Come ogni anno con l’arrivo dell’autunno tornano le nostre serie preferite. Tra le giornate di ieri e di Martedì ci sono state le season premiere della seconda stagione di The Flash e della quarta stagione di Arrow. Iniziamo quindi con una serie di analisi scritte a “quattro mani” da me e da Marco Sciarra.
Partiamo con Flash, ottima prima puntata, solida dal punto di vista della narrazione, non abbiamo problemi di continuity come spesso accade (esempio: le prime puntate di Gotham). Si é istaurato un gran bel rapporto tra la città e l’eroe, cosa completamente diversa dal rapporto tra Arrow e Star City. Il buco nero é stato fermato, ma l’eroe non é il nostro caro Barry, come sarebbe facile pensare, ma bensì Ronnie, si il nostro Firestorm si sacrifica generando un’esplosione nucleare all’interno del buco nero. Ottima l’introduzione del villan di questa puntata, Atom Smasher, impersonato dall’ex wrestler Adam Copeland (AKA Edge), metaumano che può ingigantirsi assorbendo radiazioni collegato al grande villan di questa stagione: Zoom. Molto sviluppata é la psicologia dei personaggi, Caitlin diventa molto fredda e distaccata iniziando il suo processo di isolamento che la porterà a diventare Killer Frost; anche Cisco inizia a cambiare, ed in lui iniziamo a vedere i primi effetti che lo porteranno a sviluppare i poteri di Vibe. Menzione speciale va fatta a uno dei personaggi più attesi di questa stagione, ovvero Jay Garrick, il Flash di Terra 2, che verrà approfondito nei prossimi episodi.
Flash si conferma un’ottima serie, ben realizzata da tutti i punti di vista, una serie piena di emozioni, carica di azione, fanservice e sentimento; con un protagonista che entra profondamente in contatto emotivo con lo spettatore, un eroe tanto speciale quanto umano. Non sono mancati sicuramente i difetti però in questa puntata. Oltre ad una serie di accelerazioni e risoluzioni affrettate (vedi il finale di Atom Smasher o la vicenda legata al padre di Barry), hanno influito una recitazione leggermente al di sotto dello standard dello scorso anno e un po’ di confusione dal punto di vista dello storytelling. Si spera che il materiale buttato nella mischia in questo episodio sia regolarizzato, in modo da rendere più fluida la trama (qualità nella quale Flash eccelleva).
Anche in Arrow ci troviamo di fronte a un’ottima puntata, direi inaspettatamente migliore di Flash. Guardandola ci si chiede se sia realmente la stessa serie che abbiamo visto lo scorso anno. Accantonata la storyline di Ra’s al Ghul che ha fatto più male che bene alla serie, ci troviamo difronte ad un Oliver in parte diverso, un Oliver finalmente felice, che ha abbandonato Star City con la sua amata Felicity, con cui conduce una vita normale. Sì una vita felice e normale che però non si addice molto e al personaggio, che infatti si trova costretto a tornare a Star City per aiutare Laurel, Thea e Diggle nel combattere un nuovo e potente nemico: Damian Darhk. Di questo nuovo villain ne abbiamo già sentito parlare durante la scorsa stagione, infatti il signor Darhk era uno dei pretendenti al trono di Ra’s Al Ghul, nonché attuale capo dell’H.I.V.E. e mandante dell’omicidio del fratello di John Diggle. Questo nemico introduce il tema magico nella serie di Arrow e spiega perfettamente il futuro coinvolgimento di John Constantine (che vedremo nel quinto episodio).
Passiamo al lato dei costumi, cosa che mi spaventava non poco. Il nuovo costume di Oliver é davvero molto bello e simile alla sua controparte cartacea, già dalle prime immagini era molto convincente, ma visto in azione é pure meglio; mentre il costume di Diggle, che era il più preoccupante (dalle prime immagini non sembrava granché, soprattuto l’elmo photoshoppato clamorosamente), in azione ha il suo perché, non é per niente disturbate, anzi. Lo stravolgimento più profondo riguarda senza dubbio proprio il personaggio e la recitazione di Stephen Amell. Finalmente l’attore può mostrare più liberamente il suo spirito scanzonato (nella vita privata si attiva molto nel rapporto coi fan e non si esime dal pubblicare stupidaggini di ogni genere), ma è un mood soprattutto aderente al personaggio di Freccia Verde. Nei fumetti Oliver Queen è sempre pronto a scherzare o a mostrarsi irriverente nei confronti dei suoi antagonisti, diventando serio solo se la situazione lo richiede davvero. Una bella partenza per Arrow che fa ben sperare per il futuro, ma ancora ci si astiene dal cantar vittoria. In conclusione entrambe le puntate sono promosse a pieni voti e fanno ben sperare per il proseguo della serie. Ah giusto, fate caso al secondo flashback della puntata di Arrow, noi vi diciamo solo JORDAN!
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