E’ inutile sottolinearlo ogni volta: i crossover/maxi-eventi Marvel costituiscono ormai la regola delle pubblicazioni della Casa delle Idee. Neppure il tempo di terminare la lettura di Age of Ultron, che già veniamo a sapere (complici anche gli inevitabili spoiler provenienti dagli USA), di un nuovo, importante e galattico evento che – tanto per cambiare – “scuoterà le fondamenta del Marvel Universe”: Infinity.
A differenza di altri maxi-eventi, però, Infinity non coinvolge la totalità dei protagonisti Marvel (e le relative testate); e, i fatti narrati al suo interno sembrano destinati a rimanere in qualche modo separati rispetto al resto delle attuali vicende che riguardano gli altri eroi. Ed è così che, mentre sulle testate mutanti Bendis racconta la sua Battaglia dell’Atomo, le pubblicazioni “vendicative” ci introducono pian piano all’interno di un conflitto galattico che promette sviluppi piuttosto interessanti.
Esattamente come accade per La Battaglia dell’Atomo, anche in Infinity abbiamo un unico responsabile alla sceneggiatura; e cioè, quel Jonathan Hickman che – non a caso – dirige già da tempo sia le storie dei Vendicatori che quelle dei New Avengers (testata mensile che racconta le storie degli Illuminati). Personalmente, apprezzo la scelta di affidare crossover e maxi-eventi ad un unico autore, in modo da tentare di salvaguardare la coerenza narrativa, invero piuttosto sacrificata in precedenti storie come AvsX. Così come condivido la decisione di creare crossover limitati unicamente a parte dei personaggi Marvel, e di affidarne la sceneggiatura a quegli stessi autori che da mesi (o addirittura anni) stanno sviluppando e portando avanti i propri progetti sulle testate mensili che saranno coinvolte nell’evento stesso.
I risultati di quanto appena detto sono sotto gli occhi di tutti. Infinity # 1 non è altro che il passo immediatamente successivo rispetto alle saghe di Avengers e New Avengers in corso di pubblicazione. Non solo, ma Hickman tocca la maggior parte delle trame sviluppate fino ad ora all’interno dei due titoli vendicativi: a partire dal conflitto con i Costruttori, passando per la crisi vissuta attualmente dalla famiglia reale degli Inumani, fino ad arrivare agli sforzi degli Illuminati per contrastare le invasioni che minacciano il pianeta. A tutto questo, si aggiunge l’inquietante ritorno di un assoluto protagonista della scena cosmica: Thanos. Tanta carne al fuoco che rischierebbe, in astratto, di portare più confusione che coinvolgimento.
Nonostante ciò, tutti collegamenti esterni di cui abbiamo accennato non sembrano – almeno al momento – compromettere la comprensibilità delle trame e l’accessibilità alla storia in sé. Con Infinity # 1, Hickman riesce a rendere interessanti e coinvolgenti i fatti narrati, anche agli occhi di chi – come me – non segue regolarmente le testate che costituiscono la base dell’evento stesso (Avengers e New Avengers).
L’impatto, tanto visivo, quanto narrativo, appare convincente sin dall’inizio. I disegni di Jim Cheung si adattano perfettamente alla glacialità delle ambientazioni spaziali e alla crudezza delle scene di devastazione che fanno da cornice all’inizio della saga. Proprio quest’ultimo aspetto, suggerendo al lettore l’idea dell’immediatezza della minaccia, contribuisce a fornire da subito il giusto ritmo narrativo a quest’inizio di storia.
Dalle prime battute, credo si possa parlare di un evento di una certa ampiezza e, probabilmente, anche di un discreto livello. L’introduzione del personaggio di Thanos è impeccabile, tanto sotto l’aspetto narrativo, quanto sotto quello figurativo. In Infinity ritroviamo, infatti, il Titano spietato e assetato di sangue che tanto ci piace e che non vediamo l’ora di apprezzare prossimamente anche al cinema.
Certo, non è ancora chiaro quali saranno gli sviluppi della storia, così come quali saranno i collegamenti tra i diversi accadimenti apparentemente slegati tra loro, ma ritengo che la limitata prevedibilità della trama possa essere un vantaggio da qui all’uscita di tutti e sei gli episodi. Dopo gli ultimi maxi-eventi cazzotti-e-pedate, abbiamo proprio bisogno di qual cosina di un po’ più elaborato.