THANK GOD IS SHOT-WEDNESDAY 20

Thank God Is Wednesday, la rubrica fumettistica autarchica e dotata di una propria personalità ben definita, decide di ribellarsi al suo logorroico Creatore per negargli il solito sproloquio prolisso sui Comics Statunitensi della settimana. Le recensioni saranno rapide e sintetiche, la penna ampollosa del Creatore verrà messa da parte e sarà il ribelle pugno di ferro di TGIW20 a sostituirla, per questa volta.

DC YOU 4 – LAST WEEK MEDLEY!


Superman #41 By Yang/Romita/Janson/White: L’acclamato autore di The Shadow Hero e American Born Chinese approda su Superman per narrare Before Truth, prequel della storyline che sta viaggiando tra le varie testate dell’Azzurrone nel recente rilancio DC YOU. La saggia scelta del mantenere la narrazione su un piano intimo, concentrandosi principalmente sulla triade Clark-Jimmy-Lois e concedendo all’azione uno spazio relativamente ristretto, rende Superman #41 la più fresca ed innovativa issue della serie dal reboot New52. L’autore riprende da dove Geoff Johns aveva lasciato e contemporaneamente si allaccia al futuro di Clark, mutuando il necessario dai due periodi per poi mescerlo alla perfezione con il suo stile, impostando un’inedita modalità di narrazione per le avventure di Superman.

Lo script di Gene Luen Yang non offre una particolare solidità sulla trama, dedicandosi principalmente ad un build-up di discreta fattura che racchiude molti dei tropi tipici del Kryptoniano senza risultare noioso. John Romita Jr, illustratore in grado di spaccare il pubblico a metà, continua la sua run artistica cominciata con il numero #32 e ci offre una delle sue migliori prove Kirbyesche, instillando in tutta la issue un dinamismo ed un’energia incredibili, merito anche degli ottimi colori retrò di Dean White. Ci auguriamo che la consistenza artistica di JRJR riesca a mantenersi su questi ottimi livelli.

Il nuovo approccio di Yang solleva una testata caduta in imbarazzanti abissi di mediocrità. Nonostante la banalità di alcuni espedienti narrativi e la mancanza di risposte agli interrogativi che circondano Clark Kent, Superman #41 è una partenza incoraggiante ed il nuovo corso si prospetta incredibilmente affascinante.

 

 

We Are Robin #1 By Bermejo/Corona/Haynes: Nonostante il netto miglioramento dello storytelling rispetto allo Sneak Peek, We Are Robin #1 non convince appieno rimanendo nel limbo compreso tra un concetto stereotipato e un’idea con enormi potenzialità. Il protagonista Duke Thomas, personaggio ricorrente sin dal termine di Zero Year, è caratterizzato in maniera dettagliata ma i lunghi monologhi interiori spesso risultano noiosi, eccessivi, esagerati e fuori luogo. I dialoghi sono al meglio discreti e al peggio terribilmente artificiosi mentre la issue procede in maniera fluida grazie ad una buona narrazione, un piccolo passo avanti per il Bermejo scrittore. L’artwork di Jorge Corona contribuisce alla fluidità generale grazie ad una serie di sequenze d’azione coreografiche dallo stile cartoonesco, mentre i layout di Haynes sono spesso spogli.

Il passaggio a Khary Randolph nell’epilogo in parte spezza la consistenza artistica ma senza nuocere agli occhi del lettore, adattandosi alla perfezione al cambio d’ambiente. L’idea di una Robin Gang che si sparge a macchia d’olio tra le strade di Gotham City, ispirata dal partner del Cavaliere Oscuro piuttosto che dal Pipistrello stesso, mantiene quell’alone di fascino che ha caratterizzato la serie sin dal suo annuncio anche in questa primissima issue. Quel che per ora manca è un’adeguata attenzione al dettaglio, una scrittura matura in grado di approfondire quanto basta un concetto così interessante. Attenderemo.

 

 

Batgirl #41 By Stewart/Fletcher/Tarr: La testata dedicata a Barbara Gordon continua a stupire, migliorandosi issue dopo issue. La naturalezza con cui il cambio di status quo dell’universo Batmaniano si inserisce nella vita di Barbara è talmente perfetta da risultare invisibile, quasi scontata, come se da questo team creativo ci si possa aspettare solo qualità elevatissima. L’inclusione di Frankie, coinquilina della protagonista, nella sua vita da Vigilante, l’intenso momento Padre-Figlia tra un Jim sincero e una Babs mangiata dai sensi di colpa ed il conflittuale incontro tra il nuovo Batman e Batgirl, sono i punti cardine di questo favoloso Batgirl #41. Inutile dire quanto tutto sembri tremendamente realistico e genuino, nonostante si stia parlando di Robot Giganti con Orecchie da Coniglio e Ragazzine Vigilanti.

Babs Tarr compie un ulteriore passo avanti nel suo già fantastico comparto artistico, dinamico ed attento ad esacerbare con moderazione le espressioni facciali dei personaggi. L’esagerazione filo-orientale dei volti funziona senza mai cadere in noiosi cliché o in momenti ridondanti nel corso della issue. Batgirl #41 continua il suo straordinario percorso in cui parodia, serietà ed ironia si mescolano alla perfezione grazie ad un bilanciamento tale da far meritare soltanto applausi a scroscio a Stewart, Fletcher e Tarr. Una delle migliori serie ongoing DC Comics degli ultimi mesi che trova spazio per splendere anche nel nuovo DC You.

