Con un incipit che farebbe presagire tutt’altro genere di storia, Birthright di Joshua Williamson e Andrei Bressan, in poche pagine ci fan vivere il dramma di una famiglia che perde il proprio figlio in un bosco e che, a distanza di un anno, incontra un uomo fatto e maturo che dice di essere il loro piccolo Mikey. C’è solo un piccolo problema però: Mikey ora è l’eroe di Terrenos, un mondo attraversato da mostri, magie e valorosi guerrieri.
La storia imbastita da Williamson è lineare sotto molti aspetti, ma ne presenta altri sicuramente di innovazione e caratterizzazione che fanno sì che Birthright non sia la classica storia fantasy a fumetti. Sulle sue pagine assistiamo al bizzarro racconto di un uomo (un guerriero dalla presenza fisica non indifferente, in realtà) accusato di essere l’assassino di… se stesso ovvero di Mikey, il bambino che un anno prima era scomparso nel bosco. Tutto questo si svolge nel nostro mondo, davanti agli occhi increduli del resto della sua famiglia, sua madre, suo padre e suo fratello Brennan. I due “uomini di casa” si mostrano più propensi a credere alle parole del guerriero, a differenza di sua madre, piuttosto propensa a credere alla Polizia che vede in questo losco figuro il vero assassino di Mikey.
Con queste premesse facciamo due importanti scoperte: Mikey è giunto sulla Terra per eliminare cinque stregoni estremamente potenti che potrebbero aprire un varco tra Terrenos e il nostro mondo, lasciando libero di entrare il malvagio Dio-Re Lore, conquistatore di quell’universo fantastico. Da qui parte la caccia che vede Mikey, suo padre Aaron e il piccolo Brennan a caccia degli stregoni. Ma già dopo poche pagine scopriamo il segreto di Mikey: è proprio Lore ad averlo guidato sulla Terra e che vuole eliminare gli stregoni, permettendo alle sue armate di invadere un nuovo mondo. Fin da subito, quindi, la narrazione si sposta sul versante dell’inganno e lo stretto connubio tra azione e mistero si infittisce, rendendo la lettura molto coinvolgente.
Il processo narrativo di Williamson è intrigante e permette una facile fruibilità del suo lavoro. Da un lato abbiamo la caccia all’uomo tra le strade degli Stati Uniti, che si muove in parallelo alla caccia degli stregoni. Dall’altro troviamo la sete di Fantasy del lettore che viene saziata dai continui flashback, nei quali vediamo il piccolo Mikey vivere le sue incredibili avventure su Terrenos, dove il tempo scorre diversamente e pian piano è diventato un uomo. Questo sviluppo permette di fa incastrare tra loro tanti aspetti interessanti, primo fra tutti quello della due “fazioni” tra chi crede alla storia di Mikey e chi invece lo ritiene solo un energumeno particolarmente abile nell’usare spade, pugnali e via dicendo. Nel finale del volume troviamo poi un nuovo inserimento, che fa subito venire voglia di leggere ancora e ancora.
Come non menzionare poi gli strepitosi disegni di Bressan? Un tratto che trova il giusto compromesso tra realismo e fantastico, dove è possibile apprezzare l’estrema cura dei dettagli sia del mondo reale (freddo e sterile, urbano) e quelli del mondo fantastico di Terrenos (carichi di atmosfera, con stupendi paesaggi a perdita d’occhio). Altro fattore importante è la caratterizzazione estrema dei singoli personaggi, ognuno con un proprio preciso aspetto, che permette di identificare subito chi viene ritratto sulla pagina, oltre che ad avere un impatto visivo corposo che non lascia spazio all’indefinito. Il volume saldaPress è consigliatissimo sia per il formato ottimo (brossurato 128 pagg 14,90€ – cartonato 136 pagg 19,90€) che per la qualità dello stesso, ma è il contenuto a fare la differenza. Birthright è la storia fantasy che ameranno anche i non amanti del fantasy, con uno storytelling intelligente e alcune trovate molto accattivanti. Per questa recensione è tutto, ci rileggiamo alla prossima.
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