Viviamo in un’epoca in cui la politica si sta deliberatamente ri-scrivendo per affrontare tematiche e problematiche nuove (o rinnovate sotto diversa veste). Ma il recente passato – dell’Europa soprattutto – non era caratterizzato dal cambiamento fino a 30 anni fa: un’enorme realtà dominava le terre orientali che arrivavano a lambire gli stessi confini che oggi in tanti nuovamente provano a varcare, l’U.R.S.S. Non solo di Russia parla, però, La Storia del Comunismo in 50 ritratti di Paolo Mieli e illustrato da Ivan Canu. Come suggerisce il titolo in questo libro edito da Centauria si ripercorre un pezzo della storia del mondo attraverso i protagonisti del Comunismo.
Il giornalista e storico Paolo Mieli, ineccepibile esperto in materia di storia e politica, chiarisce fin dal principio del proprio lavoro quale sarà l’intento dell’opera ovvero un excursus del Comunismo “praticato”, non della teoria del credo politico (sebbene, come si evince fin dai primi ritratti presenti nel libro, ad ogni teorico del Comunismo è associata una pratica, una prassi, e viceversa) ma ci si preoccupa piuttosto della messa in pratica della dottrina nata con Marx. La parte introduttiva del testo è quindi tutta incentrata sul ripercorrere storicamente lo sviluppo del Comunismo come partito di governo, nazionale cominciando dalla Rivoluzione d’Ottobre (1917-18), per poi attraversare la “crisi” della guida di Lenin e il passaggio di consegne a favore di Stalin, il lungo comando di quest’ultimo fino alla crisi irreversibile di un sistema che mostra spiragli di apertura con Gorbaciov e collassa definitivamente nel 1989 lasciando Eltsin alla guida di un’entità completamente diversa da quella contesa tra i bolscevichi e gli zaristi. Proprio nel centenario della famosa Rivoluzione è più che sensato ripercorrere questo lungo percorso durato quasi un secolo (se si pensa alle tempistiche necessarie a molti stati dell’U.R.S.S. per muoversi finalmente liberi dall’egemonia di Mosca), soprattutto se lo si fa con l’occhio oggettivo ed impersonale di un grande storico come Mieli.
I 50 ritratti, a differenza della parte introduttiva del volume, sono di più ampio respiro, allontanandosi dai confini di Europa e Russia, per fare – letteralmente – il giro del mondo. Uomini e donne che hanno “praticato” il Comunismo si susseguono per ricreare un’immagine sfaccettata e complessa della fitta trama che legava gli antipodi del mondo, uniti – a volte, loro malgrado – sotto un unico ideale, un’unica bandiera che sembrava potesse lasciare i confini di una nazione con disinvoltura e senza mai venire totalmente macchiata dai peccati dei figli della Rivoluzione d’Ottobre. Questo è lo spirito con cui Mieli permette l’approccio al proprio lavoro: la Storia è fatta da avvenimenti, è fatta di uomini che compiono imprese o fanno avanzare la società e per questo motivo deve essere un monito per tutti quelli che hanno la possibilità e il vantaggio di potervi guardare a posteriori con oggettività e apprendere. Lo spettacolo non è sempre dei migliori, il giornalista lo mette bene in chiaro inserendo nel volume anche figure decisamente negative della Storia del Comunismo, ma anche qui senza mai esprimere giudizi o pareri troppo personali, che stonerebbero col complesso dell’opera. L’oggettività è tale anche nel mostrare le atrocità dello sviluppo umano, non c’è bisogno di sottolineare l’ovvio.
Da Nikita Krusiov e Patrice Lumumba a Palmiro Togliatti e Pablo Neruda passando per Ho Chi Minh e Fidel Castro fino a Angela Davis e Yuri Gagarin si entra nella vita di figure essenziali prima di tutto per la Storia, umani eccezionali che hanno lasciato un’impronta lungo la strada delle loro vite. Mieli ritrae tutto con precisione e perfezione, senza mai ripetersi e intessendo una rete che, a conti fati, unisce tutti questi personaggi in un mosaico variegato e composito. Una prosa elegante e puntuale, mai ridondante e sempre lineare e interessante perché individua di volta in volta nuovi spunti per guardare al passato sotto una particolare luce. Col suo lanternino, Mieli non solo illumina la via del viaggiatore di passaggio, ma lancia spunti per il lettore che ha desiderio di esplorare più approfonditamente la teoria e la prassi di ognuno dei protagonisti di questi cinquanta ritratti: la precisione bibliografica e i fitti riferimenti ad opere ed avvenimenti sono autentiche “delizie” per i più affamati. Il testo si pone quindi come una vera e propria guida per tutti quelli interessati ad ampliare le proprie conoscenze in merito, un vademecum utile come pass-par-tout per la Storia del Comunismo.
All’eccellente riuscita dell’opera contribuiscono ovviamente le originalissime illustrazioni di Ivan Canu che, col suo stile ora fotografico ora astratto ora a volte quasi caricaturale riesce ad imprimere su carta dei ritratti vivi e vividi di questi cinquanta “comunisti”. Ancora una volta – se mai ce ne fosse stato bisogno – Mieli si conferma un intellettuale a tutto tondo, in grado di spaziare egregiamente e con una raffinatezza d’altri tempi in ogni tema, anche il più scomodo per l’era che viviamo (e un plauso va anche a Centauria per lo stesso motivo). In attesa di eventuali “opere seconde”, l’appuntamento è con le prossime recensioni.
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