 

Aquaman #41 By Bunn/McCarthy: Non ci siamo proprio: Aquaman #41 è un netto passo indietro rispetto alla buona run di Jeff Parker; un Arthur Curry con il look da rinnegato che tanto vuol far il verso al futuro Jason Momoa di Batman Vs Superman: Dawn Of Justice. Un misterioso mistero avvolge la caduta di Aquaman come sovrano di Atlantide, eroe vittima di uno sconsiderato e deleterio storytelling che viaggia in poche pagine dal presente al passato senza delineare con precisione assolutamente nulla né dell’uno, né dell’altro. Il coinvolgimento durante la lettura è pari a zero ed è evidente come Cullen Bunn abbia impostato un tono tenebroso in Aquaman senza alcuna motivazione sensata per il cambiamento di status quo ma solo per il gusto di farlo. Il tratto estremamente torbido di Trevor McCarthy si adatta alla perfezione alle atmosfere, rendendo Aquaman #41 più che discreto perlomeno dal punto di vista grafico. Pollice in giù per uno dei peggiori rilanci DC You Post-Convergence. Totalmente superfluo e da evitare.

 

BATTLEWORLD MEDLEY!


E Is For Extinction #1 By Burnham/Villalobos: Il mondo estremo e radicale dei New X-Men targati Grant Morrison ritorna grazie a Secret Wars. Chris Burnham, illustratore legato a filo doppio allo scrittore scozzese grazie a Batman Inc. e al recentissimo Nameless, si cimenta nello script di questo tie-in accompagnato dalle matite di Ramon Villalobos. Molto affine ai classici What If, E Is For Extinction #1 parte da una semplice base: cosa sarebbe successo se Xavier non fosse sopravvissuto allo scontro con Cassandra Nova? Il pregio di questa prima issue sta nell’immensa abilità di Burnham nel catturare il tono e i tropi che caratterizzavano il lavoro di Morrison, introducendo i “Classic X-Men” a dar pepe all’ottima sceneggiatura.

Nonostante la trama si mantenga semplice, la issue appassiona e coinvolge il lettore nel conflitto tra i due gruppi di Mutanti, uno capitanato da Magneto e l’altro da Ciclope. L’artwork grottesco di Ramon Villalobos riprende il tratto di Frank Quitely mantenendo comunque una propria identità, definibile come una fiaba del Dr Seuss vista attraverso un filtro perverso e disgustoso. Il setting in cui Burnham&Villalobos ambientano E Is For Extinction, il Reame di Mutopia, è perfetto e giova ad uno storytelling di altà qualità. Per i nostalgici, vi sembrerà di rileggere la favolosa run iniziata nel 2001, per tutti gli altri invece sarà semplicemente una gran storia su Mutanti poco conosciuti ma spettacolari.

 

Age Of Ultron Vs Marvel Zombies #1 By Robinson/Pugh: Un Tie-In anomalo: Metallo Vs Carne Marcia si rivela esser l’apoteosi del trash raffinato e spettacolare grazie ad un ottimo lavoro di James Robinson. Ambientato nelle Deadlands, reame del Battleworld posto al di là dello Shield, AoUvsMZ#1 si rivela esser molto più di una macabra scazzottata, portando il lettore alla scoperta del pericoloso Dominio grazie ad un’ottima introduzione, uno spiegone di rara qualità sotto forma di monologo interiore, intervallato da scene d’azione fra Tigra e un’orda di Non-Morti. L’autore getta nella mischia uno strano Hank Pym e gioca con il passato della Marvel, omaggiandolo. Steve Pugh mantiene alta la spettacolarità della issue grazie a splah-page d’impatto che ricordano le panoramiche scene d’azione di un Bryan Hitch del passato. Un tie-in non indispensabile, non collegato alla storyline principale dell’evento ma comunque godibile.

 

Korvac Saga #1 By Abnett/Schmidt: Lo storico autore di una delle ultime grandi run di Guardians Of The Galaxy, attuale scrittore di Guardians 3000, si cimenta in questo discreto Tie-In con protagonisti i Guardiani originali e una particolare versione degli Avengers targata, per l’appunto, Dan Abnett. Una trama colma di potenziale macchiata da una narrazione scostante, a tratti inconsistente. Il colpo di genio di Korvac Saga è il legame indissolubile con importanti tasselli dell’epopea chiamata Secret Wars: nel Dominio governato dal Barone Michael Korvac e nei Reami limitrofi si sta diffondendo un Virus che permette ai contagiati di ricordare il mondo prima dell’operato di God Emperor Doom per poi trasformarli in bestie feroci. Otto Schmidt è altalenante nel suo artwork, soprattutto durante le scene più concitate in cui è davvero difficile comprendere cosa sta accadendo. I momenti più statici godono invece della perfetta miscela tra dettaglio e character-design cartoonesco tipica dell’illustratore. Un Tie-In importante, da tenere d’occhio.

Thank God Is Wednesday si congeda dal suo pubblico e lo informa dell’imminente ritorno del Creatore.

Post Scriptum: TGIW non si pronuncerà riguardo la discutibile retcon riguardante Daisy Johnson su S.H.I.E.L.D. #7. Esattamente come non permetterà al suo Creatore di ricordare a tutti quanti danni il Cinema e la Televisione Supereroistica siano in grado di fare.

Beware The Maker.

Hasta La Vista.

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