Kaare Kyle Andrews è uno dei pochi “artisti completi” del comicdome statunitense: non solo sceneggiatore, ma anche talentuoso disegnatore e colorista (e, all’occorrenza, regista cinematografico). Di ritorno alla Marvel dopo aver diretto il film Cabin Fever: Patient Zero, Andrews ha scelto di ricominciare la sua avventura alla Casa delle Idee con Iron Fist, personaggio di cui aveva curato alcune copertine nella run The Immortal Iron Fist di Ed Brubaker, Matt Fraction e David Aja.
Come lo stesso Andrews ha confermato nell’intervista che ci ha concesso, il suo intento era quello di fornire una nuova visione del personaggio, più dark e violenta rispetto alla precedente gestione. Per questo motivo la run di 12 numeri pensata da Andrews è intimamente connessa con il capitolo più buio della vita di Danny Rand: la sua infanzia e la brutale morte dei suoi genitori. Una rinarrazione della genesi dell’eroe che è, inoltre, un espediente atto a fornire piena accessibilità alla storia anche ai neofiti del personaggio.
Il conseguente duro addestramento di Danny per diventare Iron Fist, il campione della mistica città di K’un-Lun, e placare la sua sete di vendetta è una ferita ancora aperta ed il nemico che si ritroverà di fronte in questa nuova avventura sta facendo a pezzi tutte le sue certezze.
Il titolo Iron Fist: The Living Weapon non è casuale: Danny è sì il solito supereroe playboy miliardario, ma è pur sempre un arma vivente e, durante i dieci anni del suo addestramento a K’un-Lun, ha incanalato la sua rabbia per un solo scopo: uccidere. Questo è un concetto su cui l’autore insiste molto, la sua è una storia di vendetta in cui racconta la parabola di Danny Rand, mostrandoci la caduta dell’eroe e la sua faticosa risalita per fare, una volta per tutte, i conti con il l’oscurità che si porta dietro come un fardello sin dall’infanzia.
Andrews fa letteralmente esplodere le potenzialità del personaggio realizzando un lungo ed appassionante story arc dallo sviluppo decisamente imprevedibile: proseguendo nella lettura vi ritroverete davanti a soluzioni narrative davvero originali, che, in un’occasione in particolare, vi porteranno a chiedervi: è Evangelon o un comick book americano?
il risultato è ottimo e la sintonia stabilita tra Kaare Andrews e Danny Rand è davvero palpabile in ogni pagina del fumetto.
Vero punto forte di Iron Fist: The Living Weapon, comunque, è lo straordinario impatto visivo dato dai disegni (e dai colori) di Andrews: un comparto grafico eccellente unito a soluzioni mai banali come le pagine “rovinate” dei flashback o lo sfruttamento delle onomatopee come parte integrante dell’architettura delle tavole. Il dinamismo del protagonista e la sua padronanza delle arti marziali, poi, sono resi alla perfezione ed anche la palette di colori utilizzata si rivela sempre perfettamente in sintonia con le atmosfere.
Insomma Iron Fist: The Living Weapon è un fumetto visivamente spettacolare con un mix perfetto di azione, kung fu e misticismo. Un comic book che sfrutta al massimo le potenzialità di un personaggio che fino ad oggi non ha mai goduto di grandissima popolarità.
L’edizione italiana a cura di Panini Comics sarà analoga al formato precedentemente utilizzato per l’Occhio di Falco di Fraction ed Aja, albetti da edicola da 48 pagine (al prezzo di 3,00 euro) contenenti ciascuno due numeri dell’edizione americana.
Un viaggio A/R per K’un-Lun vi aspetta.