TWR Star Wars Il Risveglio della Forza: il golazo in rovesciata di JJ Abrams

Steven Spielberg nei giorni scorsi aveva detto: “JJ Abrams è terrorizzato.” E per… Forza! 
Il cross era morbido e ben calibrato e lui aveva colpito la palla in rovesciata, in uno stadio strapieno di decine di milioni di fans carichi di aspettative, fans che, più che dei semplici appasionati, sono come i fedeli seguaci di una religione. Lui, JJ, pensava di averla calciata bene, di collo pieno e di averla piazzata nello specchio. Ma il cinema è strano, anche quando credi di aver fatto il tuo, poi magari finisce che la mandi al terzo anello. Invece JJ l’ha messa lì, all’incrocio dei pali. Ha fatto uno spettacolare golazo.
Perché, nella saga di Guerre Stellari, mai titolo fu più calzante di quello di Episodio VII: Il Risveglio della Forza. Dopo un torpore trentennale ed una trilogia prequel con più ombre che luci, lo spirito di Star Wars è tornato.
NB segue qualche lievissimo spoiler, delle carezzine più che degli spoiler veri e propri, suvvia…

Se l’operazione “risveglio” è andata in porto bisogna riconoscere che uno dei grandi meriti di Abrams è stato quello di assemblare una squadra vincente. A fare quel bel cross che lui ha trasformato in una spettacolare rovesciata è stato il talentuoso ed esperto centrocampista Lawrence Kasdan, l’uomo che sceneggiò, basandosi sulla storia di Lucas, L’Impero Colpisce Ancora ed Il Ritorno dello Jedi (oltre a I Predatori dell’Arca Perduta e quel capolavoro de Il Grande Freddo da lui anche diretto). Quando ad Abrams fu dato ufficialmente l’incarico di dirigere Episodio VII, infatti, liquidò Michael Arndt (Toy Story 3) che aveva realizzato uno script basato su quelli che erano i dettami di George Lucas per il prosieguo della saga, ed assunse Kasdan: i due bocciarono la precedente sceneggiatura e fecero piazza pulita delle idee di Lucas scrivendo uno script ex novo che, a conti fatti, ha funzionato. Ha funzionato perché Star Wars torna ad una trama semplice, a quel tono favolistico che ne decretò il successo, enfatizzandone le caratteristiche da epopea familiare. Il retaggio originale viene così raccolto da una truppa ben assortita di nuovi personaggi il cui casting è stato effettivamente impeccabile. Nei blockbuster hollywoodiani sempre più spesso ci troviamo di fronte attori che rispondono al canone del modello Abercrombie all’ingresso con addominale scolpito e fattezze da paura; i nuovi volti di Star Wars, invece, hanno dei visi che te li ricordi: Rey, Finn e Poe sono al posto giusto così come lo è Adam Driver, l’interprete di Kylo Ren (lui, a dire la verità, invece è brutto assai).
Trattandosi del main villain, Kylo Ren merita due paroline a parte. La sua backstory è efficace, così come funzionano il design del casco omaggio a Vader e gli evidenti problemi con il controllo della rabbia…

… quello che salta all’occhio, però, è che in buona sostanza sia un mezza pippa. E’ il primo personaggio in 7 fim di Guerre Stellari a prenderle persino da uno stormtrooper (da uno stormtrooper che puliva cessi per di più). E dai, Kylo Ren…

Per quanto riguarda il vecchio cast, vedere Han e Leia così invecchiati fa un po’ tristezza. Erano così belli, cristallizati in quei ruoli iconici per sempre: Leia col suo bikini da schiava di Jabba ed Han col suo gilet nero ed i pantaloni da carabiniere. Ma il tempo passa per tutti, tranne che per l’ammiraglio Ackbar…

A proposito, anche in questo JJ è stato un furbacchione, e cioè nell’inserire dei cameo di personaggi come Ackbar o Nien Numb (l’alieno con la faccia da vagina che fu copilota del Falcon insieme a Lando durante la distruzione della seconda Morte Nera).


