I sogni sono sempre stati, direttamente o indirettamente, fonte di grande ispirazione per la narrativa classica e moderna. Gente come Gaiman, Lovecraft, Poe, Baudelaire (per dirne solo alcuni), si sono ispirati al proprio pantheon onirico per dar vita ai loro racconti, ai loro personaggi.
Uno dei primi fumetti a prendere a pretesto il sogno per farne narrativa fu Little Nemo.
Little Nemo (che sostanzialmente si potrebbe tradurre come Piccolo Nessuno) è il personaggio di una serie settimanale di fumetti del disegnatore statunitense Winsor McCay. Appare sul New York Herald dal 15 ottobre 1905 al 23 aprile 1911 e in seguito sul New York American dal 1911 al 1913.
Successivamente McCay realizzerà le ultime tavole di Nemo tra il 1924 e il 1927 nuovamente per il New York Herald.
Il titolo originale della serie è Little Nemo in Slumberland (Il piccolo Nemo nel Paese del dormiveglia, tradotto in Italia e, siccome siamo sempre un po’ artisti in questo, dapprima come Bubi nel Paese del dormiveglia per poi tornare al nome originale Little Nemo), diventato In the Land of Wonderful Dreams (Nella terra dei sogni straordinari) dopo il trasferimento sul quotidiano di Hearst.
Nemo è un bambino che ogni notte, sognando, si “trasferisce” nel fantastico mondo dei sogni, presieduto da sua altezza Re Morfeo (ricorda niente?) e che vive fantastiche avventure in cerca della Principessa (che si chiama Principessa) che lo ha mandato a chiamare perché ha bisogno di un compagno di giochi.
Nemo riuscirà finalmente ad entrare a Slumberland solo il 4 marzo 1906, ma per imbattersi nel suo primo nemico, un personaggio con il sigaro in bocca di nome Flip Flap, invidioso di Nemo perché vorrebbe incontrare la Principessa per primo, e per tale motivo gli crea continuamente ostacoli. Col tempo Nemo diventerà amico di Flip. Il primo incontro tra Nemo e la Principessa avrà luogo l’8 luglio 1906. In seguito entrerà nella serie un nuovo personaggio, un indigeno di colore chiamato The Imps che insieme a Nemo e Flip costituirà il nucleo centrale di personaggi su cui si svilupperanno le storie.
Cos’è Slumberland? “La terra del sonno leggero” o “del dormiveglia”.
Slumberland è il regno di Re Morfeo, il dio del sonno, e quindi comprende tutti gli scenari straordinari e fantasiosi – o talvolta confondibili con la realtà – che Nemo visita quando si addormenta, da quelli giganteschi a quelli minuscoli, nelle profondità degli abissi o negli ampi spazi celesti fino alle stelle. Anche se il termine Slumberland scompare dal titolo quando McCay passa ai giornali di Hearst, il mondo non cambia e Nemo continua a visitare la terra dei sogni meravigliosi (the Land of Wonderful Dreams).
Nelle brevi occasioni in cui Nemo interagisce con il mondo reale (vale a dire l’ultima vignetta della tavola) la scena raffigura il suo letto con a terra, generalmente, le scarpe (da notte); rarissimamente lo scenario cambia, e quindi in questi rari momento lo troviamo, ad esempio:
1) seduto a tavola e addormentato di fronte alla cena (24 novembre 1907)
2) in piedi in un corridoio (1° dicembre 1907)
3) di fronte all’albero di Natale (15 dicembre 1907)
4) mentre cade da un’amaca (10 settembre 1911)
5) sul banco di scuola mentre la maestra lo sgrida per essersi addormentato (26 maggio 1912)
6) al tavolo con la nonna mentre legge “I viaggi di Gulliver” (6 aprile 1913).
La cosa che subito colpisce, se si prende in mano una delle tavole di Little nemo, è la cura maniacale del dettaglio propria dello stile di McCay ed i meravigliosi colori. Ora, considerando che McCay non faceva solo quello e che le tavole avevano uscita settimanale, si resta ancor più sbalorditi dal lavoro immane che egli era in grado di portare a termine, senza mai che le storie risultassero poco curate, scialbe, tirate via né da un punto di vista visivo né da quello narrativo.
