L'ANGOLO DI TROLLO: Le 7 disprezzabili categorie umane che si incontrano in una "fiera del fumetto"

Con l’animo inquieto e il cuore colmo di paura, anche quest’anno il Trollo si è recato ad una vicina fiera del fumetto.
Vista la naturale attitudine del Trollo ad occuparsi di diverse stupidaggini nerd, le vostre stolte menti potrebbero essere portate a credere che lui in quella merda ci sguazzi alla grande. Ed invece, dovete sapere che io le fottute fiere le odio e le temo come la maledetta peste bubbonica. Luoghi ignobili, dove voi bimbipene microcefali usate riunirvi, armati di ridicoli giappotravestimenti e di tutta la vostra beata coglioneria. Fiumi di gentaglia sudata e brufolosa che si accalca alla ricerca di misere futilità e falsi idoli da adorare nello squallore delle loro stanzette.

Eppure, nonostante il pericolo che incombe sulla sua incolumità fisica e mentale, il Trollo vi si reca comunque con cadenza regolare, con lo scopo di studiare il mondo dei bimbipene e di verificare il livello di degrado raggiunto dai suoi ridicoli e irritanti abitanti.
Nell’ultimo dei miei interessanti viaggi-studio, ho avuto l’occasione di confrontarmi con alcune realtà sub-umane, tanto misteriose quanto raccapriccianti, delle quali ho avuto l’attenzione di stilare una classifica in ordine di pericolosità. Mi auguro che possa essere d’aiuto a qualche ignaro avventore.

LE MAID

Le maid le avevo già viste in tante altre precedenti fiere, ma devo confessare di non averci prestato la necessaria attenzione. Si tratta certamente di uno dei fenomeni più irritanti e disgustosi del XXI° secolo, ignobilmente mutuato da quella cultura nipponica che tanti abomini è stata capace di importare nel nostro paese.
La maid è una ragazzetta vestita da sexy-baby-troietta con grembiulino di pizzo e modi da geisha arrapante, che intrattiene gli ospiti del Maid Cafè con esibizioni canore e giochini di dubbio gusto (di pompe e similari non ho letto nulla, ma non lo escluderei). Sulle pareti del Maid Cafè sono solitamente attaccate le schede tecniche delle maid (come se fosse Pro Evolution Soccer della patata), in cui vengono indicate le caratteristiche della tipa in questione: romantica, aggressiva, monellina, etc.; in modo tale che ogni cliente possa scegliere di farsi servire dalla sua maid preferita. Roba da matti: in Italia bordelli ancora chiusi, ma maid cafè serenamente aperti!
Come nei più squallidi localini di lap dance (di cui il Trollo è affezionato frequentatore), anche nei Maid Cafè i prezzi sono incredibilmente alti, cosicché il cliente tipo è solitamente felicissimo di accendere un mutuo per una bottiglietta di Levissima da mezzo litro. Il tutto per poter (avere l’illusione di) interagire con ammiccanti teenager vestite da giappomaiale.
E questo, senza considerare l’aspetto peggiore di questo ignobile fenomeno: il Karaoke! Come in una sorta di colorato campo di concentramento, i poveri (ma idioti!) clienti vengono condotti inesorabilmente su un palchetto nel quale sono costretti a esibirsi in denigranti numeri canori e agghiaccianti balletti in stile giappo. Degrado totale. Sono felice di avere la possibilità di denunciare questo dilagante malcostume, contro il quale sono pronto ad intraprendere una lunga e sanguinosa crociata. 

I SET FOTOGRAFICI BLOCCATUTTO

Se c’è una cosa che in fiera non manca mai, quella è la fila. Infinite code di vaganti dal passo flemmatico che rendono arduo qualsiasi tipo di spostamento. L’utente medio temporeggia di fronte a uno stand che lo incuriosisce, si ferma a parlare con qualcuno che ha conosciuto nell’internet o si blocca in contemplazione delle enormi poppe della topa di turno vestita da Poison Ivy. E tutto sommato ci sta (specie quest’ultima). Quello che non ci sta sono i dannatissimi “Set Fotografici per Cosplayer.
Ora io dico: ma cazzo, CAZZO, con tutta la fiera a disposizione non potete andare a fare le foto, chessò, nei maledetti cessi?! E’ proprio necessario fermarsi IN MEZZO ALLE PALLAZZE per fare la vostra foto con iltiziodibleach? Che, poi, se ti azzardi a passargli davanti mentre stanno facendo la fotina del cazzo, ti guardano male o ti insultano, manco avessero la Polaroid.
Ecco, anche per questa categoria ho intenzione di intervenire. Voglio creare un movimento di persone che non ci stanno e che sono disposte a combattere per arginare questa grave piaga. La mia proposta è questa: la prossima volta che vi capita di essere bloccati da questi BASTARDI, fate finta di attendere che abbiano finito di scattare le loro MERDOSE FOTO. Poi, quando stanno per scattarle, passategli davanti. Non smetteranno facilmente, ma gli renderemo la vita difficile e, prima o poi, vinceremo la guerra.    

