In questi giorni su alcuni siti è apparsa una notizia insolita: pare che la DC sia in crisi con un debito di circa 2 milioni di dollari. Facciamo quindi il punto della situazione, cercando di entrare nel merito della questione senza prendere posizione.
Prima di tutto dobbiamo analizzare l’aspetto tecnico, per così dire, della suddetta “crisi”. La DC Comics in USA adotta una politica di vendita particolare, autorizza infatti le fumetterie al reso della merce. Questo vuol dire che possono esserci molte richieste per determinati comic-book, ma non sempre le copie richieste sono effettivamente quelle vendute, anzi. Molto spesso quindi la DC vede tornare all’ovile buona parte della merce messa in commercio (e quindi stampata), soprattutto perché i negozianti ordinano più copie rispetto a quelle effettivamente necessarie. Altro fattore, questa volta più recente, è il trasferimento da una costa all’altra: lo spostamento a Burbank pare sia costato più del previsto. Insomma decisamente una politica di gestione dei fondi (e dello stanziamento relativo) non corretto, a quanto pare.
Passando a questioni di vendite, le vendite DC Comics sono costantemente in calo. Dopo un boom di vendite nel primo anno del New52, lentamente ma progressivamente il fatturato è sceso, costringendo l’azienda al “mini reboot” di Giugno (DCYou, che non si è ancora concluso e questo la dice lunga). La scelta di scrivere su personaggi “standard” è stata bocciata in prima istanza (appunto, il calo post-New52), ma anche investire su un nuovo mood (fatta eccezione per le due testate Batgirl e Harley Quinn), non si è rivelato vincente, stando almeno ai dati recenti (pare infatti che la DC abbia piazzato in Top30 solo pochi titoli, addirittura solo 3). Né tantomeno è servito a qualcosa il maxi evento Convergence, coi suoi tanti e noiosi tie-in. A quello detto poco sopra, bisogna quindi aggiungere che il fattore novità non è stato ben percepito dal pubblico statunitense.
Andando avanti con l’analisi delle cause di questa probabile crisi non si può che tirare in causa i due “capoccia” della DC Comics, ovvero Dan DiDio e Jim Lee (ai quali si può aggiungere il solito Geoff Johns). La cura editoriale degli scorsi mesi ha effettivamente lasciato a desiderare, sia per mancanza di idee sia per un cattivo sfruttamento delle idee più coraggiose. Ancora oggi ai lettori brucia l’abbandono di Williams III e Blackman da Batwoman, così come l’abbandono di autori del peso di Jeff Lemire (Animal Man, Justice League United), come pure la scelta di chiudere l’ottimo ciclo di Azzarello su Wonder Woman (o comunque di non confermarlo per una nuova stagione). Queste e altre scelte editoriali sono sicuramente la causa di lettori scontenti, ai quali viene fatta annusare la novità e l’originalità, per poi trovarsi puntualmente a leggere la solita solfa (vedi serie come Deathstroke, Superman Batman, Flash post Manapul/Buccellato). In alcuni casi la ventata d’aria fresca c’è stata (Grayson, Batgirl, Gotham Academy, Gotham by Midnight) ma spesso bisogna ammettere che queste novità erano “pipistrello-centriche”, sfruttando il sempre intramontabile Batman con la sua Bat-family.
In conclusione gli errori sono stati e sono molti. Basta già vedere come la diretta concorrente Marvel ha deciso di approcciarsi ai suoi eroi: continue riproposizioni, cicli di 12-18 issue, recupero di personaggi “minori” in chiave pop/underground (Moon Knight, Iron Fist, Ant-Man, She Hulk, Miss Marvel, ecc), reciproche connessioni con mondo dei cinecomics (che, inutile negarlo, significa nuovi lettori). Ma anche in termini di marketing stretto la Marvel sembra avere idee migliori: basti pensare alle miriadi di variant che puntualmente vengono pubblicate, al tono leggero di molte testate per avvicinare un pubblico giovane, alla conferma degli autori amati dal pubblico. La DC Comics ha i mezzi e le potenzialità per affrontare questo periodo buio, ma deve prima di tutto rinnovarsi (e la scelta di far tornare Superman al suo status quo, pre-DCYou fa capire come si stia andando in direzione opposta), magari cambiando qualcosa ai vertici e investendo maggiormente sui tanti autori emergenti, attingendo al forziere Image ad esempio. Ora gli occhi sono tutti puntati al terzo capitolo della saga del Cavaliere Oscuro di Frank Miller. Con la speranza di tornare a leggere il maggior numero possibile di storie di qualità, vi invito a farmi sapere cosa ne pensate. Alla prossima.
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