Oltre alle semplici strizzatine d’occhio, Abrams è intervenuto su quelli che sono stati i tre peggiori difetti della trilogia prequel (ne parlai giorni fa qui): Jar Jar Binks, i midichlorian e l’abuso sconsiderato di computer grafica. Di Jar Jar e dei Gungan, ovviamente, non c’è neanche l’ombra. Chevvelodicoaffare.
I midicholorian, ricorderete, causarono una malriuscita retcon della Forza: le particelle presenti nel sangue di alcuni individui erano a tutti gli effetti una goffa spiegazione pseudo-scientifica della Forza. In Episodio VII, non solo i midichlorian non vengono mai menzionati, ma la Forza torna ad avere il suo significato originale, quello di un’entità quasi magica che permea l’universo. Ed è un concetto che viene sottolineato e ripreso in più di un’occasione durante il corso del film. La Forza si è rivegliata così come era nata: come qualcosa di soprannaturale ed i portatori della Forza tornano così ad essere dei predestinati, come in ogni buon fantasy che si rispetti, e non più dei pazienti con una stramba malattia del sangue.
Last but not least, la computer grafica è davvero ridotta allo stretto indispensabile: sono stati utlizzati modellini in scala e location reali (green screen poco e niente)…


…gli stormtrooper sono comparse in divisa (bye bye cloni in CGI) e gli alieni dei bei pupazzoni animatronici (non tutti, eh). Questo clima più spiccatamente homemade riporta alla memoria le immagini della trilogia classica, più che le algide ambientazioni videoludiche dei tre prequel. Perché Abrams sapeva bene cosa non era piaciuto degli episodi I-II-III e lo ha eliminato, sapeva ciò che i fans si aspettavano e glielo ha dato. E’ un regista (ed un produttore) che capisce i gusti del pubblico ed ha avuto la sensibilità di non voler strafare, ci ha messo del suo sì, ma nel pieno rispetto del materiale sorgente.

Va detto che Il Risveglio della Forza non è di certo un film perfetto, ci sono passaggi un po’ ingenui, coincidenze a dir poco forzate e per molti versi l’andamento della storia ricalca dinamiche già viste nella trilogia classica: la stazione Starkiller è una Morte Nera ancora più grande, c’è la solita missione per disattivare gli scudi, il droide che custodisce informazioni vitali… Ok, ma chissenefrega! Passa tutto in secondo piano perché questo è un film da guardare davvero con gli occhi di un bambino. Abrams, lo ripeto, è stato un vero furbacchione perché ha ripreso gli elementi che hanno, di fatto, impresso Star Wars in maniera indelebile nella storia della cultura pop degli ultimi 40 anni e li ha reimpostati per gli anni ’10: così BB-8 è il nuovo R2, Kylo Ren il nuovo Vader e così via. E questi nuovi personaggi ricalcano anche in termini di concept estetico quello dei protagonisti a cui sono ispirati. Inoltre ha ricreato un nuovo dualismo nella Forza, ha gettato le basi per una nuova faida familiare rispettando la filosofia che negli anni ’70 diede origine alla saga e, così facendo, ha riportato in vita atmosfere che sembravano perdute toccando le corde della nostalgia.

Quindi ben venga una sceneggiatura – se vogliamo – più semplice ma comunque priva di intrighi geopolitici che non appartengono a questa saga, e ben vengano gli echi del passato. L’obiettivo vero di Episodio VII era farci fare un bel viaggio in quella galassia lontanta lontana, divertendo ed emozionando. Io mi sono goduto il viaggio e, soprattutto, mi sono emozionato. Per 2 ore piene – dai classici titoli di apertura fino alla scena mozzafiato finale – sono regredito da 36 anni a 6 anni di età. Il cuore di Guerre Stellari è tornato a pulsare forte: Il Risveglio della Forza è l’Episodio IV degli anni ’10, una nuova speranza per i fan della saga, un promettente restart con dei protagonisti freschi ed interessanti. Non resta che incrociare le dita nella speranza che i registi già designati per i successivi due film, Rian Johnson (Looper) per Episodio VIII e Colin Trevorrow (Jurassic World) per Episodio IX, riescano a continuare degnamente nel solco appena tracciato da JJ Abrams.

Io sto già pensando a quando tornare al cinema per rivederlo e, se non vi è piaciuto, non mi resta che dirvi che trovo insopportabile la vostra mancanza di fede!

Io vi saluto e vi ricordo che se volete diventare i padawan della pagina Facebook più autorevole dell’internet, non vi resta che cliccare qui sotto e lasciare un like. I Gungan ed i midichlorian non sono ammessi.

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