In questa splendida edizione 2014 del Lucca Comics & Games, grazie alla solita grande disponibilità di Panini Comics, abbiamo avuto la possibilità di fare una bella chiacchierata con uno dei più apprezzati disegnatori Marvel: l’artista brasiliano Mike Deodato. Un veterano del comic americano che è sulla cresta dell’onda da un ventennio, grazie al suo talento ed alla capacità di evolversi nel corso degli anni. E proprio da qui è iniziata la nostra intervista…
Mike, il tuo lavoro nell’industria del comic book mainstream inizia negli anni ’90. Oggi, 20 anni dopo, sei ancora uno dei disegnatori di punta della Marvel. Molti tuoi colleghi che a quei tempi erano in auge non sono durati, probabilmente perché non hanno saputo rinnovarsi. Il tuo stile, invece, si è evoluto continuamente in questi anni. Trovi sia stato un passaggio graduale e spontaneo o c’è stato uno studio per adattare il tuo stile ai tempi (ed ai gusti) che cambiavano?
Sei cambiato negli anni ma in effetti l tuo stile si modifica anche in base alla sceneggiatura che hai davanti. Un esempio con i tuoi ultimi lavori: sugli Avengers ed i New Avengers di Hickman hai uno stile supereroistico più classico, su Original Sin di Aaron, che è una sorta di crime-fiction, il tuo stile è diventato più scuro, volutamente più ‘sporco’.
Si, su Avengers volevo ci fosse molta luce, sui New Avengers, invece, sono tornate le ombre. In Original Sin ho iniziato a sperimentare molto con i layout, con la costruzione della pagina: volevo che le tavole sembrassero una sorta di puzzle. Ho suddiviso le tavole come dei puzzle che dovevano essere assemblati, proprio perché la storia racconta di un mistero i cui pezzi devono essere ricomposti per arrivare alla soluzione. Steranko, che mi ha ispirato a lavorare in questa direzione, aveva fatto una cosa simile ma lui usava una suddivisione classica con linee nette orizzontali e verticali. Alla Marvel si fidano di me ed avere questa possibilità di continuare a sperimentare mi da una grande soddisfazione.
Certo, a volte mi capita di realizzare qualche cover provando questa o quella nuova tecnica e poi magari mi dicono: ‘non potresti farla come in passato?’ e allora mi dico ‘ok, ci ho provato’.
Negli ultimi anni hai lavorato spesso su testate di gruppo o su crossover, ti piacerebbe riprendere in mano una serie con protagonista un singolo personaggio?
Si, in effetti penso che la Marvel voglia farmi battere il record di John Buscema di numeri disegnati degli Avengers. E credo di esserci quasi. Mi piacciono molto gli Avengers, ma penso sia tempo di fare una testata con un unico protagonista, vorrei lavorare su Wolverine o su Thor. Avrei più tempo di focalizzarmi sul personaggio e poterci lavorare per bene. Andrebbe bene anche una testata di gruppo ma con meno personaggi, come i Difensori. Mi riferisco a quelli originali: Namor, Hulk, Doctor Strange e Silver Surfer.
Mike, ormai Marvel non vuol dire solo fumetti ma anche cinema. E’ capitato in passato che alcuni tuoi colleghi collaborassero nella realizzazione dei concept dei personaggi Marvel per il grande schermo, penso ad esempio a Adi Granov che ha contribuito al design dell’armatura di Iron Man. C’è un personaggio dei fumetti di cui vorresti realizzare il concept per il cinema?
Si, mi piacerebbe vedere un mio Wolverine al cinema. Il vero Wolverine, non quello alto due metri che c’è adesso. Per carità, Hugh Jackman è un grande attore ma non è Wolverine, magari è suo padre o suo zio (ride). Logan è basso, tozzo, sporco e sicuramente non ha charme.
Lasciamo un attimo il mondo dei supereroi e parliamo dei tuoi altri progetti. Stai lavorando a The Cartoon Art of Mike Deodato, una serie tutta tua in stile cartoonesco in cui raccoglierai le strisce che vedono protagonisti te e tua moglie Paula.
E’ iniziata come una cosa che avevo fatto per la mia famiglia, ma poi tutti gli amici che vedevano queste strisce da noi mi dicevano: ‘dovresti pubblicarle’. E’ la prima volta in tanti anni che mi faccio da autore. E’ stato un vero piacere assemblare tutto il libro, realizzare il lettering e tutto il resto. Mi ha ricordato i tempi in cui lavoravo alle fanzine e mi ha stimolato a realizzare un mio blog mikedeodatojr.tumblr.com in cui pubblico anche queste mie brevi storie.
Hai collaborato con tantissimi grandi sceneggiatori nella tua carriera: Peter David, Warren Ellis, Bruce Jones, Straczynski e tanti altri. Se potessi scegliere il prossimo sceneggiatore con cui lavorare, uno con cui non hai mai collaborato finora, chi sceglieresti?
Ce ne sono un bel po’ in effetti. Innanzitutto Grant Morrison, è fantastico! E poi Neil Gaiman e, anche se so bene che è impossible, vorrei lavorare con Alan Moore e, perché no, Frank Miller. Infine ti faccio un altro nome: Giancarlo Berardi.
A proposito di Berardi, ho letto che sei un grande estimatore di Ken Parker ed anche di Tex.
Amo il fumetto western. E sono un grandissimo fan di Ken Parker. Purtroppo non viene più pubblicato. Ma Tex lo pubblicano ancora, quindi editors se siete in ascolto: io ci sto.
Mi piacerebbe firmare un albo di Tex, come fece Joe Kubert (si riferisce a Tex Il Cavaliere Solitario, disegni di Joe Kubert con i testi di Claudio Nizzi, NdA). Certo, è un sforzo erculeo perché si tratta di disegnare tantissime pagine, ma penso che farei bene. Il mio contratto in esclusiva con Marvel scade nel 2016, chissà… (ride)
Aspettiamo un western disegnato da te allora…
Si, prima Wolverine e poi un bel western.
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