Bentornati ragazzuoli all’appuntamento con il terzo numero di Injustice. Passerò rapidamente in rassegna gli episodi 3 e 4 della serie, facendo un breve report degli accadimenti principali e lasciano qualche sintetico giudizio.
INJUSTICE #3
Nel suo tentativo di mettere un po’ di pace nel mondo, Superman fa “incazzare” il Presidente degli Stati Uniti, tanto che quest’ultimo, per vendicarsi, decide di far rapire i coniugi Kent da Mirror Master. Seguendo il suo istinto Clark si reca nell’unico punto della Terra in cui cielo e mare sembrano fondersi in un unico grande specchio: il deserto di sale del Salar de Uyuni, in Bolivia. Non è una scelta a caso, visto che proprio lì possono esser nascosti i suoi genitori. Batman, nel frattempo, fa una visita -decisamente poco attesa- proprio al Presidente ricordandogli il buon intento del Kryptoniano; significativa in questa parte la frase che il Presidente dice a Bruce: “[…] Il potere corrompe fidati, io lo so […]”
Ma la vera chicca del #3 è l’incontro/scontro, a fine numero, tra Ares e Wonder Woman, nel quale a quest’ultima viene salvata la vita da Superman, che sembra uccidere il dio…
Come detto per i precedenti capitoli, le matite di Jheremy Raapack da pagina 1 a pagina 20 fanno la differenza; divide il numero David Yardin che con tratti leggermente più marcati conclude il #3 caratterizzando bene la figura di Diana.
INJUSTICE #4
Gotham. Dick addestra Damian, quando Superman irrompe per far visita a Bruce, il quale ancora una volta lo invita a star buono, almeno per mezza giornata, considerando il panico che è riuscito a provocare in meno di 24h. Il mondo intero sembra ormai sconoscere le intenzioni e il volere di Superman.
Acquaman intercetta una flotta di cacciatori di balene, ma arriva l’intera Justice League a evitare che Arthur possa eliminare i pescatori giapponesi. Nel frattempo, uno scagnozzo di Acquaman osa provocare Wonder Woman, la Principessa delle Amazzoni reagisce scatenando una piccola lotta che crea un pericolosissimo Tsunami.
In tutto questo, Superman e Batman continuano a litigare furiosamente finando per arrivare allo scontro fisico. Il risultato è scontato: mano fratturata per il pipistrello, ma prontamente sistemata dal kryptoniano. Fortunatamente decidono di svestire i panni degli “idioti” e di recarsi nel luogo dello scontro tra la JL e l’esercito marino. Come di sua comune Aquaman decide di spostare Atlantide in pieno Sahara.
Le matite sono di Mike S. Miller e Tom Derenik, risultato di una buona scelta editoriale nonostante una leggera asimmetria stilistica. In definitiva due episodi piacevoli e godibili, senza alti e bassi degni di nota.