La notte in cui morì Gwen Stacy & L'ultimo round di Goblin (Stan Lee, Gil Kane) – parliamone!

Perché? Perché? Perchééééééé?

E’ tra le lacrime che scrivo in data odierna con 10 fazzoletti sul pavimento (lo ammetto, un po’ è anche merito del raffreddore…)
Perché doveva succedere ciò che è successo?

Non dovrebbe essere così. Una ragazza così dolce, sensibile, carina… *sob sob* Serviva una scossa per aumentare le vendite e cosa c’è di meglio della bella morte di una protagonista femminile?                                                                                     Avevano pensato a Zia May all’inizio, ma a chi importa di zia May in fondo?

Scherzo, adoro quella tenera vecchiaccia.

Sì, ma Gwen Stacy è Gwen Stacy. Optarono per la morte della tenera ragazza di Peter Parker. Non è GIUSTO.

Ed è esattamente per questo che funziona così DANNATAMENTE bene.

ESSì, lo devo proprio ammettere. Drammaticità a go-go.

Le lettere di minaccia alla redazione Marvel arrivarono copiose (e all’epoca era diverso, le leggeva Stan Lee in persona, o così dicono).

E, anche se si guadagnò l'”odio” e l’ antipatia di lettori affezionati alla biondina, aveva fatto centro. Molti pensarono che non fosse il momento, che fosse prematuro, che bisognasse aspettare. Ma come disse uno sceneggiatore (per me) di talento quale Brian M. Bendis in un’intervista: “Se credi che la morte dei miei personaggi sia prematura, allora ho fatto bene il mio lavoro, perché la vita è così“. O giù di lì, qualcosa del genere.

Il punto è che ha ragione. E il dubbio che possa essere stato lo stesso Spidey ad ucciderla. Il timore, l’ angoscia. I’M *CENSORED*.

Naturalmente tutti furono in grande attesa di sapere che fine avesse fatto Goblin.

Era chiaro che non sarebbe potuta finire come succedeva sempre, con la perdità di memoria di Norman Osborn che diventa un docile paparino, con quel “mantienitichemimantengo”  tra Petey e Normy.

No, doveva finire proprio male. Qui ci doveva scappare il morto (il secondo). E così è stato (si fa per dire): in fondo lo sanno tutti che la morte nel mondo dei fumetti non è un problema così grave. Basta avere i contatti giusti o ,in questo caso, basta aver assunto il medicinale giusto che ti faccia guarire da ferite mortali inferte da un aliante rotto a tutta velocità.

E il fatto che Goblin si sia ucciso da solo per errore? Prevedibile, ma in fondo è giusto così. Doveva morire per il momento, ed ovviamente Spidey non avrebbe mai potuto sporcarsi le mani, anche se in realtà in quell’albo ci è andato proprio vicino.

Come sempre, lunga vita a Lee!

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