Cos'è successo al Ragazzo Meraviglia? Omaggio a Dick Grayson

Esiste un concetto nei fumetti che in greco viene espresso con la parola ‘κληρονομ?α’ ovvero ‘Eredità’: ‘complesso di valori, di sentimenti che costituiscono un lascito spirituale’. Il sinonimo più vicino a questa particolare definizione è ‘retaggio’.

Ci sono pipistrelli che nascono perchè il mondo li ha costretti… non sono veri pipistrelli, il loro retaggio animalesco appartiene alle luci e ai colori del mondo, non alle tenebre delle grotte. Esiste però un bruco che è stato reso pipistrello dalla violenza di Gotham.

Questo animale è immortale poichè inventato, ma così vicino al nostro ciclo vitale che sembra quasi strano che abbia alle spalle 74 anni di attività. E’ una falena chiusa nella crisalide del SUO retaggio, bloccato nel concetto di Legacy che i fan gli hanno attribuito, vittima di un mantello oscuro che copre i suoi muscoli e ne offusca la vista. Non respira perchè se Bruce Wayne gli potesse dire qualcosa gli direbbe: “Non vorrei essere in te“.

I pipistrelli muoiono senza mai aver visto il mondo… Alcuni invece non possono morire perchè qualcuno ha voluto altro per loro. Questo qualcuno gli ha dato i colori, ha riadattato dei cadaveri per essere pettirossi. L’allenamento rendeva il pettirosso pronto a superare i limiti. Ma se sei Dick Grayson, un predestinato (si, perchè Richard è un predestinato) comprendi che prima o poi se non spicchi il volo, o muori o ti perdi nell’identità di qualcun altro.

Il ragazzo meraviglia non è nè un uccello nè un pipistrello, nemmeno più una falena. La sua apertura alare va oltre, perchè lui da predestinato e a gli occhi di Batman è l’ultimo dei doni. Ecco che il pipistrello vestito da pettirosso diviene un condor… 

Sappiamo tutti che Bruce Wayne è un maniaco del prep-time ovvero del giocare d’anticipo. Ma c’è qualcosa che lui sa e a noi non dice, che in realtà Bruce Wayne è morto.

“Non verrà ma il giorno, in cui tu non avrai più bisogno di Batman”

Parole sante..

… Ecco che allora dopo 75 anni di storia editoriale si delinea il capolavoro finale. La creazione del Batman finale, quello eterno, che non è più Bruce Wayne perchè questo è morto, ma che può essere un bambino nato morto, un pipistrello che è anche pettirosso e condor, un ragazzo che da sempre è e sarà Dick Grayson, il ragazzo meraviglia. Perchè Batman è la stessa Gotham si nutre di chi è cupo, di chi ha solo odio. E di chi ha il coraggio di sorridere, essere leader, figlio, padre e fratello  cosa se ne fa? China il capo e passa la cappa a chi può essere Dick Grayson e Batman, a chi di entrambi può fare un solo uomo, un solo essere.

Bruce lo sa, sa che il figliol prodigo non ha bisogno di sentirselo dire. Nightwing è Nightwing, ma a volte succede che Bruce abbia voglia di una vacanza. Dick non dirà mai di no a Gotham. Un condor nei panni di un pipistrello, cieco e in balia degli specchi di Gotham City… Ma è Dick Grayson, l’uomo maraviglia, resiste a tutto, egli sa essere Nemesi (Joker), padre (Damian) e infine se stesso. E’ Batman quanto può esserlo Bruce Wayne, perchè in lui vi è lo stesso sangue del mondo. Può essere tutti perchè senza casa, senza metà fissa, un funambolo rilegato ad uno squallido circo, Gotham. La sua iniziazione è quella di tutti i pipistrelli: capo chino, muscoli rigidi e mani bloccate dal peso dei propri genitori. Un inchino di morte che anche “l’uomo del domani” non riuscirebbe a sopportorare in tenera età.

