Nuovo cambio di rotta per le testate “dark” in casa RW Lion: per celebrare l’arrivo di Costantine sul mensile Dark Universe, la numerazione riparte da 1 e il titolo della testata principale diventa quello del mensile Lion. Quindi diamo il benvenuto a Costantine #1.
Constantine #1 e #2 (cover #1 Ivan Reis, Joe Prado e Rod Reis – cover #2 Juan Josè Ryp e Brett Smith)
Fino a poco tempo fa, le avventure di John Constatine si leggevano nel mensile Hellblazer; ma con l’avvento del New52 rimanevano davvero poche testate con la numerazione classica. Ultimo personaggio a venire reinventato è proprio John Constantine, il cui mensile ora prende il suo nome. A gestire i primi passi – si fa per dire – del mago della DC Comics sono Ray Fawkes e il solito Jeff Lemire ai testi, Renato Guedes ai disegni. Il team ritengo sia partito davvero col piede giusto e questi primi due numeri di Constantine mi hanno parecchio convinto. Lo stile di Lemire si sente e parecchio, soprattutto nelle lunghe didascalie esplicative (tratto tipico dei primi numeri di una testata guidata dal canadese) che aiutano il lettore a calarsi nella giusta atmosfera e nella giusta mentalità: John Constatine è l’antieroe per eccellenza, sempre poco incline a fare il bene in senso assoluto, piuttosto si prodiga sempre per fare in modo che “forze oscure”, che animano il mondo della magia, non prendano il sopravvento; se per raggiungere il suo scopo, si devono sacrificare degli innocenti, non si fa di certo scrupoli (proprio come possiamo vedere in questo primo numero). Per quel che concerne la trama, il nostro inglese preferito è alla ricerca di un manufatto magico chiamato Bussola di Croydon composto da tre parti, divise in giro per il mondo. Nello sviluppo regolare di questa ricerca, non mancano i problemi e gli incontri, primo fra tutti quello con il culto chiamato La Fiamma Fredda, formato da potenti maghi e stregoni: proprio Sargon la Strega – figlia dello stregone Sargon – è l’artefice del sacrificio a cui vi accennavo poco fa, ma fanno la sua comparsa anche Mister E e un’altra vecchia conoscenza dei lettori di Dark Universe ovvero lo Spettro. Insomma le premesse per avere un buon ciclo di storie ci sono tutte, anche perché il lavoro grafico di Guedes fornisce un eccellente supporto ai due scrittori, implementando la narrazione con un taglio registico molto curato e una ottima caratterizzazione dei personaggi. Vedremo come si evolverà questa testata nel corso dei mesi.
Animal Man #21 (cover Jae Lee)
Sempre Lemire (uno degli autori maggiormente attivi in DC al momento) confeziona il solito numero ottimo di Animal Man, aiutato dalle matite di Steve Pugh e Francis Portela. Avevamo lasciato Buddy Baker affranto in seguito al lutto dovuto alla morte di suo figlio e lo ritroviamo… sempre affranto, ma con una nomination agli Oscar per il suo film “Calzamaglie”. L’idea originale di Lemire in questo numero consiste nel farci conoscere ciò che pensa di Buddy l’opinione pubblica, ma lo fa attraverso i social network (diciamo attraverso i tweet, più precisamente), seguendo passo passo lo sviluppo della narrazione. Mentre Maxine è alla ricerca di un modo per riportare in vita suo fratello (che forse vaga ancora nel Rosso), Animal Man indossa nuovamente i panni del supereroe per indagare sulla misteriosa scomparsa di animali a Los Angeles, salvo ritrovarsi dinanzi un essere mostruoso che faceva orribili esperimenti sugli animali in questione. Ma siamo sicuri che gli esperimenti si siano limitati ai soli animali? Come sempre questa testata è di altissimo livello, mescolando azione, scavo psicologico dei personaggi e trama intrigante; come ogni mese, Lemire indaga a fondo nella vita di Buddy e della sua famiglia, vero cardine su cui ruota tutta la scrittura della testata: questo fumetto potrebbe infatti chiamarsi “Le avventure della famiglia Baker” e non ci troverei niente di strano, anzi. La forza aggiunta del nuovo corso di storie è però l’intromissione forzata dell’opinione pubblica nella vita di Animal Man. Per finire bisogna spendere due parole sul sempre ottimo Pugh che ormai ha davvero a cuore questo personaggio e trasmette pathos con una semplice ombra più marcata del solito, con un chiaroscuro molto accentuato o con l’immagine cruda di animali sofferenti. Animal Man, secondo me, è la testata che spicca sull’intero panorama fumettistico mondiale per quanto riguarda le serie regolari delle major del fumetto.
Swamp Thing #22 (cover Guillerm March e Tomeu Morey)
Continua la caccia di Swampy, sulle tracce del misterioso Seeder, su Swamp Thing #22. Charles Soule (testi) e Kano (matite) ci raccontano una storia ricca di colpi di scena, presentando un villain di tutto rispetto e che sta mettendo davvero in difficoltà il mostro verde: dopo essersi presentato in un piccolo villaggio della Scozia, Seeder rianima il villaggio con dei semi molto particolari, che fanno istantaneamente apparire un “albero del whisky” (questo è anche il titolo della storia), riportando il villaggio agli antichi fasti. Chi però non si lascia abbindolare da tanta apparente bontà è proprio Alec Holland, il quale decide di intervenire per capire cosa abbia causato questa crescita tanto miracolosa quanto rapida. Ospite speciale di questo mese è il solito John Constantine, che ha sempre intrattenuto un rapporto particolare con l’avatar del Verde, ma questa volta si trasforma in una minaccia difficile da contrastare: tutti quelli che bevono dal misterioso albero, vengono infatti assaliti da una misteriosa frenesia omicida e quindi Constantine non ne è esente. Sceneggiatura molto semplice questo mese per Soule, senza particolari giri di trama, ma con colpi di scena al punto giusto; qualcosa in più me l’aspettavo dallo scrittore, che al momento sembra temporeggiare in attesa di svelare un progetto più grande legato al nemico di Swampy, Seeder. Kano realizza anche lui un buon numero, ma non al livello dei precedenti. Un mese che segna un piccolo rallentamento per il duo artistico, ma ci può stare, dato il ritmo frenetico a cui devono sottostare.
Sword of Sorcery #4
Chiude il mensile una storia breve su Stalker scritta da Mark Andreyko e disegnata da Andrei Bressan. La storia ci presenta il personaggio di Stalker, mostrandoci la sua maledizione e svelandoci nel finale il legame con il demonio. Una tipica storia dal sapore faustiano insomma, che personalmente non mi ha molto colpito né sotto l’aspetto grafico né tantomeno per quel che riguarda la sceneggiatura. Vedremo nei prossimi mesi come si evolverà questa breve storia.
Anche con questa recensione abbiamo finito. Vi ricordo che tra non molti giorni ne arriverà una nuova, sempre incentrata sul mensile più “dark” della RW Lion, alla prossima.
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