La Battaglia dell'Atomo di B.M. Bendis, J.Aaron, B.Wood

La Battaglia dell’Atomo, primo maxievento tutto mutante dall’avvento del Marvel NOW, ha coinvolto nelle scorse settimane le principali x-testate (Nuovissimi X-Men, Incredibili X-Men, X-Men, Wolverine e gli X-Men). Alla sceneggiatura di Brian Michael Bendis si sono uniti anche gli autori dei mensili coinvolti: Jason Aaron e Brian Wood.

Il plot: l’ennesimo time-warp porta un gruppo di misteriosi mutanti del futuro ai giorni nostri. Il loro obiettivo? Riportare indietro nel tempo i 5 X-Men originali giunti nel presente per merito (o per colpa, dipende dai punti di vista) di Hank McCoy, al fine di evitare una futura catastrofe. Spacciatisi per gli X-Men del futuro, però, i mutanti tra le cui fila militano il nipote di Charles Xavier ed una Jean Grey celata dietro la maschera di Xorn (!!!), si riveleranno essere la Confraternita dei mutanti malvagi del Futuro. Ad essi si uniranno in questo colossale conflitto temporale anche i veri X-Men del futuro (Colosso, Jubilee, Quire e tanti altri).

Il risultato sono tante battaglie, troppi personaggi ed un ritmo serrato che lascia poco spazio alla prosa, all’approfondimento dei protagonisti ed alle loro motivazioni, puntando quasi esclusivamente sull’effetto sorpresa legato alle identità delle new entry. 
Troppi personaggi dicevo, perché è vero che alcuni dei mutanti giunti dal futuro portano nuovi possibili spunti per l’universo X, ma molti di essi erano francamente evitabili. Senza considerare che nello stesso albo ci si trova spesso di fronte a due, tre e persino QUATTRO versioni dello stesso mutante. E’ il caso di Bobby Drake di cui incontriamo il “nuovissimo” Uomo Ghiaccio giunto dal passato, quello presente e due versioni giunte dal futuro: il Gigante di ghiaccio ed il Maestro del ghiaccio. 

C’è un altro aspetto da considerare: negli ultimi anni, nell’universo Marvel, si è abusato dell’espediente viaggi nel tempo/realtà alternative, e uno dei massimi sfruttatori di time-warp ed universi paralleli è proprio Brian Michael Bendis: House of M, Age of Ultron, I Nuovissimi X-Men ed ora la Battaglia dell’Atomo. Risultato: il viaggio nel tempo è stato eccessivamente banalizzato, basta andare nel laboratorio di Bestia ed attaccare la corrente alla macchina del tempo. Così facendo il viaggio temporale sa tanto di mancanza di idee e non suscita più nel lettore il necessario ‘effetto stupore’. Insomma non funziona più come poteva funzionare anni fa (vedi Giorni di un Futuro Passato).

A lasciarmi perplesso sono state anche le conseguenze de La Battaglia dell’Atomo. Ci lascia le penne qualche versione alternativa degli X-Men conosciuta poche pagine prima e, a parte il “trasloco” della prof. Pryde e dei suoi 5 allievi nella scuola di Ciclope, le conseguenze sull’universo mutante sono ben poche. Senza considerare che le motivazioni di questo repentino cambio di schieramento sono abbastanza debolucce. Risulta, invece, certamente più interessante la scoperta che lo S.H.I.E.L.D. sia dotato di Sentinelle.

Nulla da dire sull’aspetto grafico: Bachalo, Camuncoli, Cho, Lopez, ed il solito superlativo Immonen rendono La Battaglia dell’Atomo un crossover visivamente di grande impatto.

In conclusione La Battaglia dell’Atomo è un evento mainstream che vuole stupire con l’ennesimo viaggio temporale ed un’abbuffata di nuovi personaggi ma che purtroppo, dietro l’azione frenetica e gli splendidi disegni, cela ben poca sostanza.

Condividi