IL COMBATTENTE DA SKETCH SESSION

Se per caso dovesse venirvi in mente di farvi fare un autografo o, peggio ancora, un disegnetto dal vostro artista preferito, sappiate che dovrete fare i conti con “Il Combattente da Sketch Session”, creatura mitologica dall’età indefinita e del peso stimato approssimativamente intorno ai 300 KG, che va in giro con uno sgabellino portatile e con una borsa con almeno 5000 numeri del fumetto disegnato dall’autore in questione. Gli sketch e gli autografi per lui sono come l’aria: un bisogno fisiologico attorno al quale ruota tutto il suo primordiale metabolismo. E’ presente a qualsiasi incontro in libreria, presentazione di fumetti e naturalmente in fiera. Ma, cosa più importante, lui è, è sempre stato e sempre sarà, davanti a tutti in fila. Come faccia è un mistero. Alcuni sostengono che abbia creato dei cloni in laboratorio, altri che, col passare degli anni, abbia elevato sé stesso ad una forma divina, ottenendo così il dono dell’ubiquità. Quel che è certo è che finita la sessione di autografi l’artista in questione non avrà ancora finito di firmare gli albi del Combattente; mentre voi l’avrete presa, ancora una volta, nel culo.   

I LIMONATORI IN COSPLAY

Il fenomeno dei “Limonatori in Cosplay” è in drammatico aumento. Gli ultimi dati parlano di un sempre maggior numero di marmocchi colorati che praticano petting spinto agli angoli delle fiere di settore, in spregio delle più elementari regole del vivere comune e soprattutto dell’igiene personale. Ora, di base al Trollo frega cazzi se gli stramaledetti bimbipene si accoppiano in fiera. Il problema sorge quando i suddetti si piazzano strategicamente sui gradini delle scale, impedendo il passaggio e disseminando nell’ambiente le loro nauseanti secrezioni.
Proprio qualche giorno fa, tentando di farmi strada tra un piano e l’altro della fiera mi sono imbattuto in una coppietta di quindicenni in piena esplosione puberale, mentre limonavano duro come le tette di Rosabell Laurenti Sellers. Lui vestito da non meglio specificato pokemon, lei da non meglio specificata troietta giappo con latteria rigorosamente al vento. Dopo qualche timida richiesta, sono stato costretto a passargli praticamente di sopra, mentre il triste duo continuava imperterrito nella disgustosa pratica amorosa.

IL COMPONENTE DELLA CHILOMETRICA FILA DI SIO

Lo sguardo determinato e il sorriso a trentadue denti contraddistinguono questa pericolosa categoria subumana in costante aumento. A loro non interessa se c’è Alan Moore che fa disegnetti gratis allo stand accanto. Dal preciso istante in cui varcano l’ingresso della fiera, i loro cervelli si connettono ad un’unica grande unimente pensante (denominata appunto S.I.O.) che invia loro sempre lo stesso inquietante messaggio “F-O-T-O-C-O-N-S-I-O-F-O-T-O-C-O-N-S-I-O”. Ed è così che questi incredibilmente numerosi automi invadono le fiere, creando gigantesche file senzienti che fagocitano tutto ciò che sta intorno. Pensate che mentre sfogliavo un albo in uno stand vicino, mi sono ritrovato inglobato in una di queste catene umane e, dopo qualche ora, mi sono risvegliato in posa davanti alla macchina fotografica, abbracciato a Sio (non l’unimente, quello vero). C’è da chiedersi cosa succederà quando il Combattente di Sketch inizierà a interessarsi ai disegnetti di Sio.

LA WEBSTAR

Il re incontrastato di ogni fiera dell’età post-youtuberiana, idolo delle folle di bimbipene urlanti, giunti da ogni dove per venerare questo curioso prodotto dei socialcosi. Lo noti subito perché è circondato da un’aura di ingiustificata saccenza ed è seguito da una scia di patetici imbecilli pronti a ridacchiare come beoti al primo cenno della loro star. Il bagliore accecante che emana è leggermente offuscato dal quel velo di incertezza sul suo volto, quando spiazzato si chiede: “cosa saranno mai quei volumetti disegnati che vendono negli stand?
Il motivo per cui siamo costretti a tollerare la loro presenza a questo tipo di eventi è ancora sconosciuto ai più. Alcuni affermano che siano parte della nuova cultura popolare dell’internet; molti altri li ritengono davvero degli esperti di cinema, animazione, fumetti ecc.. La verità è che la loro presenza trascina un botto di pubblico trasversale e noi – fruitori obsoleti della Lucca 1.0 – siamo costretti a condividere la fiera con boroisi marmocchi saputelli e con il loro stuolo di pecore adoranti. Da poco è inoltre possibile apprezzare questo intollerabile archetipo anche in folcloristiche conferenze su chi mena più forte tra Iron-man e Batman o su chi ha la minchia più dura tra Naruto e Cappella di Paglia. E di solito ce l’ha sempre più dura Capella di paglia.

LA SCIA DI SUDORE

E’ certamente la più letale tra le creature che abitano le fiere. Impossibile che non vi ci siate imbattuti; eppure, se state leggendo, vuol dire che siete comunque sopravvissuti al suo disgustoso tocco. In questo caso sappiate che le vostre capacità olfattive sono ormai irrimediabilmente compromesse, quindi se siete convinti di fare le scureggie inodore siete fuori strada.
Di regola la scia di sudore segue il suo ripugnante proprietario come estensione naturale delle sue ascelle e del suo deretano, infestando i locali delle fiere del fumetto. Tuttavia, alcuni superstiti giurano di aver incontrato scie di sudore del tutto autonome e slegate dal loro originario proprietario. Se questo fosse vero, si potrebbe ipotizzare che esistano scie di sudore abbastanza potenti da prendere vita e diventare organismi autosufficienti capaci di pensare, nutrirsi e riprodursi. Un’ipotesi che ha scatenato il panico nella comunità scientifica e che aprirebbe nuovi apocalittici scenari in tema di sopravvivenza della specie. 

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