A Frank Miller viene (giustamente) attribuito il merito di avere nobilitato DareDevil e creato Elektra, di aver raccontato le più convincenti origini di Batman in Anno Uno ed il suo meraviglioso ritorno dalla pensione ne Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, di averci trascinati a Sin City e di aver riscritto la storia in 300. Spesso però ci si dimentica che la miniserie in 4 numeri Wolverine, da lui disegnata e scritta insieme a Chris Claremont (il più longevo e convincente X-scenggiatore di sempre), ha profondamente ridefinito il personaggio Logan.
Inserito tra gli X-Men nel 1975, Wolverine, non avrà pubblicazioni Marvel a lui intitolate proprio fino a questa miniserie del 1982. La storia raccontata da Claremont & Miller, ambientata in un violento Giappone in mano alla malavita organizzata, torna prepotentemente d’attualità oggi: è infatti proprio a questo arco narrativo che si ispirerà il film The Wolverine in uscita a giugno 2013 in cui rivedremo Hugh Jackman nei panni di Logan dopo il deludente X-Men Origins: Wolverine del 2009.
Il volumetto di cui vi parlo contiene la miniserie Wolverine #1-4 di Miller e Claremont ed Uncanny X-Men #172-173, continuazione della miniserie, scritta da Claremont e disegnata non più da Miller ma da Paul Smith. In questi 2 numeri, in cui peraltro fanno la loro comparsa Silver Samurai, Viper (che vedremo entrambi nel film) e gli altri X-Men, la mancanza di Frank si vede e si sente. Al momento questo volume è disponibile soltanto in lingua inglese in un brossurato da 144 pagine edito da Marvel ma sono certo che, vista l’imminente pellicola in arrivo, Panini non tarderà a ristamparlo.
L’albo si apre con una interessante prefazione di Claremont in cui l’autore racconta come, durante un tragitto in macchina San Diego – Los Angeles con Miller, i due abbiano concepito l’idea di questo nuovo Logan: non più animale controllato dall’ira ma una sorta di samurai mancato alla ricerca dell’onore, un ronin senza maestro. Tematica questa ripresa proprio da Miller qualche anno dopo nella graphic novel cyber-samurai Ronin.
E la missione dei due autori può dirsi compiuta: Claremont e Miller riescono, infatti, a donare un nuovo spessore a Logan, arricchendone in maniera indelebile la mitologia.
Tra l’amore per Mariko, vero motore delle azioni di Logan, e la passione per l’assassina Yukio assistiamo alle imprese di Logan in una Tokio hard-boiled dominata da La Mano, organizzazione criminale facente capo a Shingen Yashida, padre della stessa Mariko.
Una gran bella storia, violenta e poetica al tempo stesso, per di più con le tavole mai banali di Miller: insomma un volume imperdibile per gli amanti del canadese dagli artigli di adamantio.
Voto 8-