12 momenti indimenticabili della Marvel

Dopo il nostro “12 momenti indimenticabili della Dc Comics“, non poteva certo mancare il countdown dedicato ai momenti che hanno segnato maggiormente la storia della Casa delle Idee. Come per l’articolo precedente, è stato davvero molto difficile racchiudere in solo 12 postazioni gli avvenimenti che dovrebbero, anzi che devono, essere ricordati.

Sperando che la mia classifica vi piaccia, vi presentio di seguito: “12 momenti indimenticabili della Marvel“.

Signore e Signori, iniziamo il conto alla rovescia:


12. L’alcolismo di Tony Stark

Spesso ci dimentichiamo che la maggior parte dei nostri eroi preferiti sono esseri umani con il pacchetto “problemi” e “cazzate” incluso. Tony Stark alias Iron Man, idolo della folla e del gentil sesso, non sfugge a questo dato di fatto. Nella saga “Il Demone nella Bottiglia” (Demon in a Bottle) di David Michelinie, Bob Layton, John Romita Jr. e Carmine Infantino del 1979, vediamo il nostro eroe cadere sempre più nell’abisso della sua più grande dipendenza: l’alcool. Ma i suoi problemi non si fermano alla “bottiglia”: lo S.H.I.E.L.D. ha comprato le azioni Stark, obbligando così l’azienda ad un mercato di armi ancora più serrato; Justin Hammer, nuovo nemico, ha sabotato l’armatura di Iron Man, causando vari problemi. Tony è ormai sul fondo, sta per rinunciare alla sua identità civile per essere solo un eroe e per sfuggire a tutti i suoi problemi nascondendosi nella sua armatura. Sarà grazie all’aiuto dell’allora fidanzata Bethany Cabe, di Jarvis (non il computer ma il suo reale e umano maggiordomo. NdA.), di Capitan America e di Ant-man, che il nostro Stark riuscirà a sconfingere il suo “Demone”. Questa è una tipica saga della Golden Age Marveliana, un buon punto d’inizio per chi vuole conoscere davvero Iron Man, ma è anche una storia da rileggere per non dimenticare che gli eroi possono commettere errori.


11. Il suicidio di Kraven 

Gli eroi, come i loro nemici, non solo commettono errori ma prendono anche decisioni fin troppo drastiche per chi vive una vita di eroismo, proprio come l’ultimo atto di Sergei Kravinoff, ovvero Kraven il Cacciatore, che ha lasciato senza parole i fan dell’Uomo Ragno e Marvel in generale. Da lui ci potevamo aspettare di tutto tranne il suicidio.
Nella saga “L’ultima caccia di Kraven (“Kraven’s Last Hunt” o anche “Fearful Symmetry”) di J.M. DeMatteis (inchino al Maestro! NdA.), Mike Zeck e Bob McLeod del 1987, Kraven è un uomo diverso, non vuole più uccidere il suo nemico Spider-Man, vuole prendere il suo posto e dimostrare che vale molto più di lui. Dopo aver tramortito e seppellito vivo il Ragno, indossa i suoi panni e sconfigge (massacra) i “nemici”, soprattutto quelli che Peter ha avuto più difficoltà a battere, come il mutante Vermin che il Cacciatore riesce a catturare e rinchiudere. Intanto Spidey riesce ad uscire dalla sua tomba/prigione, cerca Kraven e combatte con lui, ma nota che l’uomo non reagisce perché ormai ha vinto dimostrando di valere più del ragazzo che ha sempre odiato. L’ultimo atto del Cacciatore è quello di liberare Vermin per farlo inseguire da Peter in modo da farsi lasciar solo per compiere, come fece sua madre prima di lui, l’insano gesto finale. La fine di questo nemico, se pur ingloriosa probabilmente, circonda il personaggio di uno strano alone di vittoria, ma nonostante questo i fan sono ancora sconvolti dopo quasi 30 anni.