Oltretutto Nemo è “portatore” di innovazioni in campo fumettistico che faranno scuola:
Mai una tavola è per impostazione e gabbia uguale ad un altra. McCay rompe con la tradizionale struttura rigida delle tavole, componendole nella più completa libertà espressiva, e lavorando sulla struttura e composizione di tavole e vignette in maniera funzionale a ciò che sta narrando, all’effetto che vuole ottenere, alle sensazioni che vuole provocare (cosa che verrà ripresa, più o meno consapevolmente da un altro devastatore/ricostruttore di mondi fumettistici e narrativi: Moebius). Il fumetto assume così un dinamismo cinematografico (ed in alcuni casi McCay anticipa anche intuizioni che solo in futuro saranno recuperate dal cinema, carrellate, soggettive, movimenti di macchina).
Le vignette si adattano al contenuto ed il contenuto alle vignette. Saranno in molti a studiare e recuperare le geniali invenzioni di McCay, la cui leggibilità chiara ed immediata rappresenta una dimostrazione lampante delle grandi capacità pittoriche e narrative dell’autore. Ed anche attraverso l’uso sapiente dei colori, delle chine e dei contorni di oggetti e figure egli riesce a dare vita a trovate e rappresentazioni geniali e fantasiose.
Tutto questo al netto delle invenzioni surreali, visive-visionarie e narrative (inzuppate a piè pari in litri e litri di Art Nouveau), alla profondità del mondo da lui creato che fanno di Nemo un ideale discendente di Alice di Carroll.
Little nemo è un personaggio talmente radicato nell’immaginario fumettistico, che ci sono quattro progetti che lo vedono ancora oggi protagonista: Alan Moore, per la sua Electricomics, starebbe ideando Big Nemo (disegnato da Colleen Doran) come un ideale proseguimento di Little Nemo; ha superato il suo traguardo economico un progetto su Kickstarter intitolato Little Nemo: Dream Another Dream, si tratta di un volume con tavole e omaggi dedicati al personaggio di McCay realizzati da oltre un centinaio di artisti. Tra i nomi più importanti coinvolti nel progetto si segnalano Michael Allred, Paul Pope, J.H. Williams III, Charles Vess, David Mack, Craig Thompson, Bill Sienkiewicz, P. Craig Russell, Jill Thompson, John Cassaday, Mark Buckingham e Nate Powell. IDW ha pubblicato negli USA Little Nemo: Return to Slumberland, serie regolare scritta da Eric Shanower (Il Meraviglioso Mago di Oz) e disegnata da Gabriel Rodriguez (Locke & Key). Infine c’è Frank Pé, che ha realizzato il primo volume di una sua personale serie, intitolato Little Nemo: Wake Up! Pé ambienta le nuove avventure in un contesto moderno dove esistono iPad e pacchetti di sigarette.
Qualche curiosità
Per disegnare little Nemo, McCay si ispirò al figlio, Robert McCay.
Per il 107esimo anniversario della nascita di Little Nemo, google gli tributò uno dei suoi più bei doodle.
Lo stesso fumetto viene ripreso nel 1989, nel film di animazione Piccolo Nemo – Avventure nel mondo dei sogni (Little Nemo: Adventures in Slumberland).
Il personaggio di Little Nemo appare anche nel videogioco del 1990 Little Nemo: The Dream Master.
Vittorio Giardino omaggia la creatura di McCay attraverso il fumetto erotico Little Ego.
I sogni di Nemo erano spesso collegati ad un preciso evento dell’anno, come ad esempio il Natale, la Pasqua o il Capodanno, in coincidenza con il momento in cui venivano pubblicate le tavole.
Non lo faccio mai, ma voglio concludere questo viaggio citando Oreste del Buono, che in un interessantissimo articolo introduttivo al mondo di Slumberland pubblicato sulla rivista Linus nell’ottobre 1969, in occasione dell’uscita della prima raccolta antologica italiana delle tavole di Little Nemo ad opera di Garzanti, scrisse: “Siamo proprio sicuri che, in fin dei conti, non abbia detto di più su questo sciocco secolo McCay con Little Nemo in Slumberland che Freud con l’interpretazione dei sogni?”.
Sicuramente è uno dei fumetti che ha cambiato il modo di vivere, di fare e di leggere i fumetti.