che però davvero sorprende di Sheriff Of Babylon è la sua violenza: le terrificanti scene intrise di sangue risultano addirittura secondarie se paragonate all’atroce indifferenza alla brutalità mostrata sulle pagine della serie. L’impermeabilità emotiva al crimine accaduto dello stesso Chris Henry è sintomatica di una volontà prettamente dettata dall’etica, un dettaglio di vitale importanza per la precisa comprensione delle motivazioni che muovono i personaggi.

Mitch Gerards, artista apprezzato nell’ottima run di Edmondson su The Punisher, è perfettamente a suo agio nel setting desertico sullo sfondo delle vicende. Un design semplice ed efficace quello dei suoi protagonisti ed una strepitosa rappresentazione della violenza: fredda, distaccata, spaventosa.

Tom King si dimostra ancora una volta un maestro della scrittura, artefice di una potente narrazione ricca di pathos. Sheriff Of Babylon si conferma come la miglior serie della rinascita Vertigo degli ultimi mesi.

 

A-Force #1

By G. Willow Wilson & Jorge Molina

(Marvel Comics)

Collegandosi direttamente all’ottimo tie-in di Secret Wars, torna il team supereroistico originario del Reame Arcadia. Ma quale sarà il suo ruolo? E, soprattutto, come tornerà a comporsi dopo la fine del Battleworld e Singularity come unica superstite? G. Willow Wilson risponde a queste domande con la splendida introduzione di questo innocente personaggio, scaraventato improvvisamente in un mondo che non riconosce e popolato da eroine non la riconoscono. Singularity si muove come un plot-device intrigante, complice anche una caratterizzazione in grado di renderla immediatamente adorabile.

Vera stella di questa issue è però Jorge Molina, disegnatore in costante crescita che raggiunge il suo picco artistico con questo nuovo debutto: una meravigliosa fluidità, accompagnata da un’espressività dei personaggi stupefacente. I colori brillanti di Laura Martin coadiuvano quel sense-of-wonder espresso da Molina, creando un artwork in grado di porre in secondo piano l’ottimo script di Wilson.

A-Force #1 necessita ovviamente di letture pregresse: senza il tie-in targato Battleworld ci si potrebbe trovare spiazzati di fronte alla nuova supereroina delineata da Wilson. Per tutti coloro che non hanno fatto i compiti a casa: colmate la vostra lacuna e ripartite da questo debutto. Non ve ne pentirete.

 

Termina qui il primo All New, All Different Thank God Is Wednesday del 2016, con la speranza ed il proposito di mantenere una maggiore regolarità. Maledetta la Vita. Hasta La Vista!

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