Se chiudiamo gli occhi e ci sforziamo di visualizzare un ricordo passato, magari lontano, non è detto che esso torni alla nostra memoria esattamente come noi vorremmo, o come ci aspettiamo che sia. Magari quel ricordo risulta sbiadito, sfocato, differente rispetto all’originale, lasciandoci addosso la sgradevole sensazione di aver perso per strada un pezzetto di noi.
Poi, invece, ci capita che, passando per caso in un determinato luogo, gli odori che percepiamo riportino immediatamente a galla, nella nostra testa, ricordi che per lungo tempo pensavamo persi, sommersi da anni di vita o addirittura dalla nostra stessa volontà. E, con essi, veniamo investiti improvvisamente da un carico di emozioni dal sapore agrodolce che ci riempiono il cuore come non avremmo mia potuto immaginare fino ad un attimo prima.
Ma, se la nostra vita fosse caratterizzata principalmente da ricordi negativi, non sarebbe più saggio chiudere la valvola della memoria e smettere di immagazzinare ricordi? Non sarebbe più semplice cancellare i ricordi più brutti e selezionare solo le informazioni base per condurre una vita in bianco e nero?
Questo è ciò che decide di fare Nani – protagonista della storia scritta e disegnata da Sergio Gerasi – che, ad un certo punto della propria vita, chiude la cerniera che ha sulla testa, impedendo al suo cervello di incamerare ricordi. Sta bene così Nani. Ha capito che i ricordi portano sofferenza e che si può vivere benissimo anche senza… o, almeno gli pare di ricordarsi così. Per contro, però, lo stesso Nani desidera regalare almeno un ricordo alla sua anziana nonnina, da tempo gravemente malata di Alzheimer e disperata all’idea di concludere la propria vita senza neppure un ricordo al quale aggrapparsi. Decide, dunque, di partire per un un bizzarro viaggio alla ricerca di una bottega dove acquistare la memoria da regalare alla nonna. Ma, come spesso accade, non è importante la meta che si deve raggiungere, quanto più la strada che si percorre.
In Inverno le Mie mani Sapevano di Mandarino è il nuovo graphic novel di Sergio Gerasi, in uscita il prossimo 28 novembre con BAO Publishing, all’interno della collana Le Città Viste dall’Alto. A metà tra il metaforico e lo psicanalitico, Gerasi tratta in modo dolce e divertente il tema della memoria selettiva e della paura di affrontare i propri traumi. L’autore ci racconta una storia intima e commuovente con uno stile ironico e solo apparentemente surreale, che disvela infine una chiave di lettura ben più realistica di quanto si possa pensare. Attraverso lo stridente contrasto tra la volontà del protagonista di liberarsi dei propri ricordi e il desiderio da parte della nonna di attaccarsi anche all’ultimo frammento di memoria, Gerasi ci mostra la presa di coscienza di un uomo che comprende finalmente l’importanza fondamentale della memoria e il peso specifico che essa ha sulla nostra esistenza.
In un sistema regolato dalle cose materiali, infatti, si può perdere facilmente di vista il valore della memoria. A prescindere da quanto piacevoli o tristi possano essere i nostri ricordi, saranno essi a confortarci durante tutto il corso della nostra esistenza. L’unica testimonianza del nostro essere; l’unica cosa che possiamo definire davvero nostra.
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