Alla base di ogni buon progetto c’è sempre un’idea. A volte una coincidenza è la scintilla che trasforma l’idea in progetto. A questo punto per realizzare un buon prodotto è essenziale la scelta degli uomini giusti, la programmazione.
La coincidenza è l’incontro durante un Mantova Comics tra Boosta e l’Italian Job Studio, la factory creativa coordinata da Diego Malara e composta da Riccardo Burchielli, Giuseppe Camuncoli, Stefano Caselli e Francesco Mattina, tutti artisti che hanno esportato il loro talento oltreoceano.
L’idea c’è, i disegnatori anche, manca lo script.
Qui viene fuori la programmazione: l’America non puoi raccontarla per sentito dire. Se vuoi creare la giusta atmosfera ci vuole uno yankee e l’uomo giusto è Victor Gischler, sceneggiatore di fumetti (Punisher MAX, Deadpool In Viaggio con la Testa) ma, soprattutto, romanziere hard boiled.
Il quadro è completo, è nato Highway to Hell.
Ci troviamo nel nord-est degli Stati Uniti, sulla route 5. Due detective, il semialcolizzato Isaac Brew e lo scrupoloso indiano Jayesh Mirchandani, sono sulla tracce di un efferato omicida seriale.
Ok, nulla di nuovo a primo impatto. Sul tema omicidio seriale-macabro-occultista è facile cadere nel cliché e se ne sono già dette tante – al cinema, in TV, nei romanzi e nei fumetti – è vero. Ma, nonostante ciò, la coppia di agenti dell’FBI, le tavole calde, gli sfasciacarrozze e gli sceriffi in sovrappeso di Highway to Hell lasciano comunque un retrogusto piacevolmente inedito (e poi l’agente dell’FBI indiano col turbante – almeno a mia memoria – non lo aveva ancora tirato fuori nessuno).
Vi ritroverete a percorrete un’autostrada a scorrimento veloce diretta all’inferno in cui si mischiano crime fiction, horror e splatter. Un percorso in cui, guardando fuori dal finestrino, verrete risucchiati all’interno di tavole crude ed evocative.
Sì, perché dal punto di vista della “confezione” – come previsto – siamo di fronte ad un prodotto promosso a pieni voti: Burchielli l’America l’aveva già raccontata per immagini in DMZ di Brian Wood e continua a mantenersi su livelli eccezionali. E poi al copertinista regolare Francesco Mattina (che, davvero, è uno dei migliori al momento, andate a guardare ad esempio le sue cover di Spider-Man 2099), si affianca la variant di Lee Bermejo, un artista che non ha certo bisogno di presentazioni.
Insomma Highway to Hell si presenta davvero come una piacevole novità nel panorama del fumetto italiano (anche se, visto il prodotto, è più appropriato parlare di ‘comic book made in Italy’) per una Panini che, ancora una volta, si conferma non solo distributore ma anche editore.
Tra atmosfere che rievocano True Detective ed omicidi disturbanti degni di Hannibal, l’ottimo serial di Bryan Fuller, si fanno largo una spruzzata di Wes Craven ed un pizzico di splatter anni ’80. E, se questo primo numero di Highway To Hell inizia bene, finisce meglio con il plot twist che non ti aspetti.
E poi Gischler, maestro del noir, sa come catturare l’attenzione di un lettore e cosa c’è meglio di un colossale cliffhanger a fine episodio?
Continua…
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