Autore: Zerocalcare (testi e disegni)
Casa Editrice: Bao Publishing
Prezzo: € 18,00
Formato: cartonato, pp. 235
Dimentica il Mio Nome è la logica prosecuzione del percorso iniziato da Zerocalcare tre anni fa con la pubblicazione de La Profezia dell’Armadillo. Perché, se è vero che questo è il libro più intimo ed autobiografico del fumettista romano di Rebibbia, è anche vero che tematiche come quella della perdita ci avevano già colpito come un pugno nello stomaco nell’incipit de La Profezia dell’Armadillo. Li si trattava della scomparsa di un’amica, Camille, qui di un affetto familiare, mamie, la nonna dell’autore. Una sorta di Armadillo Begins in cui, infatti, vengono anche raccontante le origini dell’amico immaginario di ZC, suo confidente nonché spalla comica ideale.
Una storia che Calcare arriva a raccontare nel momento giusto del suo percorso artistico, un momento in cui la sua padronanza del mezzo ha raggiunto la piena maturità. Sì, perché è impresa non da tutti quella di scrivere un racconto prevalentemente autobiografico senza diventare autoreferenziali.
Zerocalcare, invece, instaura già dalle prime battute di Dimetica il Mio Nome una forte empatia con il lettore (così come avvenuto anche nei suoi precedenti lavori), e ci riesce perché non è solo un talento nel far ridere, lo è anche in quello che rappresenta il requisito principale di un narratore: il saper raccontare storie. E Calcare le storie le sa raccontare dannatamente bene. Ti coivolge con la sua ironia dolceamara, ti diverte per il modo geniale con cui utilizza spezzoni della cultura popolare degli ultimi 30 anni e ti dà anche un senso di rassicurante continuità grazie al ricco parco personaggi che popola l’ormai consolidata mitologia della ‘Rebibbia Calcariana’ (l’Armadillo, il Secco, la Mamma Chioccia, il Cinghiale, Corrado…).
Questa sintonia con il lettore nasce anche dagli episodi che Zerocalcare racconta. Episodi in cui spesso riusciamo a ritrovare frammenti di storie che abbiamo vissuto. Certo, se – come me – sei figlio di oculista, nipote di oculista ed oculista tu stesso, ed il retaggio familiare ti ha reso vittima di questa identica situazione al tuo esordio in prima media, magari ti ci rivedi anche di più…
– l’unica differenza è che io non mi chiamo Andrea… –
In estrema sintesi, Dimentica il Mio Nome è davvero un gran bel libro. Un libro che vi farà ridere ma che vi lascerà anche parecchi tarli in testa. Una storia solida che ruota intorno alla difficoltà di capire e metabolizzare un lutto ma in cui ci vengono mostrate anche tutte le fragilità della quotidianità di una famiglia.
Il consiglio è semplice: accollatevelo.
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