Morrison, Snyder comprendono il lutto di Grayson: il fardello di essere il predestinato. Ci hanno regalato storie magnifiche, in cui emerge il divario tra l’essere e il divenire di questo ragazzo immaginario, ma proprio per questo “delle meraviglie”. Ma lo dirò sempre Robin rappresenta un finto lato umano del cavaliere oscuro. Purtroppo non smetterò mai di dirlo, i Wayne sono tutti morti. Damian è un Grayson, perchè Dick incosapevolmente, in un progetto simile a quello della predestinazione del suo maestro, lo ha reso umano. Pronto a morire per superare un limite, gli ha fatto conoscere la perfetta insicurezza per essere un Robin migliore e per affrontare la morte. 

La legacy soccombe davanti alla predestinazione batmaniana. I retaggi animaleschi fanno degli uomini pettirossi e pipistrelli, condor e abitanti di Gotham. Il retaggio stesso è Batman, un concetto di legacy e predestinazione che un uomo ha superato, ma che editorialmente ha fallito. Lasciato in un’involuzione Dick è morto, anzi no sarebbe una contrapposizione a quanto detto precedentemente. Dick è vivo! E’ ancora in volo, nei panni del ruolo che più gli si addice, quello dell’ultimo ed eterno protettore di Gotham.

 A per sempre Dick.

Da un fan, un fratello, che cresciuto all’insegna del tuo ciclo vitale ne è rimasto affascinato.

 

“Quand’ero ragazzo, i miei genitori tenevano una grande mappa della nazione sul muro del nostro camerino. La mappa aveva delle bandiere su tutti i posti dove la nostra troupe si sarebbe fermata quella stagione. Diverse città e paesi erano segnate con bandierine di colore diverso. Quelle blu erano paesini che volevano dire piccoli spettacoli, numeri meno pericolosi. Quelle rosse indicavano città grandi, quindi spettacoli importanti e numeri più pericolosi. Tutte le fermate erano rosse o blu… Tranne una… Gotham City, che aveva una bandierina nera. Secondo mio padre, la bandierina nera voleva dire: “Senza Limiti”. Spingersi al massimo. Far venire giù il tendone.

Era lo spettacolo più grande e rischioso di tutta la stagione. Nessun cavo di sicurezza. Nessuna rete di salvataggio. Tutti ci spingevamo al limite. Ricordo che una volta chiesi a mio padre il motivo. Perchè Gotham era così speciale? E mio padre mi guardò e disse: …” Certi posti hanno fame, figliolo e tu dai a loro tutto ciò che vogliono” 

“… Valutarla dall’alto della piattaforma prima di tuffarti… prima di trovarti in pericolo”

Ecco cosa diceva Francis Roy. Ho ancora il suo numero negli occhi. me lo vedo lassù, in piedi in cima alla sua torre, così altro rispetto al pubblico, rispetto a tutti noi… mentre guarda giù verso l’acqua, studiando il tuffo.

E’ buffo pensare che nessuno capisse che la vera impresa era proprio quella… quel momento di silenzio. Non era il salto, ma la perfetta valutazione che lo precedeva. Un’impresa che non durò a lungo. Me lo ricordo, Roy, gliel’avrò vista fare centinaia di volte. Anche il giorno in cui si sbagliò lo stavo guardando. Il giorno in cui fece male i suoi calcoli.. E toccò l’acqua con uno o due gradi fuori asse rispetto alla verticale. Si spezzò il collo e morì all’isante.

Il fatto è che aver dovuto affrontare tutte le cose terribili che sono successe, mi hanno fatto capire che è qui che devo stare. è qui che voglio stare. Perchè so… E lo sa anche LEI. Che se riesco a resistere alle prove di Gotham e a tutte le mostruosità che ti fa affrontare, ne uscirò redento.  Ne uscirò più forte.

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