Settimana molto strana per le due serie The Flash e Arrow. Se la prima migliora ma non convince ancora pienamente, la seconda convince ma continua a presentare i soliti limiti.
Come sempre partiamo dalla serie sul velocista scarlatto, dove Barry e il suo team sono impegnati a salvare la vita al dottor Martin Stein, il cui organismo è stato reso instabile con la “morte” di Ronnie Raymond. Due possibili candidati si presentano ai nostri e la cosa che colpisce subito è che si tratta di due persone di colore: forse alla CW si sono resi conto che mancava ancora all’appello un supereroe di colore e volevano rimediare? Comunque tra la solita valanga di parole pseudoscientifiche e colpi di scena degni del peggior fumetto di serie Z, abbiamo un nuovo Firestorm. Proprio nel finale di puntata però troviamo il succo dell’insoddisfazione che si prova a vedere Flash perché oltre ad una fugace apparizione di un trashissimo King Shark, ritorna il dottor Harrison Wells e quindi la prossima settimana ci aspetta l’ennesimo episodio con un personaggio che vuole guadagnarsi la fiducia del “team Flash”. Dove abbiamo già visto questa cosa? Ah già: con Captain Cold, con Jay Garrick, con Golden Glider, con Firestorm e con tutta una serie di altri personaggi.
D’altro canto anche le sottotrame meno incentrate sul supereroistico stentano a diventare coinvolgenti. Iris prima decide di perdonare sua madre (la quale ha una malattia mortale) poi però scopre che la donna ha un altro figlio, di cui lo stesso Joe non è a conoscenza, e decide di mandarla a quel paese… come del resto staranno facendo molti spettatori ultimamente. Non bastano i pochi indizi su una probabile storia d’amore che arriverà tra Barry e Patty (di uno scontato megagalattico, ma tant’è…) oppure tutti i tentativi di rallentare le trame di Cisco e Jay Garrick. L’hype per i nuovi episodi è davvero ridotto a zero o quasi, la serie non ha mordente, ogni puntata è godibile ma per niente coinvolgente e si spera che l’arrivo di Wells o il futuro scontro con Zoom possano portare nuova linfa alla serie.
Passiamo a versanti più “felici” con Arrow. Se questa serie non vi piace, non vi è mai piaciuta o non vi ispira una visione, vi invito a recuperare il dialogo tra Oliver e il capitano Lance proprio di questo quarto episodio. Trovo che gli sceneggiatori abbiano davvero capito come coinvolgere lo spettatore “nerd” e quello “profano” in questa quarta stagione: da un lato troviamo scene d’azione migliorate e più crude, con lo scontro ideale tra il rappresentante della Legge (corrotto) e il vile eroe che non mostra il suo volto (ma è un uomo retto e giusto); dall’altro lato troviamo invece rapporti interpersonali ben pensati, non forzati e segreti che in futuro mineranno lo status quo degli stessi (senza però apparire forzati o come colpi di scena, bensì come naturali tasselli dello sviluppo dei personaggi).
Ora da qui a dire che Arrow sia un capolavoro ce ne passa! La serie dovrebbe edulcorarsi dai continui cali di recitazione, regia, azione, sceneggiatura a cui ancora è soggetta, ma l’aver intrapreso la strada della città in fase di decadimento è sinonimo di hype, contrariamente appunto a Flash. Un punto sul quale sono ancora molto perplesso è la candidatura di Ollie a sindaco di Star City. Ce n’era davvero bisogno? Gli autori hanno già in testa dove andare a parare con questa scelta o stanno semplicemente aggiungendo altra carne al fuoco per poi improvvisare? Fatto sta che la serie procede bene e la prossima settimana avremo il ritorno sul piccolo schermo di John Constantine, abbandonato dalla NBC per lidi completamente diversi. Spero che la CW abbia i mezzi e la possibilità di riportare l’hellblazer in tv, in modo altrettanto accettabile come è stato per la prima stagione. Per questa settimana è tutto, ci rileggiamo alla prossima.
PS: colgo l’occasione per ricordarvi che ogni Giovedì recensisco queste due serie TV su SFumettando, il programma radiofonico dedicato al fumetto che presento con Enrico. Per seguire la diretta vi basta andare sulla sezione Social del Bar.
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