 

10. Daredevil “rinasce”

La saga “Devil: Rinascita” (Devil: Born Again) è la storia più bella mai scritta sull’Uomo senza Paura, e sicuramente la maggior parte di voi sarà d’accordo con me. La saga è stata scritta nel 1986 da Frank Miller ed è stata disegnata da uno spettacolare David Mazzucchelli; i due hanno anche vinto insieme un Kirby Award come Miglior Team, in più lo scrittore ne ha vinto uno singolarmente come miglior “numero” con il #227 – “Apocalypse“. L’inizio della fine per Devil avviene quando Karen Page, suo vecchio amore, vende la sua identità segreta per un po’ di droga, questo segreto arriva alle orecchie di Kingpin che lo sfrutta per distrugge la sua reputazione e la sua vita, civile e non. Sempre più nervoso, sempre più in uno stato psichico vulnerabile, Matt cade in una specie di depressione e dopo una battaglia con Turk si ritrova a essere curato in un convento di suore a Hell’s Kitchen, il quartiere dove lui è cresciuto e decide di rimanere per iniziare una nuova vita. E’ con il ritorno di Karen, il suo chiedere perdono, che il nostro eroe inizia la risalita, ma Kingpin decide di far attaccare direttamente il quartiere per richiamare la sua attenzione e sarà proprio questo attacco a far a reindossare il costume scarlatto all’Uomo senza Paura. La “rinascita” dal fuoco di Devil, disegnata da Mazzucchelli, è probabilmente una delle tevole più belle mai disegnate per un eroe della Case delle Idee.

 

9. Jean Grey diventa Fenice

Chris Claremont, Dave Cockrum e Sam Grainer in “The Phoenix Saga” danno un nuovo senso al personaggio di Jean Grey, rendendola una delle più forti X-Women mai esistite, ma anche una delle più pericolose. Mentre lei e un gruppo di X-Men sono di ritorno su uno shuttle, dopo che sono stati rapiti da alcune Sentinelle e sono stati salvati, la navicella viene investita da una tempesta magnetica. La donna per salvare i suoi amici li rinchiude nella stiva e dopo cerca di controllare il mezzo con i suoi poteri psichici, ma lo sforzo va al di là delle sue potenzialità e spezza così tutti i blocchi psichici che gli erano stati imposti da Xavier. Jean sarebbe morta se non fosse intervenuta l’entità cosmica Fenice, che fondendosi con lei ne amplifica ancora di più i poteri. La navicella si schianta nelle acque del mare, tutti i gli X-Men sono salvi mentre Jean Grey è dispersa, ma poco dopo riemerge dall’acqua trasformata nella Fenice. Inutile scrivervi quanto sia importante questa trasformazione per le storie future sui mutanti e per i mutanti in sè.


8. Scarlett “No more Mutants”

Basta Mutanti” (“No more Mutants“) è la frase che racchiude tutto il significato del crossover “House of M“, la saga fu scritta da Brian Michael Bendis e disegnata da Olivier Coipel e Mark Morales tra il 2005 e 2006. Scarlet Witch, in una fase psicologicamente non del tutto sana e molto vulnerabile, viene convinta dal fratello Quicksilver a modificare la realtà per risolvere tutti i problemi dei mutanti, purtroppo in minoranza e odiati dal resto della popolazione “senza poteri”. Crea così un mondo governato pacificamente da suo padre Magneto dove i mutanti non sono perseguitati. Solo Wolverine si ricorda della sua vita precedente e dopo aver risvegliato Emma Frost, cerca insieme a lei di far ritornare la memoria anche al resto del gruppo degli X-Men, così da trovare una soluzione per ritornare nel loro mondo. Anche Magneto si risveglia da questa illusione e scoprendo la verità su ciò che Quicksilver ha fatto fare alla sorella, lo riduce in fin di vita; ma arriva Scarlet sconvolta ed esasperata raccoglie tutto il suo potere per pronunciare il suo ultimo incantesimo: “Basta Mutanti“. La donna crea così l’ennesima realtà dove i mutanti sono ridotti a poche centinaie e perseguitati dalla “decimazione“, e dove lei finalmente può vivere tranquilla e in pace. La saga “House of M” è ritenuta da molti geniale e da altri ingenua, per me è semplicemente una saga che va letta, almeno una volta nella vita.

