Per chi non l’avesse vista (e in questo caso scatta il biasimo), Penny Dreadful è una serie televisiva firmata John Logan (che ha lavorato a Il Gladiatore e Sweeney Todd, per capirci) per Showtime. Il genere è quello dell’horror gotico e la serie, già narrata da un nome importante, può vantare un’ altra celebrità: la costumista premio Oscar Gabriella Pescucci.
Ora, si parla di una serie contestualizzata a fine ‘800, dove le donne di classe medio-alta, per garbo e buona educazione, cambiavano abito giusto quattro volte al giorno e con un abbondante quantitativo di sangue e fango ad alleggerire il lavoro da costumista la quale, per ogni puntata, ha dovuto realizzare più copie di un gran numero di abiti.
Ma veniamo al genio…perchè di genio si tratta: non c’è un solo particolare che non sia curatissimo, dall’abito, gli accessori e le acconciature. Eva-bona-come-il-pane-anche-vestita-da-divano-Green è Vanessa Ives: una giovane tormentata da demoni interiori che anche all’esterno non se la cava malaccio ma di contorno ha un armadio che nemmeno Carrie di Sex and the City. Le ispirazioni per il guardaroba della signorina Ives sono diverse ma interessanti: Renoir, Morisot ed altri esponenti dell’impressionismo francese, con la particolarità di un riadattamento molto attento alla moda e allo stile dell’epoca vittoriana.
Rispetto a La Loge di Renoir, ad esempio, (opera del 1874 che ha ispirato uno degli abiti più noti della Ives), le maniche si restringono e sparisce la demi-crinoline, ovvero la struttura a gabbia semirigida di moda nel 1870 che aveva sostituito l’impalcatura più grande e più rigida della crinoline degli anni ’50/’60 dell’800, in favore di una gonna a tinta unita più aderente ma sempre a vita alta.
Ora, questo primo esempio è della parrocchia del “ti piace vincere facile”: lei è una bellezza di altri tempi e il lavoro fatto sui suoi abiti è impeccabile.
Il discorso diventa più complicato per i personaggi maschili: i tre principali soprattutto, sono molto diversi tra loro, sia per ceto sociale che per personalità.
Partiamo da Timoty Dalton, ovvero Sir Malcom Murray. Esploratore inglese, ben istruito e sempre elegante e composto anche in preda a deliri possesivi o coperto di sangue. Si preferisce con la barba e il capello un po’ più lungo ma soprattutto spicca per l’uso perfetto degli accessori del tempo: il frac, il cilindro, il bastone da passeggio e il cappotto. L’idea perfetta di un gentiluomo dell’epoca.
Si passa poi al dandy per eccellenza aka Mr. Dorian Gray che predilige i colori eccentrici e le sete raffinate, dalla camicia alle calze rigorosamente in seta. Uno dei particolari che colpisce di più è la totale assenza della cravatta sui collari ad ala alta, impensabile poiché davvero sconveniente in termini di pudore per gli anni in corso ma completamente coerente con il carattere anticonformista e ribelle del personaggio.
Mr. Chandler, interpretato da un redivivo Josh Hartnett, indossa invece quasi sempre un soprabito lungo e in denim in grado di connotare perfettamente il personaggio di affascinante e ruvido pistolero americano. In realtà, il soprabito di denim gioca un po’ il ruolo della facciata: in alcuni momenti particolari della serie (le notti tormentate di Vanessa, la permanenza a casa della strega bianca) lo vedono perdere di formalismi ed apparenza in favore di abiti più comodi, quasi a renderli parte del suo essere premuroso.
Ora tra i millemila particolari che possono andare a riflettere la psicologia del personaggio in sé, di Chandler ci piace molto la catena dell’orologio da taschino che spunta fuori nelle situazioni formali, di Sir Malcom la ricercatezza degli intagli nel bastone da passeggio e in Dorian Gray l’eccentricità elegante delle camicie di seta.
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