Dopo il crossover Trinity War, le tre League del mondo DC Comics sono sparite dalla circolazione a causa della comparsa del Sindacato del Crimine. Questi eventi sono sfociati quindi in Forever Evil, maxi evento in salsa villain, in cui vediamo il pianeta nelle mani dei maggiori supercattivi e criminali. Geoff Johns ai testi e David Finch ai disegni ci portano nell’oscuro presente dominato dal male eterno, appunto Forever Evil.
Le premesse di questo evento erano, secondo me, ottime. Trinity War s’era concluso nel migliore dei modi e il mistero legato alla scomparsa di Justice League, Justice League of America e Justice League Dark lasciava presagire l’entrata in azione di nuovi eroi “di serie B”, accompagnati magari dai villain meno spregiudicati, quelli che hanno comunque bisogno di un ordine precostituito per agire. In realtà così non è stato perché, subito dopo la comparsa del Sindacato, buona parte dei villain ha deciso di schierarsi con i nuovi malvagi dominatori del mondo, mentre i rimanenti hanno deciso di opporsi più per una forma di capriccio personale, che per una vera motivazione palese. Infatti, tranne per qualche caso più comprensibile all’interno della trama, non è molto ben chiaro come mai alcuni villain decidono di non schierarsi con il Sindacato, ma anzi lo combattono.
Col proseguire della trama però due eventi appaiono veramente importanti, ma sono trattati spesso frettolosamente per dare spazio alle “mazzate”: il rapporto tra Owlman e Dick Grayson, e il figlio che sta crescendo nel grembo di Super Woman. Senza farvi troppi spoiler su quest’ultimo evento, per quanto riguarda il primo, Dick vede la propria identità segreta svelata dinanzi al mondo intero ed è costretto, come molti sapranno, ad abbandonare il costume di Nightwing per indossare i panni dell’agente segreto. Proprio tra un paio di mesi infatti partirà la serie Grayson, con protagonista Dick, serie che sta avendo un seguito relativamente buono e che è uno degli sviluppi di Forever Evil meglio riusciti. Per quanto riguarda il figlio di Super Woman vi dico solo che nulla è come sembra (a buon intenditor, poche parole). Per il resto l’evento è Lex Lutor, accompagnato da alcune nemesi di eroi DC (Black Adam, Bizarro, Captain Cold, Black Manta, Sinestro) e da Batman e Catwoman (così, per non farsi mancare nessun membro delle League… anzi, mancava un membro della Justice League Dark), tutti che vanno in giro prima a reclutare altri membri del gruppo e poi a scontrarsi – senza un piano apparentemente – valido contro il Sindacato del Crimine.
Il problema di Forever Evil sta proprio tutto qui, appunto. Non ci vengono mostrati che due soli eventi davvero significativi in termini di trama (tre, se mettiamo la scoperta dell’identità del misterioso incappucciato, prigioniero del Sindacato) e sembra quasi che Johns abbia scritto questa trama per uno, due numeri della Justice League ma poi abbia dovuto prolungare il più possibile la narrazione, con ovvi e conseguenti buchi di trama, tamarrate ai limiti della sospensione dell’incredulità (Ultraman che sposta la Luna e poi Sinestro e Black Adam che la rimettono al loro posto, come se l’orbita lunare fosse calcolabile così, a occhio) e continui, ripetuti, interminabili battibecchi tra Lex Luthor e Batman su chi è più intelligente tra i due. Insomma la narrazione è sciatta e spesso ripetitiva, per non parlare di alcuni eventi privi di senso e del finale “buonista” tipico americano che può avere vita e credibilità solo nel paese degli hot dog.
Eppure, spesso, questa serie è divertente nella lettura, riletta tutta d’un fiato, mettendola al giusto posto e abbassando un po’ le aspettative, risulta comunque significativa in termini di continuity e di aderenza ai personaggi. La trovo una saga molto poco New52, dove ci sono stati mostrati altri aspetti degli eroi DC Comics, quasi un ritorno alle origini per testare l’apprezzamento eventuale di un pubblico di aficionados a certi canoni della narrazione anni ’90 e non solo. Forse un po’ anacronistico, questo maxi evento sembra leggermente fuori luogo rispetto al fumetto attuale e rispetto alla direzione che hanno intrapreso altre case editrici. Johns è comunque stato bravo, nel finale di trama, a instillare una spropositata curiosità nei cuori dei lettori a seguito delle ultime due pagine della storia, dove ritroviamo un personaggio sparito per un po’ dai principali disegni DC (ma che comunque non vi spoilero, non si sa mai dobbiate ancora leggere il finale) e anche a spianare la strada per quello che sarà il futuro di alcune testate, sia vecchie che nuove e in fase di inizio proprio come conseguenza delle trame di Forever Evil. Inoltre, in virtù dell’articolo che avete letto in questi giorni (qui), dal finale dell’evento si muovono i primi passi che porteranno a Convergence e a Darkseid War, quindi prepariamoci ad un ritorno – si spera – in grande stile di alcuni pezzi da novanta.
Concludiamo però con la vera nota dolens di questo maxi evento: David Finch. Malgrado sia stato uno degli artisti di punta sia in Marvel che in DC, attualmente il suo lavoro è molto sotto gli standard contemporanei del fumetto, che si sta muovendo in una direzione opposta rispetto allo stile di Finch. Anatomia inesistente, pessimo storytelling, scarsa coerenza dei personaggi e poca cura stilistica generale hanno fatto storcere il naso a molti, non senza ragione. Con Ivan Reis impegnato sia su Justice League che su Multiversity, con Gleason e Janin altrettanto presi dalle loro testate, con Manapul e Burnham poco adatti al tipo di storia da raccontare, si è ripiegato su un Finch stanco e raffazzonato, che ha contribuito a rendere la lettura non molto interessante. Ovviamente io ci avrei visto benissimo Gary Frank al lavoro su questo maxi evento, ma io non sono Dan Di Dio o Jim Lee.
Per concludere, questo Forever Evil è stato un connubio divertente di azione e reintroduzione di alcuni stilemi del fumetto, rovinato dal pessimo tratto di Finch e che si perde un po’ troppo nel finale buonista. Consigliato? Se siete amanti delle storie DC Comics e, soprattutto, delle vecchie storie (Wildstorm e simili) sicuramente sì. Se volete un crossover migliore rispetto allo standard della maggior parte degli eventi Marvel attuali, lo consiglio a metà. Ma se cercate un maxi evento indimenticabile, per me, sicuramente dovreste puntare ad altro. Parallelamente a queste trame principali se ne sono sviluppate anche altre, degna di nota è soprattutto Blight, ma torneremo a parlare di questo crossover “magico” prossimamente, dopo la sua conclusione. Anche alcuni spin-off sono stati interessanti, forse più dell’evento principale, come Arkham War, Rogues Rebellion e A.R.G.U.S., di cui magari potremmo parlare in seguito. Per questo articolo è tutto, spero come sempre che questo mega riassuntone/articolone sia stato di vostro gradimento e ci rileggiamo alla prossima.
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