Snowpiercer – La Transperceneige

“Percorrendo la bianca immensità di un inverno eterno e ghiacciato, da un capo all’altro del pianeta, corre un treno che mai si fermerà…” 

E’ questo l’incipit di Snowpiercer – La Transperceneige, fumetto francese recentemente riedito da Editoriale Cosmo in concomitanza con l’uscita nelle sale cinematografiche dell’atteso adattamento del coreano Bong Joon-ho interpretato da Chris Evans.
E’ vero, il genere post-apocalittico è molto fiorente sui principali media negli ultimi anni. Fumetti, cinema e romanzi abbondano di scenari in cui la vita dell’uomo sulla Terra è al crepuscolo per i motivi più disparati: epidemie di zombie e/o vampiri, devastazioni di massa da kaiju, alieni o meteoriti. E, in questo panorama, la glaciazione non è certo una novità. Tuttavia lo scenario di Snowpiercer risulta accattivante ed originale.

La saga di Snowpiercer – La Transperceneige inizia nel 1982 con la pubblicazione, in Francia, del primo arco narrativo La Morte Bianca scritto da Jacques Lob e disegnato da Jean-Marc Rochette (premiato alcuni anni dopo al festival di Angouleme). La glaciazione ha devastato la Terra, i pochi sopravvissuti si trovano a bordo di un treno in moto perenne e misteriosamente autoalimentato, lo Snowpiercer.
Il convoglio si compone di mille ed uno vagoni: i più poveri vivono in coda in condizioni miserevoli, la borghesia occupa la porzione centrale del treno ed in testa invece si trovano le classi dirigenti. Un’efficace e critica allegoria della società (valida tutt’oggi) in cui i personaggi deputati a prendere decisioni sfruttano la loro influenza esclusivamente per mantenere lo status quo tra lussuria e dissolutezza.
A turbare l’equilibrio dello Snowpiercer sarà Proloff, un disincantato abitante dei vagoni di coda che intraprenderà un viaggio verso la testa del treno. La sua impresa non appare animata dalla rivalsa sociale né dalla vendetta, ma semplicemente dalla curiosità di scoprire la reale struttura del treno e la verità sulle condizioni di vita nei vagoni più lussuosi.

I successivi due capitoli, Il Geoesploratore e La Terra Promessa, editi molti anni dopo (tra il 1999 ed il 2000), sono invece stati scritti da Benjamin Legrand (Lob è mancato nel 1990) e disegnati sempre da Rochette. Entrambi gli story-arc sono ambientati su un altro treno, il Wintercrack, e seguono le vicende di Puig, un geoesploratore che dopo frequenti missioni al di fuori dei vagoni inizia a porsi delle domande sul mondo che lo circonda dentro e fuori dal treno. Mosso dall’ambizione si farà strada nelle più altre gerarchie del Wintercrack e scoprirà segreti che coinvolgono anche Proloff e lo Snowpiercer.

Una saga, quella di Snowpiercer, che probabilmente, visto il successo del film, si arricchirà in futuro di nuovi capitoli e che apre una finestra su un universo narrativo davvero interessante e le cui potenzialità, forse, non sono state sfruttate appieno. Mentre La Morte Bianca, infatti, è una storia più solida e meglio strutturata (e con un finale all’altezza), i successivi due capitoli sul geoesploratore Puig pur presentando degli spunti interessanti, appaiono a tratti frettolosi ed anche le tavole, per quanto abbiano uno stile più moderno, risultano meno definite e più confuse.

In conclusione, anche in considerazione del prezzo (il volume della Editoriale Cosmo, contiene in 256 pagine tutta la saga di Snowpiercer in formato bonellide a 5,90€), questo albo è un’occasione da non perdere per salire a bordo del treno che mai si fermerà…

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