Chiacchiere da Bar: Intervista a Rutger Hauer

Ad Etna Comics 2015 abbiamo avuto la possibilità di partecipare ad un’intervista con Rutger Hauer, celeberrimo attore di origini olandesi. Dopo aver lavorato con Paul Verhoeven, Hauer fece il debutto ad Hollywood nel 1981 con I Falchi della Notte al fianco di Sylvester Stallone, ma il ruolo per cui viene più spesso ricordato è quello del replicante Roy Batty in Blade Runner di Ridley Scott. Da lì la popolarità e tanti altri ruoli da protagonista in pellicole come Ladyhawke, La Leggenda del Santo Bevitore e Furia Cieca

Quanto è stato importante Blade Runner per la sua carriera. Qual è la vera storia del monologo finale? Alcuni dicono che l’abbia scritto lei, altri che l’abbia modificato.
Blade Runner è il film più importante che ho fatto e che mai farò. Il feeling che ho avuto con questo film è qualcosa di indescrivibile. Per quanto riguarda il monologo di Roy Batty, per farla breve, c’erano più di 300 parole in quella pagina di sceneggiatura. Non mi piaceva, ho tagliato quasi tutto, ho mantenuto due battute e ne ho scritta una.

Quale?
Lo sai bene (è l’ultima battuta NdA).

Avrebbe mai immaginato che i suoi ruoli, spesso molto oscuri, ma così affascinanti avrebbero attraversato le generazioni? Perché, in fondo, la cultura popolare è come se avesse una forza propria.
E’ una cosa imprevedibile. 

(Il Bar del Fumetto) Negli ultimi anni ci sono state molte voci su un possibile sequel di Blade Runner e sembra che sia Ridley Scott che Harrison Ford possano essere collegati a questo nuovo progetto. Pensa che Blade Runner sarebbe dovuto finire lì e non avere più strascichi, niente sequel, niente reboot…
Penso che sia un’idea spaventosa, mi fa molta paura. E’ difficile fare un diamante e ripetersi, ma sai magari lui (Ridley Scott) ha un piano. Io ho grande stima di lui, mi sento nato con Blade Runner; sono nato tante volte ma con Blade Runner fu qualcosa di particolare. E’ un film di cui non si può semettere di parlare, non si può smettere di vederlo e rivederlo. 

(Il Bar del Fumetto) Poco fa parlavamo di cultura popolare, mi viene da pensare anche a Ladyhawke, Sin City, Furia Cieca, Batman Begins. Quanto si sente legato a questo mondo?
Sono molto interessato a questo tipo di cultura. Più di una volta ho pensato di realizzare un fumetto o un videogame, anche se poi non se ne é fatto nulla. Oggi ci sono delle saghe videoludiche veramente buone, penso ad Assassin’s Creed, e trovo che il mondo dei videogames attuale abbia una forte correlazione con il cinema.
Per quanto riguarda i fumetti, poi, in un solo anno mi sono ritrovato a prendere parte a Batman Begins di Nolan ed a Sin City, due film che ho amato. Vedi, quello che mi interessa del mio lavoro è il realismo o per lo meno l’illusione del realismo. Dei fumetti mi piace questa sorta di esasperazione del realismo. Ti danno maggiore libertà di raccontare storie folli. A questo proposito, ho fatto due film, recentemente, Hobo with a Shotgun (come Machete, un film originato dai fake trailer di Grindhouse di Tarantino e Rodriguez NdA) e I Colori della Passione, che erano girati interamente in digitale. Le camere digitali hanno iniziato ad avere grande diffusione nel 2008, io sarei voluto nascere oggi. E’ oggi che il vero divertimento inizia e le possibilità sono infinite. Oggi il mondo del cinema sta andando davvero avanti. 

Nel 2007 ha creato una fondazione per la lotta contro l’AIDS. Quali sono i progetti della sua fondazione?
Ho creato un sito web per donne e bambini affetti da AIDS. Questo mi ha fatto capire che potevo fare qualcosa per aiutare. (…) Quando sono arrivato a 50 anni  ho capito che avevo ricevuto tanto dalla vita, dalle persone, avevo ricevuto energia, soldi, ed era il momento di dare. Dare è molto meglio che ricevere. 

Una percentuale dell’asta di beneficienza di Etna Comics 2015 è stata donata alla Rutger Hauer Starfish Association per la lotta contro l’AIDS.

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