 

7. Bucky Barnes è il Soldato d’Inverno

James Barnes è il primo “Bucky” della storia, amico e compagno di battaglie di Capitan America, muore apparentemente in un’esplosione, la stessa che fa precipitare Steve Rogers nelle acque glaciali e lo iberna finchè i Vendicatori non lo scongelano. Il Capitano, dal suo risveglio, si è sempre sentito in colpa per la morte del suo migliore amico, quindi fu un colpo, sia per lui e sia per i fan, quando nella saga “The Winter Soldier” di Ed Brubaker e Steve Epting, ricompare senza memoria e sotto l’identità segreta del Soldato d’Inverno. Molti fan però ritengono che la scena migliore di tutta la saga non sia quella in cui il Capitano scopre che dietro la maschera del Soldato c’è il suo amico Bucky bensì quella in cui utilizza il Cubo Cosmico per fargli ricordare chi era. 

 

6. Morte di Capitan Mar-Vell

Il Capitano Mar-Vell della Milizia Imperiale Kree è il primo della lunga serie di Capitan Marvel che abbiamo incontrato in questi anni. Arrivato sulla Terra per spiarla, alla fine Mar-Vell, stanco delle intenzioni malvagie del suo popolo, decide di rimanere sul pianeta per proteggerlo. Lo scrittore Jim Starlin, nel 1982, da un nuovo senso a questo supereroe e nella graphic novel “The Death of Captain Marvel” gli da una gloriosa ma tristissima fine. A causa dell’esposizione al gas nervino durante lo scontro con Nitro, l’eroe si ammala di un cancro incurabile. Entrato in coma ha una visione dove lui combatte per l’ultima volta con il suo più grande nemico, Thanos, ma si arrende e si fa portare via dalla morte. Dopo la sua dipartita su Titano hanno eretto una statua in suo onore. Finisce così la carriera e la vita del supereroe “più cosmico di tutti“.

 

5. Ant-man schiaffeggia Wasp

Questo brutale gesto di Hank Pym, nonostante i molti anni passati (33 anni per l’esatezza. NdA.), non gli è mai stato perdonato dai fan; perché si sa, da un eroe non si può sopportare una violenza su una donna, soprattutto se questa donna è la sua bellissima moglie Janet Van Dyne alias Wasp. Nel numero #213 (“The Court-Martial of Yellow Jacket“), Hank è ormai completamente pazzo per colpa dell’inalazione di un gas anni prima, subisce un processo da parte dei Vendicatori per il suo attacco inutile a Elfqueen. L’eroe ha paura di essere espulso dalla squadra allora costruisce un androide con lo scopo di farli attaccare, ma questa sua creazione ha un punto debole che solo lui conosce e dove lui colpirà nel momento clou della battaglia per riconquistare la fiducia dei suoi compagni. Wasp scopre le sue intenzioni e cerca di fermare il marito e farlo tornare in sè, ma Hank è ormai fuori controllo e picchia la donna obbligandola a tacere. Il piano comunque fallisce e sarà proprio Janet alla fine a distruggere l’androide del marito. Da quel momento Hank, umiliato per il suo gesto, lascia la squadra degli Avengers. Come ben sapete Hank Pym pian piano si riprende dal suo esaurimento nervoso e fa anche pace con la moglie Wasp, ma nonostante questo il suo gesto rimane nei momenti più memorabili della Marvel.

 

4. Morte di Capitan America

Civil War rappresenta lo scisma più grande che abbia mai colpito l’universo Marvel, dividendo gli eroi in due fazioni capeggiate da due colonne portanti: Iron Man sostenitore del Superhuman Registration Act e Capitan America fervente oppositore. Tra i tanti eventi che si susseguono e segnano questa “guerra”, uno dei più significativi avviene nell’albo Capitan America #25, dove il nostro Steve Rogers, stanco della situazione e della distruzione che questa lotta ha portato tra mutanti e civili, si consegna alle autorità e viene quindi arrestato come “ribelle”. Condotto alla corte federale per essere giudicato, viene colpito la prima volta a una spalla e poi tre volte allo stomaco, facendolo così morire sulle scale. L’evento, avvenuto come un fulmine a ciel sereno, ha lasciato i fan con la voglia di prendere Ed Brubaker e Steve Epting e massacrarli di botte, perché far morire così all’improvviso il Capitano è stata una crudeltà assurda.


