Se fossi un assiduo lettore della rubrica Thank God Is Wednesday mi chiederei “Ma come cappero fa ad esser così scostante nella scrittura dei suoi maledetti articoli?”. Ebbene, la vita ci si mette di mezzo, maledetta essa sia. Bando alle ciance, partiamo subito con le recensioni delle pubblicazioni statunitensi!
By Scott Snyder & Greg Capullo
(DC Comics)
Le trame di Superheavy continuano ad esser portate avanti egregiamente da Scott Snyder, partendo dalla splendida sequenza action con protagonisti Jim Gordon e Mr Bloom sino ad arrivare all’ottimo intrecciarsi dei subplot riguardanti Duke Thomas e Bruce Wayne. L’ex-Cavaliere Oscuro è all’inizio del suo percorso di recupero dall’amnesia e l’incredibile finale spaccamascella lascia aperte porte ad un prosieguo del tutto inaspettato.
La penna dell’autore continua a percorrere il percorso evolutivo dei personaggi, ciascuno di essi perno di scenari intensi che ne acuiscono la caratterizzazione. Una linea narrativa che procede alla perfezione, coadiuvata da dialoghi e monologhi eccellenti. Fenomenale, come al solito, l’artwork di Greg Capullo: le sue matite dipingono un Villain tremendamente inquietante e un Bruce Wayne nuovamente possente nelle sue comparse in Batman #47.
Il Crociato Incappucciato Robotico non delude, grazie ad una penna intelligente e, stranamente, mai votata allo shock-value ma predisposta all’introspezione di protagonisti mai banali. Una testata stellare.
By Tom King, Tim Seeley & Mikel Janin
(DC Comics)
Il crossover Robin War mette in scena il suo secondo atto. I Robins si preparano alla guerra: Damien, Dick, Jason e Tim decidono di allenare i numerosi portatori della “R” che si aggirano per le strade di Gotham City. Saranno gli Originals in grado di adempiere all’oneroso compito un tempo svolto dal Cavaliere Oscuro?
Una issue dal ritmo serrato, capace di mostrare sinteticamente le metodiche e i punti cardine delle mentalità dei Quattro Robins durante le loro training-session. Uno script fluido e apparentemente prevedibile nello svolgimento, salvo poi stupire il lettore con un twist decisamente inaspettato ed interessante.
Così come Tom King e Tim Seeley mantengono elevata la qualità della sceneggiatura, l’artista Mikel Janin conferma le sue abilità grazie ad una consistenza e ad una continuità invidiabili. Pulizia del tratto, espressività dei personaggi e attenzione ai layout impreziosiscono Grayson #15 donandogli un tocco di spettacolarità cinematografica.
Il trend che solitamente accompagna i crossover scritti a più mani non colpisce la testata dedicata a Dick Grayson, mantenendo quella solidità che l’ha sempre caratterizzata e colpendo in maniera decisa la trama di Robin War.
By Ray Fawkes & Steve Pugh
(DC Comics)
Allacciandosi direttamente al finale di Grayson #15, Detective Comics indirizza la terza parte di Robin War verso una deriva action, dedicandola principalmente ad un confronto fisico tra Bat-Jim e Dick Grayson. Una battaglia ben scritta e visivamente appagante grazie alle fluide matite di Steve Pugh, reminiscenti di un Bryan Hitch dettagliato e vibrante, privo però del tocco widescreen che caratterizza l’autore di Justice League Of America.
Sebbene si pregi di ottimi momenti, lo script di Fawkes si risolve in un nulla di fatto, lasciando al lettore la sensazione di aver avuto a che fare con un riempitivo, un cosiddetto filler. Pigro e sciatto, DC#47 è un mezzo passo falso nel, sino ad ora ottimo, crossover. Sono le buone matite di Pugh, estremamente dinamico, a salvare la issue dalla piena insufficienza.
Così come Grayson è stato il radioso esempio di penne dotate di qualità indiscriminate e difficili da influenzare, Detective Comics è vittima invece della maledizione dei crossover scritti a più mani.
