Torna All New, All Different Thank God Is Wednesday, rubrica settimanale che vi aggiorna sul mercato fumettistico Statunitense. Bando alle ciance, partiamo subito. Buona Lettura!
Justice League #42
By Geoff Johns & Jason Fabok
(DC Comics)
Dopo un prologo eccezionale e un ottimo primo capitolo, imperfetto ma godibile, il blockbuster targato Johns & Fabok inizia a mostrare lievi segni di cedimento. La guerra tra Darkseid e Anti-Monitor continua inesorabile e Mister Miracle apprende ulteriori informazioni sul conflitto dalla misteriosa Myrina Black. Superman e Lex Luthor sono intrappolati su Apokolyps, mentre il resto della Justice League viene tempestivamente salvato da Metron durante una disastrosa battaglia contro Anti-Monitor e Grail.
Justice League #42 soffre di uno storytelling piuttosto frammentario, naturale conseguenza della straripante quantità di trame aperte nel precedente numero. La sensazione di aver a che fare con un filler è molto forte: gli intrecci principali vengono tutti accennati per poi esser abbandonati a se stessi nel corso della issue. Solo una fra le sottotrame progredisce realmente. La caratterizzazione dei personaggi è blanda, senza mordente: dove la precedente issue mediava perfettamente tra interazione ed introspezione, JL#42 dedica un buon focus su Wonder Woman e Myrina Black per poi perdersi in un profilo terribilmente approssimativo e superficiale su tutti gli altri personaggi.
Lasciano perplessi le numerose incongruenze di continuity, un problema per i lettori fumettovori incalliti che potrebbe inficiare la godibilità generale non solo della issue, ma dell’intera saga.
Fabok continua a splendere sulle pagine scritte da Johns. L’artwork è ineccepibile: totalmente coerente con l’atmosfera epica e granitica della storyline ed il suo taglio cinematografico risolleva una narrazione deficitaria.
Nonostante gli enormi passi indietro rispetto al precedente numero, Darkseid War continua a divertire e ad incuriosire, grazie anche al finale spacca-mascella riguardante il Dio Pipistrello. L’impalcatura generale sembra vacillare, ma non è ancora detta l’ultima parola.
Hawkeye #22
By Matt Fraction & David Aja
(Marvel)
Dopo cinque mesi di spasmodica attesa tornano Clint, Kate e Pizza Dog con il capitolo conclusivo delle loro avventure. Hawkeye #22 chiude l’acclamata run targata Fraction & Aja nel migliore dei modi, mantenendosi coerente con se stessa e senza strafare, in barba a tutte le produzioni incapaci di reggere il loro stesso peso nelle battute finali. Una lunga ed intensa sequenza d’azione in pieno stile Hawkguy, in grado di mostrare molto più di quanto le parole possano fare. Un perfetto esempio di storytelling prettamente visivo in cui tutto è un costante flusso unitario e dinamico, mai interrotto da inutili spiegoni o momenti poco immersivi.
David Aja e Matt Holligsworth hanno nuovamente superato se stessi in Hawkeye #22: la narrazione minimale, dalle tavole al colore pieno che tanto ricorda quel Mazzuchelli di Batman Year One, la simmetrica e semplicistica disposizione dei pannelli e la capacità di portare avanti in maniera perfetta una issue quasi priva di dialogo sono solo alcuni tra gli stupefacenti connotati del comparto grafico della testata.
Aldilà del tecnicismo qualitativamente elevato che ha da sempre contraddistinto Hawkeye, Matt Fraction e David Aja ci hanno regalato una serie emotivamente coinvolgente, due protagonisti che mai prima d’ora avevano ricevuto un trattamento così rispettoso e genuino. Antesignano per quelle che adesso sono le testate più in voga nel panorama fumettistico, intenso e perfetto in ogni suo capitolo, in grado di colpire dritto al cuore.
Grazie a Clint, Kate, Pizza Dog, ai due Matt, David, Anne e Chris.
La vita a Bed-Stuy non è mai stata così interessante.
Captain Britain And The Mighty Defenders #1 (of 2)
By Al Ewing & Alan Davis
(Marvel)
Nuova miniserie per Secret Wars, seguito spirituale dei Mighty Avengers dello stesso Ewing. Gli eroi del Dominio di Yinsen City, a partire dal Barone Ho Yinsen stesso, iniziano a far sogni talmente vividi da sembrare memorie. Sogni di un mondo precedente al Battleworld, così reali da mettere in discussione l’onnipotenza di God Emperor Doom. L’autore presenta rapidamente i suoi protagonisti, un ironico miscuglio di facce conosciute dalla personalità inusuale, e si dedica ad un celere e perfetto world building che coinvolge immediatamente il lettore.
