Superior Spider-Man 6

Nel numero di febbraio, Superior Spider-Man #6, il sommario italiano ospita i numeri #13 e #14 dell’omonima testata e i numeri #16 e #17 del serial “Scarlet Spider”.

Vi avviso già che le mie recensioni saranno piene di spoiler!
Cominciamo…

‘Senza via di fuga. Parte 3’ da Superior Spider-Man #13

Continua e finisce in questo episodio la “gita” del ragno superiore al Raft. Nei numeri precedenti quest’ultimo era stato chiamato da J.J. Jameson per supervisionare l’esecuzione dell’Ammazzaragni Alistair Smythe (che uccise la moglie di J.J., Marla, su Amazing Spider-Man #654). Purtroppo Smythe riesce a scappare grazie ad alcuni suoi robot, e riesce a curare e liberare, grazie sempre a questi ultimi: Boomerang; l’Avvoltoio, che si “occuperà” di alcuni innocenti; e infine lo Scorpione, che vuole uccidere Jameson. Ma l’unico obiettivo di Spidey è uccidere Smythe.

L’episodio inizia con lo scontro tra Ock e l’Ammazzaragni, che il ragnetto vince facilmente uccidendo, apparentemente, il suo nemico; poi disattiva le armature dei tre villain liberati, la cui comparsata è quasi inutile: infatti Boomerang viene neutralizzato facilmente da Spidey, l’Avvoltoio viene quasi convinto ad arrendersi e lo Scorpione viene attaccato da Lizard, un Curtis Connors cosciente delle sue azioni. Ma proprio quando riescono ad uscire dal Raft, i superstiti e Spidey vengono attaccati da uno Smythe in fin di vita che rivela di volere utilizzare la stessa tecnica che Otto utilizzò in “Desiderio di Morte” per impossessarsi del corpo di Peter Parker, ma purtroppo per lui, Otto l’aveva pianificato e Smythe muore, come dice proprio Ock, senza un’eredità. Quest’ultimo, inoltre, ricatta Jameson e lo costringe ad affidargli il Raft come base per i suoi piani, ribattezzandolo Spider-Island 2.

‘Un occhio cieco’ da Superior Spider-Man #14

L’episodio inizia con la testimonianza di un uomo che vive vicino Shadowland, la reggia dello zar del crimine Kingpin, e che esprime la sua costante paura. All’improvviso lui e suo figlio vengono sorpresi da un boato, provocato niente meno che da Superior Spider-Man, che sfoggiando un nuovo costume, e il suo solito ego, attacca la fortezza con un suo esercito di uomini e macchine, distruggendo tutto e tutti. Kingpin, sorpreso da tanta spietatezza, scappa e lascia il suo sottoposto Hobgblin, alias Phil Urich, in una Shadowland messa a ferro e fuoco. Proprio Urich incrocia uno Spiderbot, che dopo averlo identificato lo ignora e continua l’esplorazione. In effetti qui c’è lo zampino di un altro Goblin, il Re dei Goblin o Re del crimine: così si autoproclama questa vecchia (o nuova) conoscenza del ragnetto, riapparsa su Superior Spider-Man #4 e identica alla versione di Norman Osborn.
Beh, che dire se non “La Goblin Nation è alle porte”.

I due episodi sono complessivamente “buoni”, sia dal punto di vista della trama che del disegno. Durante tutto il ciclo del Raft, Slott è accompagnato alla sceneggiatura da Cage, valido artista che ha curato alcune delle storie secondarie del ragno superiore e che appunto ha aiutato Slott in alcune storie di Superior; questo ciclo è interamente disegnato dall’italianissimo Giuseppe “Cammo” Camuncoli, in perfetta forma come sempre, e con i colori accesi di Antonio Fabela a partire dalla seconda storia di ‘Senza via di fuga’. La seconda storia vede invece Slott solista, che inaugura un ciclo che si concluderà nell’albo di marzo e che deciderà la sorte di Phil Urich, e il messicano Humberto Ramos ai disegni, con il suo caratteristico stile cartoon. Purtroppo il grosso scarabeo nella schiena di Superior con il nuovo costume non è il massimo, ma le chele che ne escono e che ricordano le braccia di Octopus e che infilzano i ninja come manichini non sono affatto male.

‘Un classico rodeo. Parte 2’ da Scarlet Spider (vol. 2) #16

Un normale rodeo? Niente potrebbe essere normale dopo quello che è successo nei numeri precedenti, dove Kaine, per sovrastare la minaccia di due lupi mannari messicani che vogliono uccidere Aracely, che nel frattempo ha manifestato i suoi poteri, cede al lato oscuro, divenendo l’Altro, figura creata da J.M. Straczynski durante la sua permanenza su Amazing Spider-Man; Kaine torna normale, ma il suo destino è ormai segnato! Ma torniamo alla domanda iniziale: un normale rodeo?
Durante l’esibizione, l’Armadillo, alias Antonio Rodriguez, compare all’improvviso nell’arena, con un intento speciale…riconquistare la sua amata! Lo strano “nemico” è in preda a un attacco di panico e si ferma solo quando arriva la sua spasimante, che lo bacia scatenando gli applausi del pubblico. Nel frattempo anche Kaine e Annabelle ne approfittano per sbaciucchiarsi; tutto questo è visto dagli occhi freddi di Kraven e sua figlia Ana. L’ultima scena vede Annabelle che brucia una lettera spaventosa inviata da Julia Carpenter, che esorta Kaine a scappare dalla città.

‘Ira. Parte 1’ da Scarlet Spider (vol. 2) #17

La gilda degli assassini ritorna ed è il momento di usufruire del debito che Kaine ha nei suoi confronti (una discussione lasciata in sospeso in Scarlet Spider ‘vol.2’ #4) Belladonna chiede a Kaine un solo omicidio, senza contraddizioni, e Kaine accetta la richiesta: la vittima è Wolverine! Così Kaine, accompagnato da Aracely, parte per New York alla volta della Jean Grey School for Higher Learning. Qui Aracely sfoggia un nome da supereroe, Colibrì, un suo costume e il potere d’incutere paura, Kaine indossa il costume stealth; i due riescono quindi ad entrare facilmente e Aracely riesce a sconfiggere mentalmente tutti i telepati della scuola. Kaine si sta occupando degli X-Men quando viene scoperto da Bestia a causa della sua “sudorazione” (lo so che suona male. Ndr), ma appena appare Wolverine ingaggia subito uno scontro con lui. Quando Logan lo colpisce con gli artigli, Kaine risveglia il suo lato oscuro e, infilzandogli il cuore, lo uccide…

Il finale di ‘Ira. Parte 1’ lascia un po’ perplessi: possibile che tra tanti, proprio Kaine sia riuscito ad uccidere Wolverine? Molti di quelli che leggono pensano sia impossibile, ma vedremo cosa succederà veramente nel prossimo episodio del Ragno Rosso. La prima storia non è proprio quel capolavoro. A mio parere serviva solo per reintrodurre il personaggio di Kaine e di sua figlia nella sua storia. Comunque vedremo le ripercussioni di questi ultimi quest’estate. Dalla parte “artistica”, tanto di cappello a entrambi gli artisti, Khoi Pham e l’italiano Carlo Barberi, il quali disegni, ogni qual volta che li vedo, sembrano scorrere da soli.

Se vi è piaciuta questa recensione fatemelo sapere, se non vi è piaciuta: Magnema!

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