Una premessa è d’obbligo: non si può giudicare in alcun modo un fumetto dalle prime 22 pagine. Troppo poco il materiale a disposizione, sia sotto l’aspetto della trama, che dal punto di vista stilistico. La conseguenza è che risulta davvero arduo esprimere un parere sul primo episodio di Rim City, uno dei tre titoli legati al “Progetto Atomico” del Doc Manhattan che abbiamo avuto modo di gustarci in questa torrida estate. Ciò che si può fare, però, è dare un giudizio sulle premesse di questo progetto editoriale fondato sul crowdfunding e messo in piedi, come detto, da Alessandro Apreda (per gli antristi, il Doc Manhattan) e Matteo Casali.
Il Progetto Atomico è una delle proposte più interessanti della rete in tema fumettistico, nata dall’esigenza di proporre buoni prodotti a prezzi ridotti rispetto a quelli che caratterizzano l’attuale mercato. Un’iniziativa che partiva con l’idea di trovare attuazione unicamente attraverso il supporto digitale, ma che, grazie alla collaborazione con saldaPress, è riuscita a concretizzarsi anche sul cartaceo. All’interno del Progetto Atomico si uniscono, sia esordienti che grandi nomi del fumetto italiano e internazionale (Francesco Mattina, Giuseppe “Cammo” Camuncoli, Tuono Pettinato), a testimonianza dell’alto livello qualitativo delle storie e della forte ambizione che caratterizza gli ideatori di questo prodotto. In questa “prima stagione” sono state tre le campagne di crowdfunding proposte sul sito Indiegogo: Rim City, Quebrada e Zeroi.
In particolare, Rim City, scritta dallo stesso Alessandro Apreda e disegnata da Daniele Orlandini, si appresta a sbarcare presto anche nelle fumetterie, grazie, come detto, alla collaborazione con saldaPress. Vediamo di conoscere un po’ meglio questo titolo.
In un ipotetico futuro post apocalittico, i pochi esseri umani sopravvissuti si sono rifugiati a Rim City, una città fortezza sommersa, sotto la cui cupola tenta di proteggersi ciò che resta della civiltà che conoscevamo. Gli uomini sopravvisuti alla catastrofe, infatti, conducono le loro esistenze lontani dal calore della luce del sole, abituandosi ad una vita priva di emozioni e di felicità o togliendosi la vita in un gesto di estrema disperazione. Inoltre a Rim City è in atto una vera e propria insurrezione da parte di alcuni fanatici religiosi che si oppongono strenuamente al governo reggente. In questo turbolento contesto conosciamo Kendra, capitano del corpo dei Tridenti, la forza di polizia cittadina al servizio del Console di Rim City. Kendra sembra comprendere le menzogne che si nascondono dietro le false promesse delle istiuzioni cittadine e, sin da subito, il suo personaggio sembra combattuto tra il suo senso di obbedienza e il suo istinto di giustizia. Quando l’ennesima missione suicida promossa dal Console fallisce miseramente, la ragazza dovrà scegiere una volta per tutte da che parte stare.
Il tema del post-apocalittico non è nuovo e l’autore, Alessandro Apreda, non cade nel facile errore di somministrare al lettore il tipico spiegone-pippone, spesso più noioso che utile. Apreda, anzi, riesce ad introdure ambienti, storia e personaggi in modo naturale e non forzato, evitando accuratamente di appesantire il racconto con particolari che possono essere sottointesi e/o rimandati. Quello che si nota immediatamente dalla lettura delle prime pagine di Rim City è la passione dell’autore per un certo genere letterario, cinematografico e fumettistico, che filtra in modo deciso dalla lettura già solo delle prime pagine. Sin dalle prime pagine è facile cogliere spunti, richiami e riferimenti ai classici della fantascienza, senza tuttavia incappare mai nel citazionismo “a tutti i costi“. Si va dal tema della sopravvivenza a quello della bioetica, passando per il fanatismo religioso, il controllo delle masse e l’influenza delle tecnologie nella vita dell’uomo. Temi visti e sviscerati – certo – ma non per questo noiosi o poco stimolanti, se trattati in modo nuovo e analizzati sotto differenti profili.
I disegni di Daniele Orlandini sono realizzati con uno stile spiccatamente comics e godono di una interessante costruzione delle tavole. Forse l’artista risulta ancora un po’ acerbo e impreciso nel tratto, ma, anche per questo, sarà interessante valutare l’avoluzione dei disegni con il prosieguo della storia. Di buon livello i colori di Francesca Mengozzi e Giovanni Marcora, in grado di regalare atmosfera e profondità a tutto il contesto narrativo. Un cenno, infine, va fatto alla splendida cover del bravo Francesco Mattina, che si dovrebbe occupare di tutte le copertine di Rim City.
In definitiva, se è vero che ancora non siamo nella condizione di valutare la bontà o meno di Rim City, siamo però in grado di consigliarvi il suo acquisto e, più in generale, di valutare positivamente l’intero Progetto Atomico; una realtà che ha dato centralità alla qualità e che merita di essere aiutata e finanziata, in modo da aver la possibilità di sviluppare e articolare le cose che ha da dire. Secondo noi tante e di buon livello.
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