La distopia del Reame confinante con quello dei protagonisti, Mondo City, è un palese tributo parodico a Judge Dredd e ad una vecchia run di Dark Avengers targata Jeff Parker. Ogni singolo elemento funziona alla perfezione, compreso l’artwork di Alan Davis, leggenda del comics statunitense, in grado di dare a Captain Britan And The Mighty Defenders un aspetto classico, un vintage oscuro che tanto ricorda le atmosfere a-là 2000 AD. Dialoghi brillanti, divertimento ed ironia sono solo alcuni tra gli elementi che impregnano questo Tie-In di Secret Wars. Consigliatissimo. Unico difetto: la durata, il prossimo numero sarà già l’ultimo.
Guardians Of Knowhere #1
By Brian Michael Bendis & Mike Deodato Jr
(Marvel)
Quella di un ritorno alle origini, perlomeno apparente, è l’impressione che dona questo Tie-In cosmico di Secret Wars. Siamo nel Knowhere, unica zona cosmica presente al di fuori del Battleworld, più precisamente all’interno della testa di un Celestiale che orbita attorno al mondo di Dr Doom.
La issue è sconclusionata: ad ottimi spunti, quali la permanenza dei poteri cosmici di Gamora nel Battleworld, si contrappone una narrazione confusa e disorganica, il tipico ammasso di eventi insensati a cui ci ha abituato il peggior Bendis degli ultimi anni.
Da apprezzare il dinamismo delle scene d’azione: artisticamente parlando lo storytelling è magnifico. Le favolose illustrazioni di Mike Deodato Jr, tornato in piena forma dopo una recente debacle, mozzano il fiato e la rappresentazione del setting è stupefacente.
Buone idee, ottimi dialoghi e un comparto grafico di tutto rispetto non salvano Guardians Of Knowhere #1, un Tie-In mediocre ed evanescente.
Hail Hydra #1
By Rick Remender & Rolando Boschi
(Marvel)
Per quanto annunciato come un Tie-In di Secret Wars, Hail Hydra ha più i connotati di uno spin-off della serie All New Captain America. Ian Rogers aka Nomad, figlio adottivo di Steve Rogers, compie un vero e proprio salto dimensionale dall’Universo 616 al Battleworld, precisamente nel Dominio distopico governato dal fascistissimo Regime Hydra.
Il setting è piuttosto stereotipato e la narrazione ridondante piaga le numerose sequenze action, parte migliore dell’intera issue. Il costante monologo del protagonista è terribilmente artificioso, scritto appositamente come plot device per caricare di pathos l’ultima pagina di Hail Hydra #1.
Il tono cospiratorio miscelato allo Sci-Fi dai tratti quasi horror giova parecchio all’atmosfera, in grado di donare un minimo di fascino all’ambientazione non proprio originale. Discreto Rolando Boschi, sicuramente perfetto per la miniserie ma un po’ troppo rigido in alcune sequenze che purtroppo spezzano il dinamismo delle sequenze d’azione. L’ultimo lavoro Marvel di Rick Remender non brilla particolarmente. Esattamente come la maggior parte della sua produzione fumettistica.
Black Canary #2
By Brenden Fletcher & Annie Wu
(DC Comics)
La seconda issue di Black Canary è vivace ed energica, esattamente come i membri della Rock-Band protagonista. Il gruppo è in Tour dopo gli spiacevoli avvenimenti del concerto. Proprio in virtù del pericolo incombente, Dinah si cimenta in lezioni di auto-difesa, arti marziali e utilizzo delle armi da fuoco, il tutto per preparare i suoi compagni ad un possibile attacco. Nonostante il concept narrativamente statico, la storia avanza con passi da gigante grazie all’introduzione di un nuovo personaggio e alla rivelazione di un villain potenzialmente molto interessante.
L’espressività e il character-designing di Annie Wu si sposano alla perfezione con la penna di Brendan Fletcher: gli sguardi, la naturalezza dei movimenti e il tratto spigoloso delle reazioni dei giovani protagonisti si pongono su una serie layout eccezionali, ed il tutto si traduce in una fluidità narrativa fenomenale.
Le meccaniche dello storytelling, le interazioni fra i personaggi caratterizzati alla perfezione, il teen-drama che coinvolge il gruppo, le matite di Annie Wu, sono questi gli elementi che compongono la melodia ruvida ed intensa chiamata Black Canary #2, seconda traccia di quello che sembra esser un magnifico LP. Ascoltatelo.
Martian Manhunter #2
By Rob Williams & Eddy Burrows
(DC Comics)
Ed è già con il secondo numero che la regular sul Marziano più famoso del Multiverso DC compie il primo passo da gigante, superando nettamente un debutto interessante ma fiacco nello storytelling.
