L’invasione dei cinecomic in TV è in ascesa inarrestabile. The Walking Dead, Gotham, Arrow, Constantine, Flash, Agents of S.H.I.E.L.D., Anget Carter, DareDevil, Jessica Jones, The Strain, Tiramolla... no, Tiramolla ancora no.
Poi arriveranno Luke Cage, Iron Fist, Supergirl, Teen Titans, lo spin-off di TWD e pure Krypton, la serie sul nonno di Superman, un plot che sembra una battuta e invece no.
Ma, durante la comics invasion, un’altra categoria si sta facendo largo a gomitate: il film trasformato in serie TV.
Dopo qualche flop degli anni passati, vedi Terminator: The Sarah Connor Chronicles, o la serie TV Tremors (sì, hanno avuto il coraggio…) oggi la qualità è molto migliorata. Un esempio illustre è il recente (e riuscitissimo) Fargo, cast stellare, regia eccezionale, giustamente fresco vincitore di un Golden Globe.
Dal Tramonto all’Alba di Rodriguez è stato adattato per la TV, pochi giorni fa è stato annunciato un sequel televisivo del Minority Report di Spielberg e si parla anche di serie ispirate a Shutter Island di Scorsese ed a Scream di Wes Craven.
E non dimentichiamo che la serie TV probabilmente più attesa dell’anno (o almeno la più attesa da me) è Westworld della HBO con Anthony Hopkins ed Evan Rachel Wood: adattamento dell’omonimo film anni ’70 di Michael Crichton (proprio lui, lo scrittore di Jurassic Park all’esordio come regista).
In questo restyling è incappato anche L’Esercito delle 12 Scimmie di Terry Gilliam, supercult del 1995 con Bruce Willis, Brad Pitt e Madeleine Stowe. Gilliam, ex-Monthy Python passato dietro la macchina da presa, con L’Esercito delle 12 Scimmie realizzò un film strepitoso: una pellicola costruita alla grande, davvero originale e con atmosfere claustrofobiche ed evocative.
La nuova serie realizzata dal canale americano SyFy sarà composta da 13 episodi, il primo dei quali andato in onda da pochi giorni negli States.
Il protagonista Cole, al secolo Bruce Willis, è interpretato da Aaron Stanford che fu il dimenticabile mutante Pyro nella prima trilogia degli X-Men al cinema, mentre la protagonista femminile Amanda Schull è una versione meno figa di Naomi Watts.
Il pilot non è male, salti avanti e indietro nel tempo, paradossi temporali, discrete ambientazioni e toni sci-fi. Ma, nonostante sia evidente sin da subito che la trama si discosterà parecchio dalla sua controparte filmica, riuscirà davvero 12 Monkeys a fornire un’esperienza narrativa nuova come sta facendo – con le dovute proporzioni ovviamente – Fargo, o cadrà nell’errore di annacquare il brodo di un film cult sfruttandone il brand?
Tra qualche puntata avremo le risposte, io intanto inizio a guardarlo con una certa curiosità.
E’ evidente che oggi la voracità dello spettatore per i prodotti televisivi cresca in maniera non proporzionale con le idee degli sceneggiatori. Sceneggiatori che, pur di dare qualcosa in mano ai canali TV, continuano a riadattare plot pre-esistenti. Eppure le serie che negli ultimi anni anno fatto la storia della TV non erano adattamenti ma prodotti originali: penso a Twin Peaks, X-Files, Lost, Breaking Bad o True Detective.
Dunque, ben vengano gli adattamenti fatti con cognizione di causa ed opportunamente rinnovati ma, in conclusione, mi domando e vi domando: torneremo ad avere programmi concepiti esclusivamente per la TV o dovremo rassegnarci a vedere storie concepite per altri media rimasticate per la serializzazione televisiva?
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