Il fumetto è arte, e come tale deve essere rispettato. Eppure anche un punto su una tela è arte, e persino le feci di Piero Manzoni sono alla base della sua opera d’arte “Merda d’Artista”.
Quindi si può dire che una parte del lavoro degli autori consiste nel saper vendere un prodotto, fino a convincere il “cliente” della validità dell’opera. Ovviamente la bravura dell’autore è alla base di una buona opera, ma anche nel miglior libro o nel miglior fumetto, una copertina interessante può fare la differenza tra un’opera introvabile e un capolavoro affermato. In un fumetto, la copertina può mostrare una scena presente nel volume, può essere semplicemente bella da vedere, oppure può riassumere in un solo disegno l’intero fumetto, esattamente come la copertina del primo volume di Fear Agent.
La copertina di Fear Agent, scritto da Rick Remender, mostra un uomo che impugna una pistola con la mano destra mentre con la sinistra avvicina a sé una donna dall’aria spaventata, per proteggerla da un mostro tentacolare che fa da cornice al disegno. Queste caratteristiche fanno subito pensare a una sorta di 007 in un mondo fantascientifico, eppure il look ordinato della famosa spia è ben lontano dal ciuffo ribelle e dalla barba sfatta del protagonista, e non è uno sguardo impassibile che fissa il mostro davanti a lui, bensì un ghigno non troppo amichevole. È facile intuire che non si tratti di un eroe tradizionale, infatti Heat Huston è molto più di questo: è l’ultimo Fear Agent rimasto sulla Terra dopo un attacco da parte della razza aliena dei Tetaldiani, che ha sterminato la sua famiglia e i suoi compagni. Da quel giorno Heat sopprime il dolore, fisico e psicologico, circondandosi di bottiglie di whisky sempre più vuote, e ignorando i consigli dell’unica donna rimasta nella sua vita: Annie, l’intelligenza artificiale che controlla la sua astronave.
Rick Remender costruisce un personaggio a cui è facile affezionarsi, e sicuramente la trama principale attira sin dal primo numero. Forse l’errore di Remender è stato quello di non considerare il fumetto come un prodotto da vendere, ma come un semplice sfogo artistico dove immagazzinare la sua creatività, la sua abilità nel creare dialoghi interessanti, ma soprattutto il suo amore verso la fantascienza più sfrenata. Infatti, in Fear Agent troverete viaggi nel tempo, clonazioni, altri viaggi nel tempo e creature dai design intriganti e dalle abilità spaventose. Peccato che l’autore non si preoccupi di mostrare gradualmente un mondo così ampio e totalmente sconosciuto al lettore, infatti solo nei primi due numeri, Remender presenta quattro razze aliene e un protagonista che improvvisamente si ritrova a dover fermare una minaccia aliena insieme a una donna appena conosciuta (la donna della copertina). Il risultato di questa scelta azzardata, è una confusione iniziale che si placa solo a partire dal quarto numero, quando più di qualche spiegazione viene data al lettore, e rendendo così la trama molto più scorrevole.
Il “trauma” dei primi numeri diventa sempre meno rilevante proseguendo con la storia, infatti Remender realizza dei cliffhanger non indifferenti, che permettono di sviluppare una trama in continua evoluzione, che ha a disposizione secoli di fantascienza da cui prendere spunto, e che Remender non sembra avere paura di utilizzare.
Per quanto riguarda i disegni, era difficile fare di meglio: il primo volume è disegnato da un Tony Moore in perfetta forma, che ha la possibilità di sfogarsi in un mondo che alterna scenari urbani ad altri futuristici e che (soprattutto nel secondo volume) ricordano in più di un’occasione l’universo di Guerre Stellari. Nel secondo volume Moore passa il testimone a Jerome Opena, che nei suoi primi numeri riprende lo stile del collega, rendendo molto graduale il passaggio tra due stili così diversi.
In conclusione, Fear Agent è un’opera interessante che ingloba tutto quello che la fantascienza può offrire, riempiendo i primi due volumi disponibili in Italia (editi da Comma 22) di colpi di scena ben studiati. Ma, nonostante le peripezie di Heat Huston non facciano dell’opera di Remender un capolavoro né tantomeno il suo miglior fumetto, il vero obiettivo raggiunto da Fear Agent è confermare ancora una volta la bravura dell’autore. Un autore che, tanto con i dialoghi quanto con la trama, si conferma uno dei più validi sceneggiatori di comics degli ultimi anni.
VOTO: 8.0