Il mercenario Marc Spector è morto in Egitto sotto la statua dell’antica divinità Konshu. E’ tornato in vita all’ombra del dio lunare e si è votato alla lotta al crimine per trovare la sua redenzione. E’ impazzito ed è scomparso.
Questo è quello che succede dopo.
Questo l’incipit del Moon Knight di Warren Ellis e Daclan Shalvey, tra le nuove testate dell’ondata All-New Marvel NOW, probabilmente la più attesa. Come ebbi modo di dire tempo fa in una recensione del primo story-arc del cavaliere lunare di Huston e Finch (che trovate qui) Marc Spector/Moon Knight è un personaggio estremamente interessante che, purtroppo, non ha ancora trovato uno sceneggiatore che sappia portarlo alla definitiva consacrazione. Ma le premesse della nuova run di Ellis – uno che sa come andare fuori dagli schemi – sono decisamente buone.
Marc Spector, dopo la breve parentesi losangelina firmata Bendis/Maleev, torna nel suo ambiente naturale: New York. Ci aspetta un nuovo vigilante, il sig.Knight collaborativo con la polizia ma sempre letale, incline alla violenza e, naturalmente, fuori di testa.
Il finale pensato da Ellis, infatti, getta un’ombra inquietante su Marc e sugli sviluppi futuri di questa run che, c’è da augurarselo, possa scrivere importanti pagine nella storia del cavaliere lunare.
Nota di merito anche per l’aspetto grafico, Shalvey è bravo, moderno ed il suo tratto si sposa perfettamente con le atmosfere pensate da Ellis, così come valido il lavoro della colorista Jordie Bellaire. A questo proposito splendida l’intuizione di rendere Moon Knight semplicemente in bianco e nero (senza utilizzare toni di grigio).
Insomma, il viaggio nella folle mente di Marc Spector è iniziato con i migliori auspici.
Perché un vigilante dovrebbe vestire con un gigantesco mantello bianco se combatte il crimine di notte?
Semplice. Vuole che lo vedano arrivare. Perché è pazzo.