Tratto dal romanzo Yoku wakaru gendai maho di Hiroshi Sakurazaka, All You Need Is Kill è diventato rapidamente un fenomeno di massa e mediatico, tanto che la Warner Bros. ne ha tratto a sua volta un film con Tom Cruise ed Emily Blunt (Edge of Tomorrow). Due anime legate da un destino identico, in un contesto che lascia poco spazio a romanticismi. Andiamo quindi ad esplorare assieme All You Need Is Kill di Ryosuke Takeuchi (sceneggiatura) e Takeshi Obata (disegni).
In soli due volumi, All You Need Is Kill ci racconta la parabola di Keiji Kiriya e Rita Vrataski (detta “La Valchiria”), giapponese lui, statunitense lei. La storia è ambientata in un futuro non ben precisato nel quale la Terra subisce l’attacco di una razza aliena di nome Mimic: spietati, senza nessuna spiegazione hanno intrapreso lo sterminio dell’umanità e sembrano inarrestabili. Ma ad un certo punto qualcosa cambia nella vita di Keiji e inizia a rivivere continuamente sempre lo stesso giorno, entrando in un misterioso loop temporale, originatosi molto probabilmente dall’incontro coi Mimic. Da questo momento in poi, il giovane soldato decide di sfruttare al meglio la ripetizione di questa giornata per essere sempre più preparato e riuscire finalmente ad interrompere il loop.
Niente però sembra intaccare la ciclicità degli eventi, che mutano in maniera impercettibile ma seguono sempre lo stesso ordine. Al termine del primo volume però Rita si farà avanti con una domanda nei confronti di Keiji: “A che loop sei arrivato?”. Per questo motivo i due intraprendono un addestramento simultaneo per cercare di interrompere il ripetersi del loop temporale e nella trama si inseriscono dinamiche interessanti, dal punto di vista del rapporto che lega i due militari. “La Valchiria” rivela tutte le sue debolezze e l’enorme senso di solitudine che provava prima di incontrare Keiji; ma in questa storia, come vi dicevo, c’è poco spazio per il romanticismo e quindi si torna a combattere i Mimic, per interrompere il loop. Evito ovviamente di rivelarvi il finale, che può sorprendere non poco il lettore, ma il manga mi ha davvero colpito sotto molti aspetti.
Primo di tutto la trama, pur presentando un tipico topos della narrazione fumettistica e non solo (la stessa giornata che si ripete all’infinito ci è raccontata in molti film), tralascia molti degli aspetti di questo tipo di dinamica, per concentrarsi su altro: la caratterizzazione di Keiji e il suo percorso da semplice soldato ad esperto combattente; le difficoltà di vivere sempre la stessa giornata (anche in dettagli di solito poco trattati, come l’aspetto culinario: mangiare sempre lo stesso cibo per 150 giorni consecutivi non dovrebbe essere molto bello); il senso di solitudine e di impotenza che deriva da tale eventualità, ma allo stesso tempo la speranza costante nel tentativo di liberarsi dall’incubo della ripetizione. Dialoghi e scene d’azione hanno quindi lo stesso peso per lo svolgimento della trama perché i personaggi apprendono sia dal confronto diretto sul campo, che da quello mentale avuto con altri esseri umani.
Altro fattore chiave di questo manga è senza dubbio il disegno: ho ritrovato Takeshi Obata dopo tanti anni (ultimo suo manga che ho letto è stato Death Note) e devo dire che in questo contesto tecnologico non mi aspettavo potesse rendere a livelli alti, come ha sempre abituato il suo pubblico. Il tratto è pulito, chiaro e dettagliato, in grado di caratterizzare a fondo i suoi personaggi (pur rimanendo fortemente nel solco della tradizione del disegno Giapponese, quanto meno per la riconoscibilità del tratto). Inoltre è evidente come Takeshi Obata sia decisamente in grado di variare il suo stile di disegno, rappresentando al meglio momenti drammatici, comici, tragici e d’azione. Consiglio a tutti la lettura di questo manga, sia agli “addetti ai lavori” che frequentano spesso il mondo orientale nelle loro letture, sia a quelli che – come me – preferiscono il fumetto e le trame occidentali perché è indubbiamente un prodotto di qualità sotto ogni aspetto. Il manga è edito da Panini e si tratta di due soli volumi a 4,20€ (quindi un motivo in più per non lasciarselo scappare), ma potrete anche acquistare il romanzo originale (illustrato da yoshitoshi ABe) edito sempre da Panini. Per questa recensione è tutto, noi ci rileggiamo prossimamente.
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