Snoopy & Friends – Peanuts il film (recensione)

L’attesa è stata tanta, specialmente per gli amanti del mondo di Snoopy e Charlie Brown. E alla fine il momento è giunto, il nuovo film della Blue Sky, nome noto per L’Era Glaciale, è uscito nelle sale italiane.

Affrontare il mondo dei Peanuts non è facile, la comicità do oggi è profondamente mutata rispetto al secolo scorso. Probabilmente saranno pochi i giovani d’oggi in grando di goedere pienamente di tutte le sfumature ironiche delle strisce a fumetti o dei film/episodi che dagli anni ’70 in poi vennero prodotti per la TV, come Un bambino di nome Charlie Brown (1969 – B. Melendez). Non tanto perché quelle battute siano legate a una determinata epoca (tutt’altro), ma perché l’arguzia di cogliere una comicità più ironica, ha lasciato sempre di più spazio a gag d’impatto immediato; mentre i Peanuts si trascinavano con se un filo di amarezza ed una critica alla società adulta. Il mondo di Charlie Brown, eterno sconfitto, viaggiava fra fantasia e realtà, assurdità e comportamenti decisamente umani, lo stesso film sopracitato da la conferma di quanto fosse ambigua quell’ironia: Charlie Brown perde, perde nella gara in cui rappresentava tutti i suoi amici ed i sogni di quest’ultimi, sconfitto non vuole più fare nulla se non restare a letto al buio… eppure Linus, amico fidato, gli rivela che infondo: «Non è stata la fine del mondo.» Capito questo lui si alza e gira per il quartiere dove il sole splende e tutti si divertono e giocano anche senza di lui, nonostante la sua sconfitta in diretta televisiva. C’è tanto da riflettere dietro tutto ciò. Non viene data alcuna lezione scontata e moralistica, quasi da fiaba, ma viene raccontata la realtà dei fatti e la realtà ha sempre un che di paradossale e ironico se vista da fuori, proprio come fa lo spettatore con i personaggi dei Peanuts.

Snoopy & Friends tenta l’ardua strada non solo di rappresentare visivamente un mondo legato ad un chiaro e preciso stile grafico e animato, ma vuole prendere quelle sue caratteristiche sopracitate e modernizzarle.

Steve Martino, regista del film, sarà riuscito in quest’ardua impresa?

Trama
art7Charlie Brown, si sa, è il ragazzo più sfortunato del quartiere, incapace di far volare gli aquiloni, incapace di giocare a baseball e con una media scolastica non eccellente. Il suo vivere quotidiano, però, viene scosso dall’arrivo di una nuova ragazza: la famigerata ragazza dai capelli rossi di cui Charlie Brown si innamora immediatamente. Ma sa che lei è qualcuno, mentre lui non è nessuno e (come spiega nel film lui stesso) un nessuno non può pensare di avvicinare una persona che è qualcuno! Di conseguenza farà di tutto per farsi notare dagli altri e diventare una celebrità.
Chi conosce il personaggio sa già bene che non sarà per niente facile e che, probabilmente, come sempre fallirà, nonostante i buoni consigli del suo bracchetto Snoopy.

Analisi
La trama di per se è molto semplice, ma è giusto che sia così. I personaggi creati da Schulz non sono mai immersi in storie complesse o cariche di intrecci ma in storie lineari che sulle singole battute fanno esplodere tantissime interpretazioni, da quelle più basilari adatte ai bambini a quelle più complesse per gli adulti (sebbene io sia convinto che la comicità dei Peanuts, probabilemente, sia meglio recepita dai bambini piuttosto che dagli adulti).
Dunque il compito più arduo lo hanno avuto gli sceneggiatori, i quali, basandosi sulle famose strisce a fumetti, hanno dovuto racchiudere i tanti classici tormentoni pur seguendo una chiara trama centrale.
Un compito arduo, dunque, ma un risultato apprezzabile.

Il film scorre piacevolmente e piacevolmente ci si prepara alla risata riconoscendo le varie situazioni classiche, come quando Snoopy sta per scrivere con la sua macchina da scrivere e tutti (almeno i lettori dei Peanuts) non aspettavano altro che il famoso incipit: «Era una notte buia e tempestosa…».

art5In modo abbastanza omogeneo tutti i personaggi hanno il loro piccolo spazio dove esprimere la propria essenza, ovviamente con i limiti di tempo che il film impone, divorati un po’ troppo dalle gag riservate a Woodstock e Snoopy che, in effetti,  potevano essere accorciate ma non a torto sono così tanto rappresentate nel film.

Snoopy & Friends subisce un po’ questo desiderio di emulare le storiche situazioni, risultando, sì piacevole ma al tempo stesso anche un po’ falso nella sua identità. Purtroppo, però, era pressoché inevitabile cadere in questo tranello…

Per il resto la sceneggiatura è gestita benissimo e, nota di merito, sembra quasi che il racconto di Snoopy e le sue conseguenti fantasie sulla caccia al Barone Rosso, seguano le onde emotive della storia di Charlie Brown nei confronti della ragazzina dai capelli rossi, generando anche grande ilarità.
Inoltre viene sottolineato moltissimo il legame fra Snoopy e Charlie Brown, restituendo allo spettatore tutta la comicità del duo ma anche l’intensità della loro amicizia.

Una delle colpe più grandi del film, comunque, è di non aver usato una colonna sonora jazz come storicamente accaduto in tutti i film dei Peanuts, preferendo unire i brani classici con altri più pop o disco-pop. Una scelta dettata, evidentemente, nell’ottica di quella modernizzazione di cui parlavano in precedenza.

Dal punto di vista grafico, invece, Snoopy & Friends poteva essere l’occasione per rilanciare il 2D, considerato che i personaggi si prestano perfettamente ad un’animazione bidimensionale, più che ad un classico modello in CGI. Tuttavia il lavoro svolto dallo studio per tentare di riprodurre gli effetti del disegno a mano, con la sua conseguente perdita di profondità, è da lodare.

La Blue Sky ha dovuto fondare appositamente un’università sui Peanuts, per tentare di capire come riprodurre lo stile grafico del maestro Charles M.Schulz usando la computer grafica. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e lo è stato sin dal primo teaser trailer. Proprio il design di Charlie Brown conquistò molti appassionati del settore, convincendoli a dare una chance al film.

Gli ambienti si appiattiscono, gli occhi e la bocca vengono animati come fossero disegnati a penna, i personaggi vengono accompagnati dalle classiche linee di movimento (già presenti nei precedenti cartoni) e si fa uso di uno sdoppiamento dell’immagine, quando è in velocità; tutti elementi che rendono l’esperienza visiva la parte migliore del film.

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Voto finale: 7,5/10

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