By Peter Milligan & Brett Parson
(Vertigo Comics)
Lexy lavora per la New Romancer, applicazione specializzata nell’internet-dating caduta in disgrazia. Compito dell’impiegata è creare numerosi profili fake e, per adempiere a questo compito, si ispira alle personalità di famosi personaggi letterari dalle turbolente vite amorose. Durante uno dei suoi stravaganti esperimenti con Intelligenze Artificiale e cadaveri riesumati, qualcosa di strano accade …
L’esperto autore Inglese Peter Milligan caratterizza in maniera eccelsa la sua protagonista: le lettere scritte a suo padre, le particolari interazioni con i comprimari e i flashback del suo passato attuano alla perfezione il meccanismo “Show, Don’t Tell”. Evitando l’exposition, Milligan rende la prima parte della issue un capolavoro character-driven, cadendo però in una narrazione confusionaria nelle sequenze finali in cui inizia a prender spazio la trama. Ottimo il comparto grafico di Brett Parson: un look cartoonesco accattivante e dalle espressioni coerentemente esacerbate.
New Romancer si destreggia tra colte citazioni e humor decisamente spassoso, un personaggio principale affascinante e un’esorbitante quantità di potenziale. Un lavoro di rifinitura nelle prossime issue potrebbe rendere questa nuova serie una piccola perla da non lasciarsi sfuggire.
By James Robinson & Vanessa Del Rey
(Marvel Comics)
Wanda Maximoff, la supereroina più bistrattata di tutto il Marvel Universe, si trasferisce a Manhattan per supervisionare le forze mistiche dell’isolotto Newyorchese. Qualcosa di caotico si sta muovendo e Scarlet si avvicina ad un misterioso omicidio per indagare a fondo, scoprendo un legame con il mondo magico di cui lei stessa fa parte. Un’inaspettata crime-story su sfondo sovrannaturale.
James Robinson evita il percorso banale sui tropi della redenzione e dell’insicurezza, presentando una Wanda con una piena consapevolezza di sé e delle sue volontà nel voler ricoprire uno specifico ruolo e nell’intraprendere una precisa direzione nella sua vita. Un’adepta mistica di cui vengono esplorate, per l’ennesima volta, le oscure origini dei suoi poteri, pronta a notare i cambiamenti nei flussi magici attorno a sé. Un personaggio rilanciato con cura.
Così come quel meraviglioso Zero di Ales Kot, anche Scarlet Witch presenterà artisti a rotazione. La prima a cimentarsi con la Strega Rossa è Vanessa Del Rey, autrice di un artwork dalle linee ruvide in grado di settare il mood noir dell’intera issue. Fenomenali i colori di Jordie Bellaire, stellare nel dare unicità e brillantezza ad ogni singolo pannello. Una delle migliori coloriste in circolazione in grado di non sbagliare mai un colpo.
Una lettura consigliata, un personaggio controverso che riparte nel migliore dei modi dopo anni di qualità a dir poco altalenante. Indossando nuove vesti, Scarlet Witch porta nel suo mondo una ventata di freschezza.
By Jonathan Hickman & Esad Ribic
(Marvel Comics)
Nonostante I continui ritardi nella pubblicazione e la prematura partenza dell’All New All Different Marvel Now, Hickman ci dimostra quanto Secret Wars abbian ancora da dire. L’assalto alla Doomguard è al suo culmine: lo Shield che divideva il Battleworld dalle Deadlands è caduto ed un enorme Ben Grimm, accompagnato dai sopravvissuti dei due Universi Cardine della Marvel, sta mettendo in discussione il dominio di God Emperor Doom.
Una battaglia di proporzioni colossali: Grimm impegnato in uno scontro all’ultimo sangue contro un Galactus governato da Franklin Von Doom, l’incontro tra Destino e Thanos a capo delle armate di Annihilus, le macchinazioni dei due Richards e il loro incontro con Sue e Valeria… momenti incredibili accompagnati da un’immane cura per dialoghi e caratterizzazioni, in grado di dare una voce unica e prorompente ad ogni personaggio messo in scena.
L’epicità di Secret Wars non sarebbe tale senza Esad Ribic e Ive Svorcina, protagonisti di un comparto grafico mozzafiato. Gargantueschi scenari di guerra, close-up cinematografici ricchi di pathos da Oscar alla regia… Un artwork impressionante, una perla senza precedenti nelle già favolose carriere dei due creativi.
L’imponenza dell’epopea Hickmaniana non è stata minimamente sminuita dalla partenza del nuovo Universo Marvel. Secret Wars si avvia verso una chiusura che resterà a lungo tempo negli annali del fumetto supereroistico. Il 13 Gennaio 2016 non è mai stato così lontano.
All New, All Different Thank God Is Wednesday termina qui! La mia scostanza nella scrittura non mi permette di scrivere “Ci rileggiamo alla prossima settimana” ma, Hey, magari ci rileggiamo davvero la prossima settimana.
Hasta La Vista!
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