Oltreoceano (e non solo) tutti stavano parlando del ciclo di Moon Knight realizzato da Warren Ellis, Declan Shalvey e Jordie Bellaire. Questa pur breve run di 6 numeri è davvero uno dei prodotti migliori e più maturi della recente produzione Marvel? In realtà questo Moon Knight è molto di più.
Come scrive Aurelio Pasini nell’introduzione al volume Panini, Ellis è riuscito a mediare tra innovazione e tradizione, ha rivitalizzato un personaggio classico della Marvel, donandogli nuova linfa, proiettandolo in una New York malsana e infestata da ogni genere di freak: quelli dall’aspetto mostruoso e quelli dalla psiche malata e perversa, uniti dal comun denominatore dell’omicidio efferato.
Marc Spector (vero nome del Cavaliere della Luna) ha trovato un equilibrio effimero e di facciata, alternando momenti di lucida consapevolezza dei suoi problemi mentali al trasporto rabbioso nel proprio compito di vigilante. Il nuovo Moon Knight è un collaboratore della Polizia (uno molto sui generis), un abile investigatore, un eccellente combattente, un uomo rancoroso nei confronti della società e solitario. Un giustiziere in piena regola, al passo coi tempi, in grado di accedere a fondamentali apparecchi tecnologici che possano velocizzare il suo lavoro.
Se ci avete fatto caso non ho mai usato la parola ‘eroe’, perché forse questa è l’unica cosa che gli manca, l’eroismo: senso del dovere, voglia di aiutare il prossimo, ottime capacità di leggere nell’animo delle persone, ma per niente eroico. L’antieroe per eccellenza.
Marc Spector non vuole essere un modello positivo, non vuole essere un modello negativo, non vuole ispirare nessuno (nel bene o nel male), va a caccia di criminali e li combatte con ogni mezzo. I fattori classici del personaggio ci sono tutti e sono ben evidenziati: la follia, l’addestramento militare, la ricchezza, l’intelligenza fuori dal comune, il rapporto combattuto con Khonshu (divinità lunare egizia) e tutto il relativo mistero che avvolge questa figura mitologica.
Quello che si rinnova è il modo di narrare le sue vicende, la fluidità del racconto di Ellis è disarmante, riuscendo comunque ad esprimersi con una narrazione ellittica, entrando subito nel vivo dell’azione e saltando preamboli più o meno utili; il tutto viene imbastito abilmente dalle matite di Shalvey con uno stile personale fuori scala, abilissimo nel gestire storytelling, impostazione della tavola, scene d’azione e splashpage, facendo procedere di pari passo la follia allucinatoria del personaggio e la sua particolare giustizia; il colore della Bellaire poi chiude il cerchio, donando all’ambiente la giusta luce folle o perversa in base alla situazione vissuta da Marc.
Tutti questi aspetti rendono questi sei numeri delle storie del Cavaliere della Luna estremamente compatte, uniformi sotto ogni aspetto, ogni parola e ogni vignetta sono centellinate fino all’inverosimile. Un modo di procedere asciutto, essenziale e in grado di coinvolgere il lettore, sia dal punto di vista della narrazione che da quello grafico: passiamo dalle atmosfere cupe e horror del #1, al mondo onirico allucinato del quarto capitolo, dalle pagine che progressivamente si svuotano delle vignette in “Cecchino”, alle citazioni cinematografiche del #5 (davvero non vi ha ricordato niente quella scalata di un solo uomo contro un intero condominio?), dalle tinte fantasy del terzo capitolo, alla nascita della nemesi dell’eroe nel capitolo finale. E tutto scorre sotto ai nostri occhi con una facilità straordinaria, malgrado le vicende raccontate siano tutt’altro che banali o semplici.
Moon Knight nasce già come un classico della nona arte, un prodotto che stupisce perché è la dimostrazione di quanto grandi siano le potenzialità del media fumetto, perché Ellis e Shalvey mettono in scena la perfetta incarnazione del fumetto contemporaneo, che insegue costantemente l’avanguardia ma conserva le proprie radici nella tradizione, muta e rinnova ciò che conserva e preserva dal logorio del tempo, reimpostando in modo originale ed entusiasmante qualcosa di conosciuto. Spendo volentieri anche due parole per l’edizione Panini Comics: l’ottimo volume cartonato all’altrettanto ottimo prezzo di 12€ è il modo perfetto per raccogliere questo ciclo di storie, in quanto dona al prodotto dignità artistica e cura editoriale, dimostrando come si possa investire in modo intelligente e felice anche in una serie totalmente nuova, senza passare dal solito step produttivo dello spillato o del brossurato. Spero vivamente che anche in futuro si possano avere altre storie raccolte in questo modo, quasi inedito in Italia.
Per questa recensione è tutto, noi ci rileggiamo alla prossima.
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