Con The Multiversity – Society of Super-Heroes #1 Grant Morrison comincia il suo personale viaggio attraverso le Terre del Multiverso e lo fa presentandoci le prime versioni alternative di eroi e personaggi DC Comics che conosciamo più o meno bene. Terra-20 è detta anche “Terra Pulp”, il cui presupposto di nascita è che la Seconda Guerra Mondiale sia durata di più e l’equilibrio mondiale è molto diverso. Scopriamo quindi cosa ci riserva questa nuova avventura intitolata “Conquistatori dal Contro-Mondo”.
Il particolare titolo di questo nuovo capitolo è già di per sé esplicativo dello scontro che sarà possibile leggervi: oltre a Terra-20, Morrison e Chris Sprouse (disegni) ci presentano Terra-40, universo speculare e “al negativo” di quello in cui si svolgono gli eventi narrati. Come da tradizione (e come visto in Forever Evil), Terra-40 è quindi una versione alternativa di “Terra Pulp”, dove però sono i villain a dominare, con conseguenti rovesciamenti di fronte tra i personaggi, o in generale con i “cattivi” a detenere il potere. A farla da padrone in questo numero di Multiversity sono le vicende della Società dei Supereroi (S.O.S. in lingua originale) e i suoi protagonisti: primo fra tutti conosciamo Anthro, “il primo ragazzo” nonché voce narrate dell’intero capitolo, poi abbiamo il gruppo delle Lady Blackhawk, Abin Sur, Al Pratt alias il Potente Atom e infine il Dottor Fate. Quest’ultimo inoltre è il leader del gruppo, oltre ad essere colui che, dopo aver scoperto la minaccia proveniente da Terra-40, decide di mettere su la Società.
Dopo le prime battute veniamo a conoscenza anche del gruppo di antagonisti giunti per conquistare il nuovo universo: Felix Faust, Lady Shiva, Blockbuster, il Conte Sinestro (e la sua entità Parallax) e il loro spietato leader Vandal Savage. Questo gruppo organizza una vera spedizione per invadere il pianeta nemico, portando nuovamente la guerra in un mondo attraversato da un estenuante conflitto mondiale. La battaglia per questa realtà dura cinque anni, ma ci vengono mostrati solo l’inizio (dalla formazione della S.d.S. alle prime battaglie) e la fine, che si svolge nella cittadella di Doc Fate, nel bel mezzo della foresta amazzonica in un tempio appartenente a qualche civiltà precolombiana. Da qui Doc Fate proverà a mandare un messaggio d’aiuto verso chiunque possa ascoltarlo, nella speranza che questo conflitto fra due mondi possa finire nel migliore dei modi per Terra-20 e la Società.
Questo secondo numero della nuova epopea fumettistica targata Grant Morrison riserva non poche sorprese e citazioni, reinventa molti personaggi classici del panorama DC Comics e soprattutto fa assaporare al lettore il sapore di un fumetto d’avventura ormai perso nel tempo, carico anche di una certa nostalgia palesata dallo scozzese: la Società si basa su valori classici del fumetto, con tanti richiami alla cultura pop degli anni (o meglio, delle atmosfere) rievocati e non è un caso che la sconfitta degli eroi cominci quando il Potente Atom infrange la regola più importante per un vero eroe ovvero di non uccidere. Da questo momento la storia attraversa il suo declino inesorabile e ogni personaggio si fa improvvisamente contemporaneo, uccidendo le rispettive controparti in uno scontro sempre meno “eroico” e sempre più votato all’istinto di sopravvivenza dei personaggi – che è poi la sopravvivenza di un mondo intero.
Estremamente azzeccata inoltre la scelta di Sprouse ai disegni, il quale contribuisce non poco a dare un taglio retrò alla storia: le linee pulite e semplici, i personaggi riconoscibili e ben caratterizzati graficamente si fanno guardare e riguardare con piacere, facendo spiccare l’espressività messa in campo dall’artista – valore aggiunto molto “cinematografico” che sembra strizzare l’occhio al cinema in bianco e nero d’avventura, dove il nemico aveva anche un aspetto poco rassicurante, come il “diverso” in generale (vedi Abin Sur simile ad un demone). Morrison infine non può esimersi dall’inserire qua e là, come gocce di cioccolato in un buon biscotto, alcuni riferimenti ai suoi precedenti lavori. Si va da Anthro, presente in Crisi Finale, a Vandal Savage (di cui aveva già scritto per One Million), passando per Iron Munro (sostituto di Superman nella Justice Society of America e ispirazione per Flex Mentallo) fino a un riferimento fatto da Doc Fate ad un certo Ibn Al Ghul, “figlio del demone”, rappresentante forse il suo Damian Wayne. Come sempre la lettura di questa saga è consigliata per l’elevata qualità della penna di Morrison e noi ci rileggiamo prossimamente col terzo capitolo della saga (e chiedo scusa per il ritardo coi cui pubblico questa recensione ma, sapete, la vita…).
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