3. Spider-man rivela la sua identità

Come ho già scritto nel punto 4, nella Civil War accaddono davvero tanti aventi che hanno segnato la storia dei nostri eroi e tra i tanti che dovrebbero essere ricordati spicca il gesto di Peter Parker, quando decide di appoggiare la causa di Tony Stark ed entrare nelle file di coloro che firmano la Superhuman Registration Act. Nell’albo “Civil War” #2, scritto da Mark Millar e disegnato da Steve McNiven, Spider-man dopo aver parlato con il suo amico e compagno vendicatore Iron Man, decide di fare il grande gesto e rivelare la sua reale identità alla stampa: “Mi chiamo Peter Parker, e sono l’Uomo Ragno da quando avevo 15 anni. Qualche domanda?“. Gesto epico e davvero inaspettato da parte del nostro Ragno, soprattutto perché lui, storicamente parlando, è sempre stato un supereroe che ha custodito gelosamente la sua identità civile, quindi la sua dichiarazione non ha sconvolto il popolo “nei” e “fuori” i fumetti. 


2. Morte di Jean Grey

Un’altra grande perdita nel mondo Marvel, e che si merita il secondo posto nella nostra classifica, è quella di Jean Grey in “The Dark Phoenix Saga” scritta da Chris Claremont e disegnata da John Byrne e Terry Austin nel 1980. Jean Grey posseduta dallo spirito “Dark Phoenix” distrugge un intero pianeta, Xavier riesce a fermarla bloccando la Fenice nella sua mente, ma questo “tappo” non dura molto e inizia a sgretolarsi quando Jean crede che il suo Scott sia morto. La ragazza, cosciente di non potersi ribellare a questo suo distruttivo potere, decide di sacrificarsi riattivando un’antica arma Kree e facendosi disintegrare dal suo raggio. In realtà non doveva essere questo il finale, Byrne e Claremont avevano optato per un ritorno di Jean Grey alla normalità distruggendo il potere della Fenice, ma l’allora Editor-In-Chief Jim Shooter bocciò la loro idea, voleva un finale più duro per la donna come punizione per il genocidio di un intero pianeta. Shooter aveva proposto di bandire Jean su un asteroide radiottivo dove avrebbe sofferto per sempre a causa delle radiazioni, ma il team creativo suggerì infine il suicidio come redenzione del personaggio. L’intera saga, ritenuta ormai un classico intramontabile, è ancora una delle storie più lette dagli appassionati e non. 

 

1. Morte di Gwen Stacy

La morte di Gwen Stacy si merita il primo posto della nostra classifica, perché non solo ha dato una svolta alla storia di Spider-man ma anche a quella fumettistica editoriale della Marvel in generale, segnando la fine della Silver Age. La morte della ragazza, primo grande amore di Peter Parker, avvenuta nei numeri #121-122 di “The Amazing Spider-man” e nella saga “The Night Gwen Stacy Died” del 1973 scritta da Gerry Conway e disegnata da Gil Kane e John Romita Sr., è stata causata dalla mano del Goblin. Da anni però è stato confermato che (per lo “snap” che si legge nella scena accanto al collo della ragazza) il colpo di grazia le è stato inferto non dalla nemesis dell’Uomo Ragno ma dalla ragnatella che invano ha cercato di salvarla. Grazie all’aiuto di una mia grandissima amica (Sbabby grazie per quasta super informazione! NdA.) vi posso anche scrivere che fu proprio l’editor della testata Roy Thomas, in una rubrica alla fine di un albo di Spider-man, ha confermare ai tanti fan che si scervellavano sulla crudele fine di Gwen, che è stato proprio il salvataggio di Peter a causarne la morte, e che in ogni caso la ragazza era destinata a morire, o per una causa o per un’altra. Nonostante la crudele verità, la morte di Gwen Stacy rimane una delle scene più tristi e più inaspettate che i fan abbiano mai letto sulla testata del “Vostro simpatico Spider-man di quertiere“.

 

Lo so, rispetto alla classifica Dc Comics in questa ci sono molte più morti e nessun evento lieto, sono una ragazza tragica. Voi quali eventi avreste inserito? Siete d’accordo con la classifica o ne avete in mente una tutta vostra? Sono curiosa di leggere i vostri commenti.

Condividi