Se c’è una cosa che il Trollo detesta più della censura anti-tette di Facebook, sono le fottute fiere del fumetto. Luoghi di nauseante aggregazione in cui voi maledetti bimbipene travestiti da quellocattivodidetnot, vi sentite in qualche modo rassicurati dalla presenza di altri migliaia di invertebrati sociopatici che condividono le vostre stesse inquietanti turbe mentali. Di questo atavico odio vi avevo già precedentemente parlato QUI, specificando come la mia presenza a queste deprecabili manifestazioni fosse esclusivamente a scopo scientifico e di ricerca.
Ma la verità è che il Trollo è un essere d’odio. Forgiato dalla malevolenza e dal disprezzo, il mio stesso organismo è composto da tessuti di ostilità e fibre di rancore, il tutto tenuto assieme dal disgusto nei confronti del prossimo. E’ quindi normale che mi trovi a cercare fonti sempre maggiori di risentimento che contribuiscano a potenziare il mostro che cresce dentro di me. Quindi, quando quegli inquietanti nerd de Il Bar del Fumetto mi hanno offerto di recarmi lì come inviato speciale, non me lo sono fatto ripetere due volte e sono partito alla volta del Lucca Comics & Games 2015, nel corso del quale ho avuto modo di stilare una nuova raccapricciante classifica delle 7 disprezzabili categorie umane che si incontrano in fiera.
Come sempre la classifica sarà in ordine di pericolosità e servirà a mettervi in guardia dai pericoli umani e subumani che potreste (anzi certamente succederà) incontrare ad una manifestazione di questo genere. Per illustrare al meglio ogni categoria e rendere chiara la pericolosità della stessa, mi sono servito di Carlo Cid Lauro, disegnatore della nota coppia di “artisti” bimbipene che si fanno chiamare Dick and Cok (se lo dicono da soli, senza aiuto di Trollo).
IL PIGIAMONE
Ma porca troia. Passi la dilagante moda del cosplay alle fiere del fumetto. Passi che al 90% di loro fregacazzi dei fumetti e che, per loro, Bonelli è il partner del cane poliziotto Tequila. Passi pure la ferma convinzione di essere ormai parte centrale di manifestazioni di questo tipo (convinti loro…). Ma quello che il Trollo non può proprio tollerare sono i fottuti-Pigiamoni-cosplay, divenuti ormai parte integrante di ogni fiera del fumetto. Che si tratti di pigiamone-pochemon, pigiamone-tigro o pigiamone-minion, la presenza di questi irritanti individui è in costante e pericoloso aumento e mette a serio rischio lo stato di salute psichico dei poveri avventori non pigiamati. Il pigiamone non è un cosplayer e non è un appassionato di fumetti. Non è un videogiocatore, né un appassionato di cinema. Lui/lei vive solo per indossare il suo inquietante pigiama, come se fosse a casa sua e come se avesse ancora 4 anni. Il problema è che NON è a casa sua e di anni, spesso, ne ha una trentina. Come se non bastasse, questo deprimente individuo contribuisce in maniera importante a congestionare la fruizione della fiera, a discapito di chi si reca lì perché interessato e non per andare in giro in pigiama. Andate a farvi fottere dannati Pigiamoni.
LA TRISTE LOTTERIA DEI SORTEGGI
Quella della triste lotteria dei sorteggi è una becera e inumana pratica ormai in uso presso gli stand di alcune tra le più note case editrici. Eviterò di fare nomi per salvaguardare i buoni rapporti tra il Bar del Fumetto e la Panini.
Quest’anno il panico è stato generato dalla notizia della presenza di Stuart Immonen, gigante del fumetto americano, presso lo stand della misteriosa casa editrice. Il solo pensiero di uno sputo di china su un foglio da parte del suddetto ha provocato improvvise e reiterate eiaculazioni da parte di migliaia di bimbimarvel infoiati che si sono, dunque, riversati sul sito della misteriosa casa editrice per conoscere tempi e modalità degli incontri. Purtroppo, loro malgrado, gli sketch hunters hanno dovuto fare i conti con la più dura delle realtà. Anche questa volta, infatti, non sarebbe stata premiata la loro determinazione nel mettersi in fila 16 ore prima, né la loro abnegazione nel riuscire a tollerare per ore il reciproco nauseante fetore. Stavolta, anche stavolta, si sarebbe fatto IL SORTEGGIONE! L’orrore più nero si è quindi dipinto sui volti dei bimbimarvel accorsi: “così il disegnino potrebbe accaparrarselo anche un non-degno. Persino un bambino!!!” Pensa te, un bambino che vince un disegnino ad una lotteria di fumetti. Ignobile! Non c’è più mondo!
