Frank Miller è un autore al quale sono particolarmente legato, essendo quello che più di altri mi ha iniziato alla passione per i fumettazzi d’oltre-oceano. Una passione di quelle che ti segna a vita. Il tipo di autore dal quale è brutto ricevere un (metaforico) sputo in un occhio.
Il vecchio Frank mi ha scatenato parecchie perplessità (come d’altronde a tutti i suoi fan), ultimamente, per alcune manifestazioni di idee politiche fortemente destrorse e repubblicane. Fecero scalpore i commenti, postati sul suo blog, sui manifestanti in protesta del movimento Occupy Wall Street, definiti un “branco di ladri e stupratori (sic) nostalgici dei tempi di Woodstock”. Ma la vera mazzata è stata il suo ultimo lavoro: Holy Terror. Dei rozzi surrogati dei personaggi del micro-universo di Batman si ritrovano a proteggere l’America della libertà e dell’uguaglianza dall’invasione del terrorismo musulmano. Oltre al fatto che qualitativamente – soprattutto considerati gli standard dell’autore – il fumetto può essere eufemisticamente definito brutto (il vero Terrore è sfogliarlo), il bigottismo e il messaggio genocida che sembrano permeare l’intero albo sono alquanto allarmanti. Non che simpatizzi per Al-Qaeda, ma qui sembra che l’autore ti gridi in faccia: “dobbiamo ucciderli tutti sti arabi, tanto sono tutti bastardi uguale! E diffidiamo anche da quegli infidi degli israeliani”. La pochezza dei contenuti e il qualunquismo ottuso con cui viene presentata la tesi fanno sembrare Frank un vero rincoglionito.
Cosa c’è di cosi shockante? Beh, nei fumetti di Frank che tanto adoro e che mi hanno formato, era tutto l’opposto. I veri cattivi erano i ricchi e i potenti machiavellici, i politici corrotti che usavano i mass media come forma di manipolazione, gli eroi della situazione erano gli insorti dai livelli inferiori della piramide sociale.
Non che l’autore sia mai stato di sinistra, già ai tempi di 300 si parlava di attitudini fascistoidi, per il modo in cui veniva dipinta l’oligarchica società spartana, guidata in modo severo ma meritocratico dal giusto re Leonida. Per non parlare delle frecciatine ai democratici ateniesi. Ma Leonida, nella storia, era anche dipinto come un protettore della libertà della propria terra e dei propri sudditi, contro l’avanzata degli schiavisti persiani. La scena in cui Leonida consulta gli oracoli è una palese critica all’avarizia e corruzione del clero.
Ci spariamo qualche altro esempio dai tuoi lavori preferiti di Miller? (Era una domanda retorica, muti e leggete!)
Frank comincia a costruire la sua carriera nei primi anni ’80 gestendo DareDevil, personaggio all’epoca trascurato e visto come una brutta copia dell’Uomo Ragno. Ma Frank rimase da subito affascinato: la vita disastrata e dura di Matt Murdock e la sua cecità come caratteristica principale erano quello che serviva al nostro per la serie intensa e dalle tinte pulp che aveva in mente. La serie divenne uno dei primi esempi di storie supereroistiche per adulti, ricche di noir e violenza, con eroi non sempre infallibili, che da li a breve avrebbero preso il sopravvento (da un intervista di Miller: “scrivere questa serie, ai tempi, fu come portare del whisky in un parco giochi”).
Rinascita
Rinascita rappresenta il punto massimo di questa gestione. L’ ex-fidanzata del diavoletto, diventata una pornostar tossicodipendente, vende l’identità segreta del vecchio amato per una dose, facendo finire la verità nelle mani di Kingpin.
Anche Kingpin non era considerato uno dei cattivi più riusciti della Marvel ai tempi, ma Frank lo rese perfetto per i suoi scopi. Come già fatto con altri bastardoni dei fumetti (alla Distinta Concorrenza fecero la stessa cosa con Lex Luthor), Kingpin divenne una visione satirica e mafiosa di un avido affarista d’epoca Reaganiana. Qui vedremo la sua manipolazione in atto più che da ogni altra parte:
- Corruzione di ufficiali di polizia per procurarsi prove falsificate per rovinare la carriera di Matt come avvocato, arrivando a farlo espellere dall’albo dei professionisti;
- minacce e ricatti a Ben Urich, giornalista di cronaca del Daily Bugle amico di Matt, per impedirgli di investigare sul complotto e imbavagliare la stampa;
- corruzione di ufficiali di esercito, per poter addirittura scatenare un attacco militare a Hell’s Kitchen per stanare Devil, ormai ridotto ad un senzatetto ma ancora agguerrito. Qui vale la pena parlare del personaggio di Nuke, super-soldato geneticamente modificato per sostituireCapitan America. Una versione psicotica, drogata e dal patriottismo distorto dell’ originale Capitano, prodotto del periodo della guerra del Vietnam e facilmente manipolato da Kingpin.
Frank usa anche il personaggio di Cap nella storia per un confronto (più generazionale che fisico) con Nuke. Qui Steve Rogers si oppone ai suoi superiori dell’esercito per scoprire la verità sotto alle menzogne e mette ben in chiaro che lui non rappresenta il governo americano, ma i sogni e gli ideali dell’intera nazione (Cap verrà usato in questo modo in praticamente tutte le sue storie successive, lo si è visto anche nel film degli Avengers).
(Per ora chiudiamo qua, si ripiglia poi magari di nuovo il discorso con altri lavori del Millerone…un giorno…prima o poi…)
Tratto da: Lo SpaccaFumetti Blog