Nuova settimana, nuovo immancabile appuntamento coi nostri eroi DC Comics preferiti. Flash e Arrow tornano sul piccolo schermo con due nuovi episodi e, come sempre, le sorprese non sono mancate.
Cominciamo dal “velocista scarlatto”, come lo stesso Barry dice di essere soprannominato proprio in questa puntata. C’eravamo lasciati con l’apparizione di Jay Garrick, il Flash di Terra-2 ed è proprio da lì che riparte questo nuovo episodio. Come classico modus operandi di questa nuova stagione, Barry si dimostra subito restio a trattare amichevolmente con questa new entry. Sebbene questo non sorprenda, è del resto del “Team Flash” che dobbiamo stupirci: dopo tutto quello che hanno passato sei mesi fa, si fidano da subito e ciecamente di uno sconosciuto, cercando di convincere Barry di essere lui in errore. Insomma, cose dell’altro mondo (non so se avete colto il riferimento… lasciamo stare, va…).
Ancor più sorprendente resta la piattezza di questo inizio di stagione: molti buchi di trama, poche spiegazioni al momento giusto quando invece ci si perde in supercazzole pseudo-scientifiche per mezza puntata, ma soprattutto pesa il ritorno del conclamato e ormai prevedibile schema narrativo della prima stagione: appare il metaumano, all’inizio Flash le prende, poi con una serie di spiegoni scientifici Flash abbatte il cattivone di turno. Fine. Anche i rapporti interpersonali sono a dir poco replicati dalla scorsa stagione, anche se il finale di puntata sembra aprire qualche spiraglio di luce: non solo dal nulla vediamo apparire quella che dovrebbe essere la madre di Iris, ma assistiamo al ritorno del dottor Wells… di Terra 2! Staremo a vedere se queste novità riusciranno a rompere questo schema prevedibile.
Se Flash convince sempre meno, Arrow convince sempre di più (in parte). Anche qui assistiamo all’ennesimo tentativo di trovare un Sindaco per Star City, regolarmente ostacolato dal cattivone di turno (dietro cui scopriamo esserci il solito Damien Darkh). Questa volta però la novità è rappresentata dalla “nascita” di una nuova nemesi di Freccia Verde (finalmente possiamo chiamarlo così): Anarchy (anche se poi si tratta di un villain di Batman, ma lasciamo stare). Quello che però sto apprezzando di Arrow è quello che manca in Flash: rapporti interpersonali. Le botte da orbi vanno bene ma fino ad un certo punto, poi una serie ha bisogno di coinvolgerti dal punto di vista “emotivo”. E Arrow quest’anno ci sta riuscendo.
Stiamo assistendo alle conseguenze di tutto quello che è successo nelle precedenti stagioni (dalla “caccia” di Diggle degli assassini di suo fratello, al vuoto di potere creato a Star City con la morte di Moira Queen, fino al bisogno di salvare Sarah provato da sua sorella Laurel) e, cosa ancora più incredibile per Arrow, il tutto sta procedendo abbastanza bene. Solita nota positiva la “virata ridanciana” apportata alla serie, che ripulisce gli episodi dall’aria immotivatamente tetra che ha governato le vicende legate alla Lega degli Assassini. Vedere Amell sorridere con fare sornione è più credibile che vederlo serio mentre tenta di simulare tristezza (ogni volta non capisco se sto guardando una statua di bronzo o un essere umano).
Migliore, sul versante citazionistico, la serie con protagonista Barry Allen: l’inserimento di Patty Spivot apporta sicuramente nuove dinamiche alle trame (soprattutto se pensiamo all’aspetto romanzesco) e sarà interessante assistere al rapporto che si instaurerà tra i due; allo stesso modo è d’obbligo citare la scena che riprende la famosa copertina che ritrae appunto i due Flash intenti a salvare un cittadino bisognoso di aiuto (si tratta della copertina di “Flash of Two Worlds”, Flash #123 del 1961). Meno interessante il recupero di Anarchy realizzato in Arrow. Tra citazioni, nuovi inizi e tanti piccoli indizi sulle prossime puntate, le due serie DC Comics procedono un po’ più speditamente, con la speranza che si migliori sempre più. E noi ci rileggiamo alla prossima.
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