Quelli che circa due anni fa nutrivano zero speranza nei confronti di Orfani erano la maggioranza dei lettori Bonelli, e non nascono di essere stato anche io tra questi. La prima stagione di questo fumetto è stata molto altalenante, ma la seconda (Ringo, per la precisione) è in crescita continua.
C’eravamo lasciati un po’ di tempo fa con Ringo, Rosa, Seba e Nuè in marcia verso il Nord Italia, alla ricerca di un luogo sicuro e protetto per sfuggire ai continui attacchi del Presidente Juric. Non molto è cambiato da allora in termini di macronarrazione, ma la trama di questo #9 dal titolo Tabula Rasa aggiunge tanti nuovi fattori alle dinamiche del gruppo. Ringo si trova in estrema difficoltà perché colto di sorpresa, mentre i tre ragazzi cercheranno di cavarsela in tutti i modi contro un gruppo di cannibali… ex “fruttariani”. Esatto, avete capito bene. E badate che la motivazione addotta dalla sceneggiatura di Mauro Uzzeo non è niente di così assurdo, perfettamente in linea col mood narrativo post-apocalittico tutto rinnovato di questa serie: se i campi sono ridotti a polvere, se essere vegetariani è la più grande delle utopie, con chi prendersela e dove trovare il proprio nutrimento? Nei colpevoli di questo sterminio, ovvio, e quindi il cannibalismo diventa l’unico modo per sfogare la propria frustrazione (ormai sfociata in pura e semplice follia).
Inoltre riusciamo finalmente a vedere il risultato dei mesi di addestramento trascorsi. Seba e Nuè sono affiatati e si spalleggiano l’un l’altro, mentre Rosa si dimostra ancora una volta spietata e determinata a rimanere viva. La trama scorre davvero liscia per questi e altri motivi. Primo fra tutti è l’estrema originalità del contesto (su cui indubbiamente pesa la bravura di Matteo Cremona, forse uno dei migliori disegnatori in assoluto della serie finora): gli eventi di questo volume si svolgono in una Milano devastata dalla distruzione passata, vittima di una realtà ineluttabile dettata dall’impossibilità di trovare un rifugio, un luogo sicuro più per la mente che per il corpo. Quello che resta della Pianura Padana sono solo sabbia, teste di maiale e vecchie canzoni.
Riguardo ciò, il lavoro svolto da Uzzeo nell’inserire molte citazioni ai testi C.S.I. – Consorzio Suonatori Indipendenti (da cui anche il titolo del volume, che riprende un loro album, Tabula Rasa Elettrificata, che trovate più sotto) è sublime, bilanciato fino all’inverosimile, senza mai una caduta di stile o un riferimento fuori contesto. La dicotomia tra il lirismo delle espressioni presenti nella storia e l’estrema violenza che contraddistingue gli avvenimenti, crea un perfetto connubio grottesco, volto a stranire il lettore ma allo stesso tempo ad immergerlo maggiormente nella realtà narrata. Malgrado non credo ci sia un’ispirazione diretta, questo volume mi ha anche ricordato moltissimo il mondo di Mad Max, recentemente rivisto in Fury Road: un classico contesto post-apocalittico e questo può solo essere un bene.
In questo #9 mi soffermerei nuovamente sulla potenza visiva raggiunta dalla serie. Tutta la narrazione già di per sé potente messa in scena da Uzzeo, si potenzia ulteriormente grazie alle tavole di Cremona, impareggiabile nel ritrarre sia i nostri protagonisti, sia i personaggi apparsi in questa storia; il suo tratto riesce ad alternare potenza visiva a classe, uno storytelling fluido e coinvolgente a scene dettagliate di pura follia omicida, ritratte con un occhio originalissimo e un tratto estremamente orrorifico. Si nota l’amore per i dettagli, ma anche il coinvolgimento dettato dall’ottima sceneggiatura. Insomma uno dei connubi migliori visti finora sulla serie, ormai in dirittura d’arrivo anche per questa seconda edizione. Non ci resta che continuare a sperare in un continuo miglioramento (come avvenuto finora) e in un finale ottimo come quello dello scorso anno, se non addirittura migliore. Per questa recensione è tutto, non perdetevi assolutamente questa serie Bonelli e noi ci rileggiamo alla prossima.
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