Mi sono davvero divertito a leggere Polpette Spaziali, un fumetto fresco e spensierato, scritto da Craig Thompson (Habibi, Blankets) e splendidamente colorato da Dave Stewart, vincitore di ben nove Eisner Awards in carriera.
Un’avventura fantascientifica a metà tra Star Wars e Calvin & Hobbes che racconta la determinazione di una bambina nel trovare il papà misteriosamente scomparso a seguito di una rischiosa missione segreta. In Polpette Spaziali, infatti, la protagonista è proprio la giovane Violet, una ragazzina che vive in una zona popolare della galassia con la madre stilista, Cera, e con Gar, il padre, camionista/boscaiolo ed ex motociclista galattico. Sarà, come detto, proprio la scomparsa di quest’ultimo a convincere Violet a partire verso l’ignoto spazio profondo, in compagnia di un pollo nevrotico con visioni profetiche e di una scontrosa zucchina arancione, ultimo (o quasi) esemplare di una specie aliena ormai estinta. Il curioso trio dovrà fare ricorso a tutto il proprio coraggio per trovare il papà di Violet e sfuggire all’inarrestabile e dilagante diarrea di balena spaziale.
Con Polpette Spaziali, Thompson abbandona i toni fortemente intimisti che hanno caratterizzato le precedenti produzioni, per lanciarsi in un romanzo grafico decisamente rivolto ad un pubblico giovane; ma lo fa senza rinunciare a trattare temi profondi e importanti, quali ad esempio l’amicizia, la famiglia, l’erosione delle risorse e la divisione di classe. Tematiche tutt’altro che infantili che vengono però sviscerate con straordinaria leggerezza e semplicità dall’autore statunitense.
In un universo narrativo ricco e strampalato, ma perfettamente coerente, l’autore mescola alieni e umani, creando una perfetta metafora del mondo reale da servire al suo giovane pubblico. Polpette Spaziali è infatti la prova fumettistica tangibile della capacità di un grande autore come Craig Thompson di affrontare tematiche adulte e importanti, anche con una storia rivolta principalmente a giovani e giovanissimi. L’autore non rinuncia mai al grado di intimismo e profondità che ha connotato la sua produzione, ma lo accompagna, in questa occasione, ad una comicità spontanea e trascinante e ad un tratto grafico simpaticamente caricaturale.
Lo svolgimento della storia funziona bene, sebbene patisca una partenza un po’ lenta e un epilogo, forse, troppo frettoloso. Ogni personaggio sembra perfettamente inserito nell’universo narrativo creato da Thompson e nulla, come detto, è lasciato al caso. Una favola moderna che, sebbene palesemente rivolta ad un pubblico preadolescenziale, risulta gradevole ai lettori di ogni età.
Ed infatti, nonostante Polpette Spaziali, come detto, sia rivolto ad un pubblico molto più giovane del sottoscritto, devo confessare di aver apprezzato non poco questo fumetto. Ho trovato la lettura scorrevole e piacevole, accompagnata da un comparto grafico di assoluto livello e da una colorazione da lasciare senza fiato. Il character design dei personaggi è studiato nei minimi particolari, così come la realizzazione di ambienti e delle navicelle spaziali, talmente assurde e fuori di testa, da risultare quasi verosimili. I colori, poi, sono la vera sorpresa dell’albo e contribuiscono in maniera decisiva a rendere Space Dumplins un’opera quantomeno equiparabile alle precedenti Blankets e Habibi.
L’edizione italiana, proposta da Rizzoli Lizard, contiene anche Inside Craig Thompson, un’appendice di oltre 100 pagine ricche di studi, riflessioni e materiale extra, davvero interessanti per comprendere il percorso fatto dall’autore nei tre anni di lavorazione.
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