Batman: Anno Uno (Frank Miller, David Mazzucchelli) – PARLIAMONE!

Frank Miller è un maestro nel suo lavoro, specie quando si dedica al Cavaliere Oscuro. Quest’oggi parliamo di una delle sue opere più famose, una delle mie storie a fumetti preferite in cui si narrano le origini dei supereroi (se così possiamo definire Batman, in realtà mi piace di più chiamarlo “eroe in costume”).

Sì, perché superata la fase agli inizi degli anni ’80 del Bat-spazzolino da denti e cose simili, l’Uomo Pipistrello viene affidato a Frank Miller e la sua figura viene totalmente svecchiata ed acquista nuovo valore e credibilità.

Frank Miller scrive una miniserie di grande valore artistico, ritroviamo le atmosfere cupe che caratterizzano il Crociato Incappucciato, entriamo nella psicologia di Bruce Wayne. Miller riesce a rendere fantastica l’origine anche piuttosto banale del personaggio (in effetti, Batman dovrebbe impallidire dinanzi alle origini dell’ Uomo Ragno bene più drammatiche delle sua, dato che egli fa morire lo zio per un suo errore e se ne pente), eppure (saranno le atmosfere cupe e la psicologia presente ovunque), ma forse questa storia la preferisco anche a The Amazing Fantasy 15 ed al suo “remake” (diciamo così) avuto sulle pagine di Ultimate Spider-man.

All’inizio Wayne capisce che deve spaventare i criminali per poterli combattere, infatti è consapevole che senza una maschera non ci riuscirebbe.

Doveva diventare un simbolo. Ma quale? Come avrebbe potuto spaventare i suoi nemici?

Reduce da un pestaggio e sopravvissuto ad un’esplosione, si ritira nella sua villa.

Wayne si trova sulla poltrona, sanguinante e privo anche delle forze per suonare il campanello che avrebbe chiamato Alfred e quindi salvato la vita, un pipstrello rompe i vetri della finestra irrompendo nella stanza. Wayne lo guarda e si ricorda… l’ha già visto da qualche parte…

“Mi aveva messo paura da bambino… mi aveva messo paura… Sì, padre. Diventerò un pipstrello.” e a questo punto trova la forza per suonare il campanello e chiamare Alfred. Questa sequanza, a mio parere, vale già da sé l’intera miniserie e ci fa capire di che genere di fumetto stiamo tenendo in mano.

Non è solo questo il capolavoro di Miller, se consideriamo le sue graphic novel (sempre dedicate a Batman).

David Mazzucchelli non è il mio disegnatore preferito, ma devo ammettere che il suo tratto si adatta tantissimo a ciò che Miller vuole trasmettere.

In sostanza, se non lo  si fosse capito, Batman: Year One è da me consigliatissimo 🙂

-LeeSon

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