Come accadeva nel passato letterario, quando le opere avevano gestazioni molto lunghe per arrivare ad essere fruibili al pubblico, così Oudeis di Carmine Di Giandomenico trova la sua pubblicazione semi-definitiva nell’omnibus edito da saldaPress a distanza di molti anni dall’uscita del primo capitolo. In un lungo percorso che ha richiamato la realizzazione di una vera opera letteraria tramite un’unica mano e mente, l’autore riscrive l’Odissea incentrandola maggiormente sul personaggio di Odisseo. Ma la bellezza di quest’opera non si ferma qui.
La bellezza della messa in opera di Di Giandomenico in questo suo Oudeis sta appunto nel fatto che il lavoro è più incentrato sul personaggio di Odisseo, che sulla riproduzione pedissequa del racconto omerico. Tutto si gioca sulla “chiave di volta” Nessuno/Odisseo. Il protagonista infatti non è consapevole della propria identità e da qui comincia quindi un percorso di riabilitazione psichica di un uomo che crede di essere pazzo, un lavoro di riunificazione di una mente frammentata, distrutta dall’eterno peregrinare letterario al quale è costretta da millenni. Sembra infatti che non stiamo seguendo semplicemente l’ennesima riscrittura dell’Odissea, ma le vicissitudini di un personaggio che è divenuto involucro vuoto a causa dell’esasperata ed esasperante iterazione delle sue vicende personali.
Il personaggio di Nessuno, quindi, è allo stesso tempo il motore che muove tutta la narrazione e colui che la subisce in maniera indiscriminata. Come la psiche di Odisseo è frammentaria e frammentata, così la narrazione segue un andamento frastagliato, difficile da sbrogliare fin dalle prime battute della narrazione. Sarà col procedere del racconto che scopriremo il motivo di questa frammentarietà, oltre a riscoprire l’intento, a mio personale modo di vedere, dell’autore stesso. Non solo ri-scrivere un’opera che ha subito tantissime re-interpretazioni, ma anche scandagliare quasi in maniera filologica i risvolti che questa eterna ripetizione può aver avuto sul personaggio di Odisseo. L’iter letterario che ha portato alla realizzazione del volume comincia nel lontano 2004 ed arriva fino ad oggi, per poi concludersi (almeno per il momento) nel lavoro presentato all’edizione di Lucca Comics & Games di quest’anno.
Anche dal punto di vista della realizzazione grafica il volume presenta al suo interno, sia uno storytelling molto frammentario che segue linee temporali piuttosto arzigogolate (senza inficiare la qualità del risultato ed esaltando, anzi, l’abilità di Di Giandomenico). Libertà narrativa e libertà grafica procedono di pari passo, dunque. L’artista si esprime al suo massimo, oltre a far diventare lo stesso paesaggio un personaggio della narrazione: riprendendo un elemento della letteratura “classica” (dagli autori greco-latini passando per il medioevo e oltre), anche il paesaggio è parte integrante del racconto, si fa personaggio e contribuisce allo sviluppo e alla riuscita dell’opera.
Bisogna anche considerare, oltre alla lunga gestazione dell’opera, anche la diversità di realizzazione della stessa. Se questo omnibus si compone di soli tre capitoli, a ben vedere, in realtà, il finale è perfetto per concludere una vicenda che poteva essere ben più lunga. Non a caso proprio nella postfazione del volume troviamo la spiegazione di questa eterogeneità realizzativa nel fatto che il progetto iniziale prevedeva un diverso numero di capitoli realizzati da altri artisti, oltre al solo Di Giandomenico. Ma il risultato finale è comunque di pregevole fattura. Soprattutto il capitolo finale è di una liricità immensa che riesce ad unire tante tematiche care alla classicità: il viaggio, la casa, la famiglia, il sesso, la guerra, l’amore, il rispetto dei compagni, i problemi dell’essere genitore e padre. Il finale riesce a condensare tutti questi aspetti in un’unica ed emotiva narrazione che si compone quasi interamente di splash-page a tutto campo, dando al lettore l’impressione di trovarsi non solo dinanzi ad un eccelso prodotto pittorico, ma anche ad un racconto che segue una logica filmica, come se ci trovassimo dinanzi a grandi scene proiettate su di uno schermo. Non lasciatevi per nessun motivo scappare questo volume realizzato da uno degli artisti più “maturi” del panorama artistico italiano ed internazionale, perdetevi come Odisseo tra le sue pagine e godetevi il viaggio. Noi ci rileggiamo, come sempre, alla prossima recensione.
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