Alla fine lo sketch se lo sono aggiudicati in tre: Il Combattente da Sketch Session (e come poteva essere altrimenti..), Pinocuozzo (noto socialblogger, devoto a mammamarvel, che ha compiuto un complesso rituale, sacrificando un’action figure di Batman disegnato da Capullo sull’altare di Stan Lee) e un fortunato bimbo di 6 anni che ha gentilmente chiesto a Stuart uno sketch in bianco e nero. Che poi se lo colora a casa…
QUELLO CHE HA PERSO 2 ORE DELLA SUA VITA PER VEDERE LE PUNTATA 4 DI TWD IN ANTEPRIMA
Sei un nerd con uno stile di vita simile a quello di un orso con un disturbo antisociale? Non parli con un essere umano che non sia tua mamma da oltre sei mesi? Sei a Lucca insieme ad altri 400.000 ragazzi con i tuoi stessi gusti e le tue stesse passioni? MASSI’ DAI, vai a chiuderti al cinema due ore per guardare l’anteprima del fognosissimo quarto episodio di The Walking Dead! In fondo, cosa c’è di meglio che poter vedere una merdosissima puntata di TWD in anteprima, ben 24 ore prima degli altri? Forse avere una vita?
LA NAUSEABONDA BOLLA DI NEBBIA DELL’AREA GAMES
Poco o nulla si sa della Bolla di Nebbia dell’Area Games. Voci confuse raccontano di un luogo impenetrabile circondato da una fitta coltre di vapore iperidrofico che rende impossibile la sopravvivenza di qualsiasi forma di vita conosciuta. Si vocifera che l’enorme struttura messa in piedi per contenere l’area games abbia retto solo per poche ore. Poi, una volta che il fetore di ascella pluricommossa e di sottopalla marcio ha preso il sopravvento, l’area è stata ufficialmente dichiarata zona contaminata e l’ingresso è stato consentito solo a giocatori dalla capacità olfattiva pesantemente compromessa a seguito di millemila sudate di gruppo. Al termine del secondo giorno l’area è stata transennata e le porte sbarrate. Al terzo giorno, inquietanti ombre flatulenti sono state viste muoversi al di là delle vetrate. Il quarto giorno, vagliata ogni altra possibilità, la direzione del Lucca Comics, di comune accordo con esercito e servizi segreti, ha dato l’ordine di sganciare il napalm, fingendo che si trattasse di una rievocazione di Apocalypse Now.
I POP-PINARI
Naturalmente, come in tutte le fiere del fumetto che si rispettino, anche a Lucca i fumetti rivestono sempre minore importanza, lasciando spazio a tutte quelle degradanti e insensate manie, proprie di chi vanta un livello intellettivo pari a quello di una gallina spastica lobotomizzata. Ed è così che diventa normale e sempre più frequente imbattersi in questa fastidiosa categoria sub-umana che risponde al nome di Pop-pinaro.
Il Pop-pinaro, involuzione genetica del collezionista di action figure, si reca in fiera con il solo scopo di acquistare il maggior numero di FUNKO POP possibile, dei pupazzetti deformed in plasica che raffigurano praticamente TUTTO l’universo della cultura pop mondiale. La vastità dei soggetti prodotti dalla FUNKO, infatti, rappresenta l’aspetto più pericoloso di questa fastidiosa mania, dal momento che, l’ignaro Pop-pinaro che crede di riuscire a limitare il proprio impulso d’acquisto ad uno, massimo due Pop-pini, si ritroverà ben presto a desiderare di avere Pop-pini sempre più spesso, fino a diventare completamente dipendente dal Pop-pino. Ora, il Trollo non disprezza affatto i Pop-pini (ci mancherebbe…); ed anzi ama recarsi sui viali la sera per acquistare uno o due Pop-pini a buon prezzo, magari da qualche amica rumena o nigeriana. Purtroppo, quando ho realizzato che quelli che vendevano a Lucca non erano i Pop-pini che cercavo io, era già troppo tardi; e la signora del negozio aveva già chiamato la polizia…
RECCHIONI
