1985 – Marl Millar & Tommy Lee Edwards

Autori: Mark Millar (testi), Tommy Lee Edwards (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics (ITA), Marvel Comics (USA)
Prezzo: € 6,00 collana Marvel Best Seller 
Formato: brossurato 16 x 24, pp. 144, col.

Un omaggio al mondo del fumetto supereroistico, un omaggio alla Marvel, un omaggio ai lettori di fumetti. 1985 di Mark Millar è tutto questo e molto di più. Il lavoro svolto con Tommy Lee Edwards per questa miniserie (pubblicata nel 2008, ristampata dalla Panini Comics a giugno di quest’anno nel formato Marvel Best Seller) oscilla tra il sogno dello scrittore e quello del lettore: cosa accadrebbe se i personaggi dei fumetti prendessero vita?

Partiamo col parlare brevemente della trama di questo bellissimo story arc formato da sei capitoli. Come nella Genesi in principio era il Verbo, così nel Marvel Universe in principio erano Stan Lee e Jack Kirby. La trama di Millar si basa sul presupposto però che questa creazione non sia mai avvenuta per mano loro, ma che il mondo dei supereroi Marvel sia realmente esistente in qualche universo parallelo. Ci troviamo così a fare la conoscenza di Toby Goodman, giovanissimo e accanito lettore di fumetti Marvel (un Marvel zombie, come lo definisce un personaggio della stessa storia), che si trova a leggere per la prima volta il maxi-evento Guerre Segrete, del 1985 appunto. Proprio al termine di quella saga, il Dottor Destino ruba i poteri di un Arcano e Millar immagina che Destino e gli altri villain abbiano trovato un portale per abbandonare Terra 616 (quella dei personaggi Marvel) per raggiungere Terra 1218 (il nostro pianeta Terra).

Da questo momento Toby comincerà a vedere in giro per la sua città (e non solo) tutti i “cattivoni” Marvel, fino ad arrivare ad un faccia a faccia con Hulk e il Fenomeno (uno dei momenti indimenticabili della storia). Quello che però può sembrare all’apparenza un sogno, si trasforma immediatamente in un incubo, perché i villain hanno carta bianca in una realtà priva di esseri dotati di superpoteri. Fin da subito si intuisce che la chiave di volta di questi strani eventi sta nel segreto che Jerry Goodman (padre di Toby) e il suo amico Clyde condividono: stiamo parlando del primo e unico caso di persona dotata di poteri mutanti. La storia ha – ovviamente – un lieto fine, che non vi rivelo perché si tratta di un finale costruito in modo sapiente e intelligente, senza venire meno al canone realistico impiegato per tutta la narrazione. Sta a voi quindi godere dell’happy ending messo su carta da Millar e scoprire come si possa crescere nel corpo ma non nell’animo (intendendo ciò in senso positivo ma anche negativo).

Passando alle considerazioni su trama e disegni, il connubio Millar/Edwards è davvero molto azzeccato. Millar conserva sempre il suo stile realistico in quasi tutte le storie che narra, facendone ormai un marchio di fabbrica: non basta essere realistici nella trama e nel suo sviluppo, bisogna anche dare credibilità agli aspetti psicologici della narrazione, soprattutto in una storia come 1985 che vorrebbe rappresentare un archetipo di sogno di eterna fanciullezza, qualcosa che tutti i lettori di fumetti sanno bene. Lo scrittore esprime bene ed esporta efficacemente su carta il concetto Marvel (e di Stan Lee) di “supereroi con superproblemi”. Le “grandi responsabilità” di Spider-Man si realizzano tutti i giorni, anche per l’uomo comune, anche nel quotidiano: assumere coscienza del proprio potenziale e del fatto di essere i soli in grado di risolvere una situazione, questo fa davvero la differenza tra uomo comune ed eroe. Non è il costume che ti rende “super” ma è il quantitativo di responsabilità di cui puoi farti carico.

L’idea vincente di 1985 è ottimamente illustrata da un eccezionale disegnatore come Edwards, che riesce a caratterizzare efficacemente i diversi universi nei quali si sposta Toby alla ricerca degli eroi Marvel. L’atmosfera cupa, cruda e fredda ben si addice al mondo di Terra 1218, mentre il mondo Marvel, pur contenendo al suo interno mali uguali – se non peggiori – della nostra reale quotidianità, riesce a brillare sulla pagina colorata, quasi catturando una luce propria fatta di speranza. Nemmeno Galactus (ultimo avversario a fare la sua comparsa nella storia) è inarrestabile nel mondo dei fumetti, nessun ostacolo è insormontabile. Eppure quella luce di speranza può brillare anche nel nostro mondo, proprio in virtù del discorso sulle responsabilità che ho fatto poco sopra: non sarà infatti un eroe a fermare la minaccia incombente, ma un uomo comune che, col suo sacrificio, porterà la luce nel suo mondo (e non solo).

Ovviamente la storia è ricca di citazioni al periodo fumettistico che dà il titolo alla miniserie e lascio a voi il piacere di scovare tutti i riferimenti presenti. Prima di concludere spendo due paroline per consigliarvi vivamente questo formato proposto da Panini Comics, sia per il costo contenuto di 6 euro per 144 pagine (che, parliamoci chiaro, non fa mai male) sia per la completezza delle storie contenute al suo interno: si tratta di una serie di cicli di storie di alcuni anni fa, raccolte in versione integrale, con tanto di cover gallery (e trattandosi di Edwards, le cover sono tanta roba davvero).
Anche per questa recensione è tutto, ci rileggiamo alla prossima.

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