I pezzi sparsi nel corso del primo numero vengono raccolti e utilizzati per mostrare parte del quadro generale e la visione meno flemmatica e più emotiva di J’onn J’onnz risulta meno straniante e più coerente. Rob Williams riesce a trovare il punto d’incontro perfetto tra l’antico Martian Manhunter e il personaggio recente, rendendo il suo atteggiamento una naturale conseguenza delle pericolosissime circostanze.
Il cast di supporto si espande, comprendendo membri della Justice League, Mr Biscuit, Helena Demoff e Pearl, la misteriosa vigilante Araba perseguitata dai Marziani. Certo, aleggia ancora nell’aria quell’alone di disorganicità, ma il miglioramento è notevole e lo sviluppo della trama principale lascia il lettore con un assurdo cliffhanger al termine della issue.
Il tratto Horror/Sci-Fi di Eddy Burrows e del suo team artistico continua ad ammantare Martian Manhunter, donando alla issue un aspetto angosciante, claustrofobico ed adrenalinico, coerente con l’impostazione cospiratoria della trama imbastita da Williams.
Stando al salto di qualità tra primo e secondo capitolo, questa nuova serie potrebbe stupirci con una crescita mostruosa.
Siege #1
By Kieron Gillen & Filipe Andrade
(Marvel)
Non lasciatevi ingannare dal titolo, l’evento targato Bendis&Coipel del 2010 non ha nulla a che fare con quest’ottimo Tie-In di Secret Wars. Dopo la scomparsa di Nick Fury Sr, Abigail Brand diviene Capo Ufficiale Della Sicurezza dello Shield, una muraglia colossale che protegge l’intero Battleworld dai veri e propri mostri dell’Universo Marvel. Armate Ultron, Orde di Zombie, Giganteschi Insettoidi e Simbionti sono solo alcuni tra i disgustosi abitanti delle Deadlands, Reame situato a Sud dello Shield.
Kieron Gillen fonde epicità, oscurità e un forte connotato “badass” nella sua narrazione: una storia dura con protagonista un personaggio tormentato e ben caratterizzato. Il gruppo di comprimari è bizzarro: Ms America, Kang, Lady Katherine, la Endless Summers Company e Leonardo Da Vinci interagiscono tra loro e con Abigail Brand in maniera convincente e coinvolgente. Oltre a questo, Siege #1 sembra avere un peso piuttosto importante nella storyline complessiva del Battleworld ed incuriosiscono le possibili conseguenze delle azioni dei protagonisti.
Il tratto stilizzato di Filipe Andrade e la torbida colorazione di Rachelle Rosenberg donano alla issue un aspetto originale, un tono quasi indie, sempre piuttosto coerente con la brillante narrazione di Gillen e perfettamente adeguato al mood di Siege #1.
L’autore per questo Tie-In ha dichiarato “Imagine NextWave as a tragedy” ed effettivamente è una descrizione piuttosto calzante. Basteranno poche pagine a farvi innamorare dei personaggi e per immergervi nel tetro mondo al confine con la Morte. Non potranno mai vincere ma non possono permettersi di perdere.
Death Head #1
By Zack Keller, Nick Keller & Joanna Estep
(Dark Horse Comics)
Una coppia di sposini in giro nei boschi per una “Babymoon”, un ragazzino vittima di bullismo e un’adolescente promiscua e ribelle di una scuola cattolica. Questi sono i protagonisti di Death Head, nuova serie Horror che fa della narrazione non lineare il suo punto di forza, tenendosi stretta ai capisaldi dell’Horror classico nella sceneggiatura. Complice una brusca transizione da una storyline all’altra, il plot generale di Death Head #1 sembra sconnesso e disgiunto, terribilmente ostico. Il collegamento tra la giovane ribelle e la coppia nei boschi non è per niente chiaro ed è difficile non rimanere spaesati nei confronti di queste tre storie così diverse fra loro.
Nonostante questa pecca, da imputare probabilmente all’inesperienza degli autori e alla natura introduttiva della issue, Death Head #1 rimane una perla di ritmo e caratterizzazione. Ogni personaggio, anche quelli appena accennati, ha una propria individualità ed una voce unica ed inimitabile, pregio non indifferente per un debutto colmo di comparse. Lo stereotipo è sfruttato a dovere, senza risultare banale. Lo storytelling mantiene un ritmo costante, pieno di suspense e l’angoscia è coadiuvata dall’ottimo artwork di Joanna Estep e Kelly Fitzpatrick, oscuro e dettagliato al punto giusto. Death Head #1 è l’ottimo inizio di una Horror Story molto promettente.
Anche per questa settimana Thank God Is Wednesday termina qui, alla prossima! Hasta la vista!