Quando si parla di Roberto Recchioni, inevitabilmente ci si trova invischiati in antipatiche polemiche, visti gli antitetici sentimenti che l’autore romano è in grado di suscitare tra il pubblico del mondofumetto. Da un lato, infatti, RRobe riscuote il consenso di molti, grazie a un carattere tosto, un’intelligenza brillante e delle capacità e conoscenze artistiche fuori dal comune; dall’altro però, i toni spesso estremi e perentori usati dal Recchio risultano troppo arroganti e finiscono per ingenerare nel prossimo un odio e un risentimento che neppure il miglior Joffrey Baratheon. Ma, ovviamente, al Trollo fregacazzi di entrare nel merito del Recchioni-pensiero o della Recchioni-arte. Ciò che invece mi preme sottolineare è la sempre crescente ultra presenza dell’artista in ogni ambito fieristico. In soli 4 giorni Recchioni ha totalizzato la bellezza di: 342 fumetti presentati, 16 romanzi, 87 conferenze, 24 mostre, 8 giochi da lui inventati, altri 6 con lui protagonista e ben 93 firma copie. Se stavo allo stand Bao, c’era lui che firmava; poi mi spostavo alla conferenza della Bonelli e c’era lui che parlava; allora, scappavo immediatamente a provare il gioco di Gipi e trovavo lui che faceva una dimostrazione. Piano piano ho iniziato a capire: non è lui ad essere ovunque, ma è Lucca stessa ormai ad essere fatta di Recchioni. Recchioni è negli edifici, sugli scaffali dei negozi e per le strade. Ogni cosa a Lucca è fatta di Recchioni. Lui è in ogni luogo e in ogni persona, ci indica il percorso da seguire e, se ce lo meritiamo, ci punisce per la nostra stolta banalità. Non tentate di sfuggirgli, sarebbe inutile. Piuttosto, accettate la sua dottrina, abbracciate la sua fede e iniziate anche voi ad essere un po’ Recchioni. Tanto si sa che, chi più chi meno, siamo tutti un po’ Recchioni.
I SIGNORI DELLA TRUFFA
A Lucca quest’anno si celebrava l’imminente uscita dell’attesissimo Episodio VII di Star Wars e gran parte dell’attenzione era rivolta alla Disney e alle attività che questa avrebbe organizzato in vista dell’epocale evento. Beh, dobbiamo ammettere che la cara Disney stavolta si è davvero superata: un pacco così ben organizzato non si vedeva dai tempi di Paul Newman e Robert Redford nel celebre La Stangata.
Si inizia con la frizzante presentazione della cazzutissima spada laser di Kylo Ren della lunghezza di ben 5 metri (cosa che avrebbe dovuto mettere in allarme gli sfinteri di tutti i fan presenti). Nella meravigliosa cornice di Villa Bottini, le centinaia di fan presenti da ben tre ore prima, nel corso di un lento ma inesorabile processo di congelamento, continuano a domandarsi a quali meraviglie assisteranno, ipotizzando – magari – la presenza a sorpresa di Harrison Ford o dello stesso JJ Abrams. Ma, dalla lunga passerella che fa tanto Haute Couture, al posto di Han Solo, fa capolino solo quel coglionoide di Daniele Bossari (appositamente scongelato dal blocco di carbonite in cui era prigioniero dal termine del Festivalbar ’99) che, con una supercazzola prematurata come se fosse Jar Jar Binks, presenta la gigantesca spada laser del cazzutissimo Kylo Ren. Fine. Tutti a casa. Bruciate i corpi di quelli che non ce l’hanno fatta.
Al termine dell’ignobile messinscena, il bilancio è drammatico: 38 nerd congelati, 18 i decessi per overdose di bestemmie e un accenno di sommossa popolare, subito sedata dai responsabili della Disney che hanno spinto giù dalla passerella il povero Bossari per saziare la sete di sangue del pubblico.
Con uno spadone laser di 5 metri piantato nel retto, i poveri ma speranzosi fan di Star Wars hanno dunque fatto ritorno a casa, in attesa del MAXIEVENTOSTARWARS del giorno seguente: 20 CAZZODIMINUTIDISTARWARSEPISODIOVII!
Anche questa volta, però, gli stolti non avevano fatto i conti con I Signori della Truffa. Ed è così che 20cazzodiminutidistarwarsepisodioVII, si trasforma in 20minutiditrailerprecedentipiùJJchedicecheilfilmèunafigata. Fine. Tutti a casa. Ma niente morti stavolta. Rivolta popolare e stand Disney saccheggiati e dati alle fiamme. Mi sembra il minimo.
Bene cari Bimbipene, da oggi, al posto di seguire la stupida pagina de Il Bar del Fumetto (dalla quale vi esorto subito a rimuovere il like), potete seguirmi direttamente sulla mia nuova, cazzutissima pagina FB. Tranquilli, non lo faccio per diventare famoso. Lo sono già.